Proponiamo il bell’intervento “Lavoro manuale tra missione e identità” che il nostro p. Giuseppe Buffon ha fatto al Consiglio Plenario dei Frati Minori Cappuccini sul tema “La grazia del lavoro”. Lo stesso intervento, tradotto in varie lingue, e la registrazione integrale dell’incontro alla seguente pagina web.
La tradizione francescana dalla difesa dell’otium alla scoperta della fraternità lavorativa
L’intervento si articola in tre sezioni (scarica l’allegato) corrispondenti agli snodi tematici della riflessione minoritico-cappuccina sul lavoro manuale dalle origini dell’istituto fino alla riforma conciliare.
La prima intende evidenziare la specificità dell’apporto espresso specialmente dai commentatori della regola francescana durante l’epoca moderna: la difesa della dimensione contemplativa, connotato identitario della vita religiosa, la salvaguardia del lavoro intellettuale, presupposto indispensabile per l’adempimento della missione ecclesiale, e la mera tolleranza del lavoro manuale, utile antidoto all’ozio per i fratelli non dediti all’orazione, né all’evangelizzazione.
La seconda mira ad illustrare l’inversione di tendenza che i preti-frati operai e le piccole fraternità producono all’indomani del secondo conflitto mondiale grazie ad esperienze assolutamente innovative: i primi, con l’attribuire valore squisitamente missionario al lavoro dipendente; le seconde, con la scoperta la riscoperta dell’attività lavorativa condivisa con le classi subalterne quale luogo teologico finalizzato alla riappropriazione dell’originale identità francescana.
La terza si occupa invece del contributo elaborato dagli istituti francescani femminili dalla fine del secolo XVIII all’inizio del XX, epoca cosiddetta delle rivoluzioni (borghese, industriale, proletaria, tecnologica): l’accantonamento della povertà, vissuta come medicazione, sostituita con la pratica del lavoro assiduo e professionalmente impegnato alla stregua della delle classi povere, proletarie (livello identitario); l’abbandono della vocazione eremitica, intesa come fuga mundi, rimpiazzata dalla missione concepita sia come mobilità finalizzata all’evangelizzazione ad gentes, sia come servizio assistenziale, impegno sociale, promozione umana e culturale.
Questo francescanesimo sociale prodotto nel corso del XIX secolo dagli istituti femminili di ispirazione francescana subisce, a sua volta, una radicale trasformazione diventando non solo francescanesimo politico, ma addirittura concezione di vita (Weltanschauung) estesa ad una molteplicità di settori: da quello economico a quello sociale, da quello culturale a quello tecnologico, fino a quello spirituale. Ne è artefice il fondatore dell’Università cattolica e degli istituti secolari, Agostino Gemelli, cui si deve anche la sponsorizzazione del lavoro elevato a vera originalità della proposta dell’assisiate.
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G. Buffon – Lavoro manuale
Redazione Papaboys (Fonte www.assisiofm.it)