Il miracolo eucaristico di Veroli avvenne nel 1570 nell’omonima cittadina: nella locale basilica di Sant’Erasmo, durante l’esposizione del Santissimo Sacramento, si verificarono delle manifestazioni prodigiose…
LA STORIA – A Veroli, in provincia di Frosinone, il 26 marzo 1570, giorno di Pasqua, don Angelo de Angelis, parroco della basilica di Sant’Erasmo, aveva esposto il Santissimo Sacramento per l’adorazione eucaristica delle Quarantore, nella cappella dedicata a San Gregorio Magno.
Allora la particola non veniva abitualmente esposta come oggi nell’ostensorio, ma in una teca d’argento chiusa da un coperchio, posta a sua volta in un calice coperto dalla patena; il tutto era stato coperto con un drappo di seta.
Verso le due di notte, durante il turno di adorazione della Confraternita della Misericordia, apparve sopra al calice una stella splendente, e sopra di essa l’ostia consacrata; a questa visione ne subentrarono altre, ripetutesi la sera seguente: Gesù Bambino, poi Gesù morente in croce, tre ostie simbolizzanti la Trinità, e bambini in adorazione.
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Tra le testimonianze raccolte dalla Curia subito dopo i fatti, conservate nell’archivio della basilica, c’è anche quella di Giacomo Meloni, presente al fenomeno, il quale scrisse tra l’altro:
«Ritrovandomi nella chiesa collegiata di Sant’Erasmo della città di Veroli a dì 26 del mese di marzo passato di questo anno 1570, avanti al Santissimo Sacramento, che non si poteva vedere stando sopra l’altare dentro un calice di argento indorato coperto dalla patena, et con una tovaglia di seta sopra detta patena…orando in ginocchioni per mezza hora insieme con gli fraternali et dicendo l’offizio, cominciarono detti fraternali a gridare misericordia et battersi lo petto piangendo fortemente…uno chiamato Giovanni Nardillo della città di Veroli mi disse: “Non vedi la stella che è apparsa nel calice ove è il SS.mo Sacramento?”.
E così, alzando gli occhi verso il calice, vidi da piede alla coppa del calice una stella splendidissima e sopra della stella appariva il SS.mo Sacramento, di grandezza uguale di quello che si suol usare nella messa il sacerdote…».
Tra i testimoni vennero citati anche don Angelo de Angelis e don Gierolamo Todino, canonico della chiesa; al diffondersi della notizia, accorsero fedeli, il vescovo e le autorità civili. Il Santissimo Sacramento rimase esposto fino al 6 aprile: durante tale periodo si verificarono numerose guarigioni miracolose.
Il calice e la patena furono conservati nel reliquiario dei santi, mentre l’ostia consacrata venne successivamente consumata. L’avvenimento viene ricordato ogni anno il martedì dopo Pasqua, inoltre ogni primo venerdì del mese, nella basilica di Sant’Anselmo, viene esposto il Santissimo Sacramento per ricordare il miracolo, mentre le altre chiese cittadine rimangono temporaneamente chiuse.
Il papa Giovanni Paolo II, durante la sua visita a Frosinone del 16 settembre 2001, volle celebrare la messa con il calice e la patena dell’evento di Veroli, facendo inoltre dono del suo zucchetto alla basilica di Sant’Erasmo. (Fonte it.cathopedia.org)
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