Patto tra la Chiesa e la Moschea-. Con una eloquenza che non gli si conosceva, dal canto suo il muftì jaafari Ahmad Kabalan ha affermato che il Libano non è “pietra solida”, ma “l’uomo che è reliquia di Dio”. “La Chiesa e la Moschea debbono produrre l’uomo dell’amore, della condivisione e della comunione, è un patto che il Libano deve sigillare”. “La vita comune tra musulmani e cristiani deve incarnarsi nell’elezione di un nuovo presidente, che deve preservarne lo spirito, ancora prima di preservare le istituzioni”. Si sa che in Libano è in corso l’elezione del presidente della Repubblica e che c’è incertezza sulla possibilità di eleggerlo entro il tempo previsto dalla Costituzione (prima del 25 maggio). Una prospettiva temuta dalla comunità cristiane. Nel Paese, va ricordato, la presidenza della Repubblica spetta, secondo prassi costituzionale, a un maronita. Questa disposizione fa parte del Patto nazionale che incarna, agli occhi dei libanesi, la volontà della convivenza tra cristiani e musulmani, in totale eguaglianza civile e culturale. E il presidente libanese è il solo cristiano dell’intero mondo arabo a ricoprire un ruolo così elevato all’interno dell’apparato dello Stato. L’attaccamento ai valori morali, alla dimensione sociale e al Libano come scuola di convivenza tra persone di differente tradizione religiosa è stato evidenziato anche dal discorso dello sheikh Naïm Hassan (druso) che ha esaltato “l’energia morale” di Giovanni Paolo II e anche i valori della famiglia.
Rai “Un nuovo presidente”-. Intervenuto per ultimo, il patriarca Rai ha chiesto, per intercessione di Giovanni Paolo II, che il nuovo presidente della Repubblica sia eletto “prima della fine della settimana”. Nelle sue conclusioni, il patriarca ha evidenziato che “per Giovanni Paolo II, il Medio Oriente ha urgente bisogno di riconciliazione. Ma una vera riconciliazione non si fa a scapito dei diritti. Un fallimento del Libano sarebbe un fallimento drammatico della libertà (…). Facciamo di nuovo giuramento di proteggere il Libano in tutte le sue componenti e di rafforzarvi la convivenza e la cooperazione, sulla base del rispetto delle libertà e dei diritti dell’uomo, nella consapevolezza che il Libano è un valore prezioso che deve essere messo al servizio del mondo arabo e della comunità internazionale”. di Fady Noun
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