Un raccontino pubblicato su un sito di annunci, diventato in pochi giorni il caso letterario dell’estate, a metà agosto ha portato anche in Italia l’eco del dibattito tutto americano sulla causa della decadenza del giro di affari dei giornali tradizionali. Sul banco degli imputati il sito di annunci “Craigslist”. Nato a San Francisco quasi per caso nel 1995, il sito drenerebbe sul mercato degli annunci quasi un miliardo di dollari all’anno. Si tratta dei soldi che, secondo gli osservatori, sarebbero andati perduti nei budget dei giornali tradizionali e il fenomeno avrebbe messo in crisi il sistema di business della grande editoria americana. Le polemiche si sono accentuate dopo l’acquisto del “Washington Post “da parte del miliardario Jeff Bezos, proprietario di Amazon (clicca qui).
Secondo gli esperti, la crisi dei giornali è colpa del web. La storia è complicata e non tutti la pensano allo stesso modo. Secondo alcuni autorevoli blogger americani, la colpa della crisi dell’editoria tradizionale non è da imputare alla crescita vertiginosa degli affari di “Craigslist”. “Si tratta solo di un capro espiatorio”, scrive Mathew Ingram su Gigaom. “In uno studio dalla Stern School della New York University of Business, che esamina l’impatto di Craigslist sugli affari dei giornali – spiega Ingram – il sito di annunci avrebbe sottratto più di 5 miliardi di dollari al mercato della pubblicità. Ma lo studio esamina Craigslist nel vuoto, come se fosse l’unico sito su Internet che ha avuto un qualche tipo di effetto dirompente sui giornali, e chiaramente non è così”. Anche l’esperto Dan Mitchell, del “SFweekly”, uno che si definisce un “agnostico in una terra di tecnofondamentalisti”, dice che si tratta di una normale evoluzione dovuta al web anche se, sottolinea, “non c’è nessuna legge naturale che giustifichi comportamenti riprovevoli sul web e i siti che ospitano i contenuti prodotti dagli utenti, come Craigslist o Youtube, dovrebbero prenderne coscienza”.
Accusato per gli annunci a luci rosse. I motivi della contesa sono infatti anche di tipo morale. Alec MacGillis, su “The New Republic”, ha accusato il fondatore di Craigslist, Craig Newmark, di “ipocrisia”. In un articolo intilato “Ipocrisia in vendita”, l’editorialista dice che Newmark lucra sugli annunci a “luci rosse” e, quindi, sul traffico della prostituzione online. Nel 2008 Newmark aveva chiuso la sezione “per adulti” ma il contenuto degli annunci riservati agli incontri che sono rimasti sul sito è fortemente esplicito e, per accedervi, si deve dichiarare di essere maggiorenne.
Craigslist nasce per caso ma adesso è fra i siti più visitati del mondo. “Craigslist” nasce per caso nel 1995 a San Francisco come un servizio di newsletter per un piccolo gruppo di amici di Craig Newmark, allora giovane programmatore. L’idea era di condividere alcune informazioni utili sulle loro attività. Ben presto però Newmark si accorse che i suoi amici usavano l’indirizzario per chiedere o offrire lavoro. Nel 1996 nacque il sito e, fatto abbastanza raro su Internet, non è mai stato sostanzialmente modificato da allora. L’aspetto è molto più che essenziale, nessuna immagine e nessun banner pubblicitario. L’attività però è cresciuta con un ritmo vertiginoso. Adesso il sito, con sezioni in molte lingue, anche in italiano, ha un traffico di oltre 20 miliardi di pagine viste al mese ed è fra i primi quaranta siti più visitati del mondo (al decimo posto negli Usa); ha una media in crescita di oltre 50 milioni di visitatori unici al mese e pubblica 80 milioni di nuovi annunci ogni trenta giorni mentre riceve qualcosa come trecentomila messaggi al giorno solo per la parte dedicata alla compravendita di immobili. La lista delle sezioni degli annunci è cresciuta in modo analogo. Dai classici “cerco lavoro” e “vendo-affitto casa”, ai più personali e più contestati “cerco-offro compagnia” che hanno scatenato più di un’indagine.
Potrebbe cambiare anche i canoni della scrittura. C’è spazio però anche per il romanticismo. C’è una sezione dedicata alle “occasioni mancate” che accoglie i “post” di spasimanti troppo timidi per farsi avanti in metrò o in bus. Un racconto anonimo ambientato nel metrò di New York apparso su “Craigslist”, nella sezione “Missed Connections” di Brooklyn, grazie ad un passaparola impressionante (il vero segreto di Craigslist) ha fatto il giro del mondo e, a metà agosto, è arrivato anche in Italia. Nonostante la ruggine con Craig Newmark, anche i giornali americani non hanno potuto fare a meno di parlarne e, dall’”Atlantic” al “Washington Post”, lo hanno celebrato come esempio di “vera letteratura”. Craigslist ha già cambiato il modello degli affari dell’editoria tradizionale e adesso rischia di cambiare anche le regole della letteratura.
(Agenzia Sir, edizione di sabato 31 agosto 2013)