L’arcidiocesi di Palermo ha notificato al sacerdote palermitano Don Alessandro Minutella il provvedimento come previsto dalla legge canonica
Un comunicato ufficiale redatto dall’arcidiocesi di Palermo rende note le notifiche di scomunica “latae sententiae” nei confronti del sacerdote palermitano don Alessandro Maria Minutella, in cui lo stesso sacerdote è incorso – si legge nel testo – «per il delitto di eresia e per il delitto di scisma, come previsto dalla Legge canonica (cfr. can.1364 §1 CIC), con tutte le conseguenze derivanti dallo stesso provvedimento». Una notifica pesante che da diversi giorni era ormai nell’aria, e che probabilmente lo stesso Minutella aveva da tempo subodorato.
A nulla sono valsi i tentativi di confronto e di dialogo portati avanti dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, da sacerdoti e amici del prete palermitano, nella speranza di smorzare i toni e le reiterate accuse contro Papa Francesco e lo stesso arcivescovo che don Minutella pronunciava pubblicamente durante le omelie e attraverso i canali del web, parlando dell’«impostura della falsa Chiesa», di una Chiesa «multinazionale della menzogna e della falsità. Prostituta indegna, venduta ai poteri del mondo».
Anche per tali ragioni don Minutella era stato inizialmente rimosso dall’incarico di parroco nella comunità parrocchiale che gli era stata affidata. Inoltre le presunte locuzioni interiori e soprannaturali che don Alessandro diceva di percepire, entrando in contatto con la Vergine Maria, gli angeli e alcuni santi, non apparivano molto convincenti, meno che mai l’acqua miracolosa che sarebbe sgorgata in un terreno non molto distante dalla città di Palermo. Un ulteriore strappo alle regole era stato determinato dalla costituzione di una comunità religiosa femminile seguita spiritualmente da Minutella, ma non riconosciuta dalla Chiesa.
All’inizio di questa vicenda – poiché i primi raduni avvenivano in territorio extradiocesano – anche l’arcidiocesi di Monreale aveva preso immediatamente posizione. «Poiché “le divine locuzioni” di cui don Minutella è artefice vengono ampiamente diffuse online, e rappresentano un serio rischio per il profondo turbamento di molte coscienze, si precisa che sono ingannevoli e forvianti le sue “profezie” e che la loro diffusione mette seriamente a rischio la genuina devozione popolare verso la Madonna, gli angeli e i santi. È quanto meno strumentale l’invenzione dell’acqua miracolosa, che avrebbe poteri soprannaturali e terapeutici, perché gioca con la sacra sensibilità dei semplici che vivono seri momenti di prova. Corre l’obbligo di avvertire tutti i fedeli che tali pratiche oltre ad essere contrarie al volere della Chiesa, sono fortemente sospette di manipolazione delle coscienze».
Nel mese scorso, don Alessandro ha comunicato, attraverso il web, la sua amarezza per essersi ritrovato solo, dichiarando anche il progetto di non intervenire più attraverso il web; adesso – dice – «ho deciso di fermarmi per un po’ di tempo» . «La vera Chiesa – prosegue don Minutella – ha deciso di non dovere intervenire con me. Ho mandato due lettere a Benedetto XVI e non mi hanno risposto. Ho mandato la richiesta d’incontrare – come succedeva in passato – il cardinale Burke – e non mi ha risposto. I mezzi di comunicazione della vera Chiesa mi boicottano.
[…] Allora se tacciono anche da “questa parte” il rischio è che si pensi che io sto portando avanti una mia chiesa, che io stia creando una setta. Ma io non sto facendo nulla di tutto questo. Io sto difendendo la Santa Madre Chiesa». Ora, a Palermo, giunge la notifica della scomunica.
di Michelangelo Nasca PER vATICAN iNSIDER
Notifica del Decreto di scomunica a Don Alessandro M. Minutella
Si comunica che, in data 13 novembre 2018, è stato notificato a Don Alessandro Maria Minutella il Decreto del 15 agosto 2018 (Prot. N. 046/18) con cui l’Ecc.mo Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice DICHIARA le scomuniche latae sententiae, in cui lo stesso Sacerdote è incorso per il delitto di eresia e per il delitto di scisma, come previsto dalla Legge canonica (cfr. can.1364 §1 CIC), con tutte le conseguenze derivanti dallo stesso provvedimento.
Il Cancelliere Arcivescovile
(Don Vincenzo Talluto)
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Can. 1364 – §1. L’apostata, l’eretico e lo scismatico incorrono nella scomunica latae sententiae, fermo restando il disposto del ⇒ can. 194, §1, n. 2; il chierico inoltre può essere punito con le pene di cui al ⇒ can. 1336, §1, nn. 1, 2 e 3.
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