Il monastero trappista Notre Dame de l’Atlas ha cinque monaci che vi presento
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Un saluto con affetto a tutti. Dopo una settimana di adattamento non facile per il freddo che qui in montagna (1500 metri di altitudine) si fa sentire notte e giorno, essendo il monastero privo di riscaldamento, ho chiesto alla comunità di potervi inviare una nostra foto. Il monastero trappista Notre Dame de l’Atlas, trasferitosi nel 2000 definitivamente da Tibhirine Algeria, ha cinque monaci che vi presento.
Il più anziano padre Jean Pietre Shoumacher è l’unico superstite del monastero di Tibhirine, un vero sant’uomo, che comunica pace e gioia senza parlare. Io mangio accanto a lui nel refettorio e in chiesa mi è difronte. Poche parole ma sempre un sorriso. Ha 94 anni e quando parla dei confratelli martirizzati si chiede sempre perché sia stato risparmiato. La risposta? il priore padre Jean Pierre Laflachaire ( il
Monaco che gli è al fianco e lo sorregge) dice che è stato risparmiato per testimoniare il carisma e lo spirito di Tibhirine. Una presenza apparentemente insignificante ma molto significativa di monaci cattolici in pieno ambiente mussulmano.
Entrambi sono di nazionalità francese come il Monaco Antonio che sta accanto a me. Questo Monaco cura la liturgia che costituisce l’azione primaria della vita dei trappisti. Le pause fanno parte della preghiera e quando intona e guida le melodie si sente che questo Monaco ha nel cuore l’amore. Il Monaco Antonio non è prete come nemmeno il Monaco Josè Luis spagnolo che gli sta al fianco. È entrato nella trappa dopo essere stato salesiano. In coro mi è accanto e mi guida nel trovare i riferimenti dei testi e delle musiche per la liturgia delle ore. Il più giovane Monaco si chiama Nuno ed è di nazionalità portoghese ha 45 anni ed è entrato anche lui nella Trappa da una congregazione spagnola ed ora si sta preparando per diventare sacerdote.
È l’infermiere che mostra una cura delicata e vigile appena qualcuno si ammala. Ho già avuto modo di sperimentare la sua grande dedizione in questi giorni avendo avuto un po’ di febbre. Ciò che mi colpisce è che nella Trappa dove si mantiene sempre un clima di silenzio, ogni piccolo gesto, ogni momento viene vissuto con molta calma e attenzione veramente premurosa gli uni verso gli altri.Concludo ricordando a tutti voi che nella preghiera, elemento portante di tutto al giorno e anche alla notte siete tutti costantemente presenti. In fondo so bene che per questo sono qui. Un abbraccio di cuore a ciascuno di voi.
+ Giovanni d’Ercole vescovo emerito
#giovannidercole
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