Con un videomessaggio Papa Francesco parla ai rappresentanti degli episcopati, ordini religiosi e professionisti laici, che dal 19 settembre si ritrovano a Varsavia per la Conferenza internazionale sulla salvaguardia dei bambini e degli adulti vulnerabili nelle Chiese dell’Europa centro-orientale
Non siete i primi ad intraprendere “questi passi necessari”, ed è “improbabile” che sarete gli ultimi in “questi tempi difficili”, ma sicuramente “non sarete soli”. Nell’assicurare la sua vicinanza al lavoro che inizia domani, il Papa ribadisce la priorità nel cammino di reazione alla piaga degli abusi, già emersa a Roma al Summit dei leader delle Conferenze episcopali del mondo nel febbraio 2019. Francesco cita il discorso di due anni fa e l’incoraggiamento espresso allora che “il benessere delle vittime” non fosse messo da parte “a favore della malintesa preoccupazione per la reputazione della Chiesa in quanto istituzione. Al contrario – afferma il Papa oggi – solamente affrontando la verità di questi comportamenti crudeli e ricercando umilmente il perdono delle vittime e dei sopravvissuti, la Chiesa potrà trovare la sua strada per essere di nuovo considerata con fiducia un luogo di accoglienza e sicurezza per coloro che sono bisognosi”.
L’aver abusato minori negli ambienti ecclesiastici in tutto il mondo ha gettato un’ombra sulla coerenza e sulla sincerità della Chiesa, per diradarla occorre che le espressioni di contrizione si trasformino in un “cammino di riforma” in termini di prevenzione e di certezza di un cambiamento “reale e affidabile”. Da qui il reiterato appello del Papa per la Conferenza che inizia a Varsavia:
Vi incoraggio ad ascoltare la chiamata delle vittime e a impegnarvi, l’uno con l’altro e con la società in senso più ampio, in queste importanti discussioni poiché toccano veramente il futuro della Chiesa nell’Europa centro-orientale, non solo il futuro della chiesa, anche il cuore del cristiano, toccano la responsabilità nostra.
Quanto accaduto rappresenta sicuramente un errore e un fallimento ma non solo. Nel video messaggio il Papa fa notare che “riconoscere i nostri errori e i nostri fallimenti può farci sentire vulnerabili e fragili, è certo. Ma può anche costituire un tempo di splendida grazia, un tempo di svuotamento, che apre nuovi orizzonti di amore e servizio reciproco”
Se riconosciamo i nostri errori, non avremo nulla da temere, perché sarà il Signore stesso che ci avrà condotti a quel punto.
Infine citando una frase di Abraham Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America ‘Con malizia verso nessuno e con carità verso tutti’, il Papa indica l’atteggiamento col quale lavorare insieme, vescovi, religiosi, laici e vittime per affrontare le “sfide comuni”:
Vi esorto a essere umili strumenti del Signore, al servizio delle vittime degli abusi, vedendole come compagni e protagonisti di un futuro comune, imparando gli uni con gli altri a divenire più fedeli e più resilienti affinché, insieme, possiamo affrontare le sfide future.
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