Il miracolo eucaristico di Firenze. Era il 30 dicembre 1230. Quelle Ostie intatte da 790 anni devono farci riflettere!
«Il dì appresso, prendendo nuovamente il detto calice vi trovò dentro vivo sangue rappreso e ciò fu manifesto a tutte le donne di quel monastero e a tutti i vicini che vi furono presenti e al Vescovo e a tutto il chiericato e poi si palesò a tutti i Fiorentini, i quali, con grande devozione, vi si radunarono intorno per vedere e presero il sangue del calice e lo misero in un’ampolla di cristallo che ancora si mostra al popolo con grande riverenza».
Il 30 dicembre 1230 avvenne quello che viene ricordato come il miracolo eucaristico di Firenze.
Fu la chiesa di Sant’Ambrogio, situata nel quartiere Santa Croce, il teatro dell’evento: Ugoccione, un anziano sacerdote, non pulì perfettamente il calice utilizzato durante la messa del giorno precedente e al mattino ritrovò al suo interno del sangue raggrumato.
Tra lo stupore delle monache e del sacerdote, il liquido fu trasferito all’interno di un’ampolla e portato al monsignor Ardigno Foraboschi, che dapprima risultò scettico.
Dopo diverso periodo sotto osservazione, la reliquia tornò nella chiesa di Sant’Ambrogio per essere custodita all’interno di un tabernacolo.
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Tuttavia, c’è da dire che il miracolo eucaristico di Firenze non suscitò tanto clamore quanto quello di Bolsena, datato 1263 e lo stesso papa non mostrò molto entusiasmo.
Il 24 marzo 1595, Venerdì Santo, nella stessa chiesa divampò un violento incendio, durante il quale un sacerdote, cercando di mettere in salvo la pisside con le ostie consacrate, inciampò facendo finire le particole tra le fiamme.
Dopo l’incendio le particole sarebbero state ritrovate avvolte in un corporale, miracolosamente intatte. Successivamente l’arcivescovo Alessandro Marzi-Medici, dopo un’indagine, riconobbe il prodigio autorizzandone il culto.
Le reliquie sono oggi conservate nella stessa chiesa, nel tabernacolo della Cappella del Miracolo del Sacramento, insieme all’altra reliquia del sangue raggrumato, e insieme vengono esposte ogni anno durante le Quarantore, raccolte in un unico ostensorio.
Servizio a cura di Daniele Venturi