Aggiungiamo al carrello degli acquisti per Natale, la lettera della ex-moglie di Scott Weiland, il cantante rock morto dopo un’ennesima notte di eccessi. Questa lettera è un bel regalo di Natale.
Mary, così si chiama, non vuole trascinare il marito davanti al giudice per nuovi accordi, ma parla di speranza. Scott Weiland non vedeva i figli da 15 anni e lei si lamenta perché i figli rimarranno con solo tre foto insieme al padre: muore così la speranza che il padre cambiasse vita e tornasse da loro. È una lettera come la sanno scrivere solo dei genitori che vedono i figli soffrire e la verità travisata. Non è un monito generico ma dice “non comprate i loro dischi, non trasformate in arte ciò che è una patologia ospedaliera, non applauditeli quando sono da soccorrere”.
Mary Forsberg – l’ex-moglie di Scott Weiland – con questa lettera vuole soccorre noi. Non ci lascia con un dito puntato addosso come se fossimo i colpevoli della morte del marito, ma chiude la sua lettera parlando nuovamente di speranza: “La nostra speranza è che la morte di Scott possa servire ad evitarne altre. Lasciamo perdere magliette depressive con scritto 1967-2015, usiamo quei soldi per comprare un gioco o un gelato a un bambino”.
Mary non indirizza la sua lettera ad un quotidiano nazionale, non vuole dare un messaggio “al mondo”, ma scrive a Rolling Stone, la rivista storica degli amanti della musica rock, cioè lei si preoccupa di altri fan, di altre rock star, di altri figli. “Il nostro ex bravo ragazzo cattolico si rifiutava di veder partecipare i bambini alle recite di Natale perché era diventato ateo. Peccato che i figli non hanno mai messo piede in casa sua e non riescono a ricordare l’ultima volta che l’hanno visto alla festa del papà. Non condivido questo con voi per esprimere un giudizio, ma perché voi sicuramente conoscete almeno un bambino nelle stesse condizioni. Se li conoscete, fatevi carico della loro situazione. Offrite loro di accompagnarli al ballo della scuola o insegnategli a lanciare un pallone. Offriteglielo e basta”.
Mary ci insegna che vita e speranza vanno appaiate. Se le separi, muori. Che la vita ha un senso solo se riusciamo a dare un senso alla morte.
Di Don Mauro Leonardi
Articolo tratto da L’Huffingtonpost