La mitezza, l’onestà, le radici contadine, il coraggio, la tenacia. È questa la “bellezza” variopinta che monsignor GianCarlo Maria Bregantini, da quasi sette anni arcivescovo di Campobasso-Bojano, si porta dentro. E che non vede l’ora di presentare al Papa, che il 5 luglio – per la sua quinta visita pastorale in Italia – ha scelto il Molise. Agli abitanti di Campobasso, il vescovo ha chiesto di rendere ancora più bella la propria città con i fiori e le coperte ai balconi. Ad una settimana dalla visita, ci confida un auspicio sotto forma di sogno: che Papa Francesco lanci un appello per il lavoro, da trasformare in “patto” virtuoso in grado di sconfiggere tutte quelle “scorie negative” che a volte paralizzano la gente buona. Fino a toglierle la speranza.
“Un dono per il Molise”, recita il logo della visita. Cosa riceverà questa terra il 5 luglio, con l’abbraccio del Papa?
“Dalla visita di Papa Francesco riceveremo tantissimo, e il desiderio e l’attesa del suo abbraccio e delle sue parole sono molto forti. La nostra è una terra che da sempre è l’immagine della riconciliazione: è una terra di contadini, che può vantar le minori percentuali di delinquenza e di inquinamento d’Italia. Vogliamo mostrare al Santo Padre la bellezza della nostra terra e della nostra cultura, il nostro desiderio di diventare ‘custodia’ dei doni che Dio ci ha dato, in modo che diventino volano di sviluppo per il mondo del lavoro e di dinamismo per la vita dei giovani”.
Quale regione Francesco si appresta ad incontrare?
“Il Papa incontrerà un Molise in bilico tra Nord e Sud, anche a livello geografico, dove c’è un tessuto industriale positivo, frutto di decenni di saggia gestione che non hanno però permesso di dare a questa realtà lo sviluppo adeguato. Il nostro stabilimento della Fiat, realtà molto positiva, è sempre in bilico tra una gestione globalizzata e il rischio di spostare le produzione in altre zone del mondo. I nostri allevamenti aviari sono i più ricercati d’Italia per il clima: anche l’Aia, nata a Verona, presta grande attenzione a questo angolo di Mezzogiorno, ma se l’allevamento va bene la macellazione, sottoposta a logiche clientelari, non ha avuto la capacità di ‘tenere’ a livello commerciale come era necessario. In sintesi, il Molise ha una ‘struttura’ antica, valorizzata dalla bassa delinquenza che esiste, la serietà e dall’onestà dei suoi abitanti, che tuttavia necessita di una spinta imprenditoriale in grado di renderla concorrenziali. I valori ci sono, e sono stati declinati lungo decenni e secoli di storia: a noi tocca ora prendere in mano questa regione, e l’arrivo del Papa contiamo che ci aiuti in questa direzione”.
A Campobasso, l’attenzione sarà centrata sul lavoro?
“Noi ci auguriamo che il lavoro sia il tema centrale della visita del Papa in Molise. Tra l’altro, c’è una coincidenza che definirei provvidenziale: Papa Francesco arriva il 5, ed il 28 proprio a Campobasso è in programma una grande manifestazione del mondo sindacale, come ‘patto per il lavoro’. E un ‘patto per il lavoro’ è anche quello siglato dai vescovi del Molise: la speranza è che possa essere il punto di partenza per il superamento del clientelismo, la gestione dal basso, l’eliminazione di tutte le altre ‘scorie negative’. Il sogno è di arrivare ad avere un Nord e un Sud che si intrecciano e che divengano laboratorio”.
Come si articolerà la visita del Papa?
“Il Papa visiterà sette siti: un cammino, quasi un’enciclica, che comincerà proprio con l’incontro con il mondo del lavoro, all’Università di Campobasso. A dare il proprio saluto a nome dei presenti saranno un ex operaio della Fiat di Termoli, oggi tornato ai campi per scelta, e una mamma di un operaio della Fiat, a simboleggiare il dialogo tra famiglia e lavoro, con un auspicio che il Papa intervenga a proposito del lavoro la domenica. Nella giornata di sabato, tutti gli ipermercati saranno chiusi in mattinata, per riaprire dalle 15 in poi, quando Francesco se ne andrà da Campobasso. Un’esperienza che si potrebbe replicare ogni domenica: chiudere la mattina, per permettere di andare alla messa e di pranzare in famiglia, e poi riaprire nel pomeriggio. Sono piccoli gesti, che potrebbero però essere rivelatori di un’etica nuova”.
Castelpetroso attende l’arrivo di giovani: sarà una “mini Gmg” del Sud?
“L’incontro si colloca a metà strada tra Rio e Cracovia. Tre i momenti: al mattino, la preghiera e la riflessione su Dio che non si stanca mai di perdonare, come ci ripete il Papa: qui troveranno spazio le proposte e la testimonianza di riconciliazione che diventa collaborazione, premessa al Progetto Policoro. Poi la messa celebrata da monsignor Santoro, con tutti i vescovi di Abruzzo e Molise. Il Papa arriverà alle 15, e sarà salutato da una ragazza di Trivento, perché tutte le quattro diocesi molisane – Campobasso-Bojano, Isernia-Venafro, Termoli-Larino, Trivento – sono coinvolte nella visita del Papa: siamo ‘coinvolgenti’, non prepotenti…”.
Ad Isernia l’incontro con i carcerati e con gli ammalati, a Campobasso l’apertura della mensa Caritas “Casa degli Angeli”, dedicata a Papa Francesco. Un’altra occasione per dire “no” alla “cultura dello scarto”…
“Abbiamo avuto molte difficoltà burocratiche ad aprire la mensa, ma alla fine ce l’abbiamo fatta, grazie ai fondi della Cei e alla collaborazione del Comune e della Regione. Oltre alla mensa, ci saranno le docce e l’ospitalità per la notte offerta a ragazzi e ragazze che non hanno dove dormire. Ci sono anche due appartamenti per chi è sotto sfratto, ed un emporio solidale per vendere i nostri prodotti rurali. L’augurio è che la nuova mensa possa diventare il cuore pulsante della solidarietà diocesana e interdiocesana, perché i poveri non hanno confini ecclesiastici”. A cura di Redazione Papaboys*
* fonte: Agensir