Dio mi ha mostrato quanto è importante avere la pace nel nostro cuore…
Michael, un giovane americano, è stato a Medjugorje ed ha scritto una lettera di testimonianza molto bella. Essa può incoraggiarci ed ispirare ciascuno di noi nella nostra personale vocazione a pregare nel mezzo delle nostre quotidiane occupazioni.
“Il mio ultimo pellegrinaggio a Medjugorje ha cambiato la mia vita. Fin dall’inizio del pellegrinaggio, la Gospa mi rivelò che dovevo pregare per avere la pace nella mia anima. Mi resi conto che anche se, nel passato, pregavo, credevo e avevo ricevuto molti miracoli, non avevo sempre la pace interiore. Mi era difficile pregare con amore e vivere ciò che pronunciavo pregando.
Così, per tutto il resto del pellegrinaggio, misi da parte tutte le mie intenzioni personali e pregai solamente per avere la pace in me. Ciò rese la mia preghiera molto più facile: non avevo più bisogno di forzarmi a pensare veramente le parole che pronunciavo. La pace interiore che mi era data in cambio, mi permetteva di pregare davvero col cuore!
Di ritorno a casa, provai a mantenere l’insegnamento ricevuto a Medjugorje. Ma tutte le mie preoccupazioni quotidiane ritornarono nella mia vita di preghiera. Ero di nuovo molto distratto, e mi ritrovavo a pregare per altre cose che non la pace, come ad esempio: ‘che devo fare per questa o quella cosa?’ ecc… Nelle settimane successive, la mia preghiera divenne sempre più pesante. Ancora una volta, mi forzavo a pregare col cuore. Avevo perso la pace interiore.
Due mesi dopo essere tornato da Medjugorje, Annie, mia moglie, ricevette il sacramento della Cresima. Durante la cerimonia, pregammo ardentemente affinché lo Spirito Santo venisse a noi attraverso questo sacramento, e ricevemmo una straordinaria effusione dello Spirito Santo.
Le grazie che ricevetti aprirono in modo tutto speciale il mio cuore a Gesù, che mi parlò chiaramente durante la messa.
Sentii la sua presenza come se mi guardasse dritto negli occhi per mantenere sveglia la mia attenzione ed impedire alla mia preghiera maldestra di mettersi di traverso.
Egli disse: “Michael, il tuo compito è di pregare per avere la pace nel tuo cuore. Io mi occuperò di tutte le altre cose che ti preoccupano. Ma tu, tu sei chiamato a pregare solamente per la pace nel tuo cuore. E facendo questo, tu diventerai per me, uno strumento tramite il quale io porterò la pace al mondo. A partire da questo momento, io ti chiamo a pregare solamente per ottenere la pace nel tuo cuore, come mia Madre ti ha insegnato a Medjugorje. Ed io provvederò a tutto il resto.”
Fino ad ora non ho mai parlato a nessuno di questa esperienza incredibile.
Il giorno dopo, mentre pregavo il rosario con i miei parenti, mia madre iniziò a parlare di come noi siamo talvolta chiamati a pregare per delle cose particolari. Raccontò di come Gesù aveva istruito Madre Nadine Brown chiedendole di non pregare per la sua famiglia, ma piuttosto per altre intenzioni. Dopo aver pregato docilmente per un anno come Gesù le aveva insegnato, Madre Nadine si rese conto che la sua famiglia riceveva incredibili benedizioni perché lei aveva rinunciato alle sue proprie intenzioni e aveva pregato per ciò che Gesù le aveva chiesto.
Ascoltando questa storia, compresi pienamente l’importanza e la serietà di ciò che Gesù mi aveva detto. La mia vita di preghiera cambiò enormemente. Benché la mia pace rischi ancora di lasciarsi turbare, arrivo a ritrovarla e a custodirla nel mio cuore pregando per la pace e nient’altro che la pace. Tutte le altre cose per me importanti, che prima appesantivano la mia vita di preghiera, sono ora grandemente benedette da Dio, ora che prego solamente per la pace nel mio cuore.
A Medjugorje, la pace che avevo ricevuto, non invase solamente la mia vita di preghiera. Ero riuscito ad accettarmi per quello che ero e che sono, fino al punto di scherzare e socializzare liberamente, lasciando trasparire la mia vera personalità.
Verso la fine del viaggio, mi domandai anche se non fossi diventato un po’ un elemento di dissipazione per il gruppo, perché apparivo così felice e col cuore leggero. Ma al ritorno, una ragazza del nostro gruppo mi spiegò quanto aveva sofferto nel corso degli anni. Quando si trovava in mezzo agli altri, infatti, perdeva tutta la sua fiducia in lei e non riusciva a dire una parola. La sua sofferenza colpiva tutti gli aspetti della sua vita. Ma mi spiegò che sul monte Krizevac, Dio la toccò nel più profondo della sua anima e le tolse questo peso per tutto il resto del pellegrinaggio. Mi disse che mentre rimaneva a scherzare con me e gli altri del gruppo, sentiva che Dio cominciava ad aprirla e a guarirla.
Mi ringraziò davvero di essere stato per lei uno strumento di grazia attraverso il quale Dio aveva potuto guarirla. Questo mi colpì molto, non me ne ero affatto reso conto, anzi, credevo di essere stato solo una distrazione per tutti! Ella tornò dal viaggio guarita dalle sue inibizioni e, ad oggi, è una persona completamente diversa. Dio mi ha mostrato quanto è importante avere la pace nel nostro cuore”.
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