All’ospedale di Pordenone e di Trieste gli avevano dato pochi giorni di vita, ma il piccolo Pier Davide ha lottato con tutte le sue forze e ce l’ha fatta. A poche settimane dalla nascita, il bebè stava per morire perché colpito da un virus respiratorio particolarmente aggressivo.
La mamma Mariana, residente a Pordenone, non si è persa d’animo e ha chiesto il trasferimento all’Azienda ospedaliera. Pier Davide, grazie all’aiuto dei pediatri padovani, è riuscito a capovolgere un destino che sembrava segnato.
«È stato un miracolo», racconta Mariana, «i medici di Padova hanno salvato Pier Davide, mio figlio vive solo grazie a loro. All’ospedale di Trieste mi dicevano che per lui non c’era alcuna speranza».
Pier Davide è nato il giorno di Natale, a Pordenone, ed è il terzo figlio di Mariana.
«Era un bambino normale», spiega la mamma, «è nato a termine ed era sano. Dopo tre settimane dal parto sono andata all’ospedale per fare una normale visita di controllo; sono rimasta ad aspettare per ore a contatto con tante persone. Secondo me mio figlio è stato attaccato dal virus in quell’ambiente: dopo qualche giorno Pier Davide si è ammalato. Ho notato che faceva fatica a respirare e l’ho portato al Pronto soccorso di Pordenone».
Le condizioni del piccolo sono risultate sin da subito preoccupanti perché il virus respiratorio sinciziale si era già diffuso ai polmoni.
Si tratta di un virus che causa infezioni dei polmoni e delle vie respiratorie. È così comune che la maggior parte dei bambini, a 2 anni, lo contrae. L’infezione può però anche essere grave, soprattutto nei neonati o in chiunque abbia un sistema immunitario molto debole.
«A Pordenone non avevano le macchine e le strumentazioni adatte per curare Pier Davide», aggiunge Mariana, «quindi il bambino è stato portato a Trieste. I medici lì mi hanno detto che non c’era speranza di sopravvivenza, neanche dell’1 per cento, le sue condizioni erano troppo gravi. Io non ho accettato questa condanna e ho firmato le dimissioni con l’intenzione di trasferire mio figlio a Padova».
Il 12 febbraio Pier Davide è arrivato in Azienda ospedaliera ed è stato collegato all’Ecmo (un macchinario ad alta tecnologia che consente la circolazione extra corporea) al centro Gallucci. Il bimbo è stato seguito dai due cardiochirurghi pediatri Massimo Padalino e Vladimiro Vida.
Poi, fino al 28 marzo, Pier Davide è stato accolto nella Terapia intensiva pediatrica guidata dal professor Andrea Pettenazzo.
«Il bambino è stato finalmente dichiarato fuori pericolo: ringrazio Dio che mi ha dato un figlio così forte e tutto il gruppo di Pediatria e Cardiochirurgia», aggiunge Mariana, che durante il ricovero è stata ospitata nel centro di accoglienza Casa Maria.
«Ora finalmente posso abbracciare il mio bambino: è il più bel regalo di Pasqua. Per settimane Pier Davide è rimasto intubato e sotto sedativi, potevo toccarlo solo con un dito».
Fonte mattinopadova.gelocal.it/Elisa Fais