Il miracolo del cuore di Santa Caterina. Santa Caterina da Siena recava una cicatrice sulla sinistra del petto. Scopri la storia…
Secondo il suo confessore e storico Beato Raimondo da Capua, Santa Caterina da Siena recava una cicatrice sulla sinistra del petto. Come attestavano le compagne che l’avrebbero vista molte volte. Per il biografo la cicatrice era prova del fatto che il Signore aveva squarciato il petto della Santa, per prenderle il cuore e restituirglielo tempo dopo, purificato e risplendente.
Ma già prima la Santa aveva avuto i dolori della corona di spine, quindi, nel 1375, aveva ricevuto le sacre stigmate. Racconta Raimondo da Capua, testimone e confidente: “La prudentissima vergine m’aggiungeva di aver sperimentato nel proprio corpo qualcosa di ciascun patimento di Lui; qualcosa, stimando impossibile di poter sostenere tutta intera la Passione di Gesù. Diceva pure che il maggior dolore sofferto dal Crocifisso fu nel petto, a causa della disgiunzione delle ossa, e in prova di questo lei adduceva i dolori del proprio corpo. Tutti le erano passati, ma quello no. Benché ogni giorno lei soffrisse continuamente di dolori ai fianchi e al capo, confermava che i dolori del petto erano impossibili, né per lei, né per lo stesso Salvatore.
Le ossa del petto, infatti, disposte dalla natura a protezione del cuore e dei polmoni, non possono disunirsi senza che il cuore non ne risenta fortemente e, forse, eccetto per miracolo, non potrebbe accadere ad un altro senza morirne (…). Dopo che il corpo della santa vergine provò la passione, che le durò molti giorni. Si indebolirono senza dubbio le sue forze, ma moltiplicò l’amore nel suo cuore (…).
Il cuore della vergine si divise
La forza di quell’amore fu tale, che il cuore della vergine si divise nel mezzo in due pareti, e così, rotte le vene vitali, solo a causa della veemenza del Divino Amore, e non per altra cagione, lei spirò. Molti furono i testimoni presenti a questa morte, e alcuni sono ancora vivi, i quali lo dissero a me per primo. Allora mi recai da lei serio serio, e con ogni attenzione cercai di frugare nel suo pensiero, e la supplicai di dirmi la verità. Invece di rispondermi, diede in un pianto dirotto. Passato del tempo, finalmente mi disse: “Padre, avreste voi compassione di un ‘anima la quale, liberata da un carcere tenebroso, dopo aver veduto, sia di nuovo rinchiusa nelle tenebre? Quell’infelice sono io!
Tutto ciò è accaduto a me per le mie colpe, avendo così disposto la provvidenza di Dio”. Queste parole accrebbero la mia curiosità di sapere come si era svolta una cosa così portentosa, e le domandai: “Figlia cara,ma l’anima tua fu veramente separata dal corpo?”. E Lei: “Il fuoco del Divino Amore, e il desiderio di unirmi a Colui che io amo, erano tanto accesi, che se anche il mio cuore fosse stato di pietra o di acciaio si sarebbe spezzato ugualmente e aperto”.
Le parole di Santa Caterina che possiamo leggere nel Dialogo della Divina Provvidenza, alla fine del capitolo che descrive Cristo come ponte: “per misericordia ci hai lavati nel Suo Sangue, per misericordia hai desiderato di intrattenerti con noi, tue creature. Follia d’amore! Non bastò per te assumere la carne, hai voluto addirittura morire!…Oh grazia! Il mio cuore sprofonda nel pensiero di Te: dovunque rivolga la mia mente, trovo solo grazia”. (noalsatanismo.wordpress.com)
Redazione Papaboys