Categorie: Caritas et Veritas

Il monumento a Papa Giovanni è la carità. La carezza del Papa

ROMA – La diocesi di Bergamo si sta preparando affinché la Canonizzazione, come momento di grazia, abbia ricadute nella vita ordinaria in modo che ognuno si senta provocato nei propri stili di vita, facendo emergere una carità popolare e una solidarietà fatta di piccoli gesti in un contesto che è sempre più complesso.

Il punto di partenza è il messaggio per la Quaresima di Papa Francesco, che ha posto il focus sui tre volti della povertà: materiale, spirituale e culturale. Il Vescovo Francesco Beschi ha fatto propria questa triplice attenzione, chiedendo: “Cosa può fare la Chiesa di Bergamo ponendosi nel solco del magistero giovanneo?”. Hanno preso forma così “LE OPERE SEGNO”: segni di attenzione, carità, promozione umana ed educazione come cammini di solidarietà che abbiano ricadute nell’ordinarietà.

Un primo gruppo di intervento riguarda opere strutturali. C’è un progetto internazionale per Haiti, con un contributo di 800.000 euro (dopo la consegna della scuola edile che verrà intitolata a Papa Giovanni, si garantisce il sostegno dell’attività scolastica per i prossimi tre anni). C’è un progetto europeo con il supporto alla parrocchia di Shengjin nella diocesi di Lezhë in Albania (600.000 euro) con la costruzione della chiesa e del centro pastorale. C’è poi un progetto «in casa», in Bergamo, con il progetto di trasformazione di una caserma dismessa in luogo di accoglienza per i più poveri (circa 600.000 euro per i lavori e 300.000 euro all’anno per la gestione).

Il secondo filone è dedicato all’attenzione particolare alle famiglie colpite dalla crisi. Da un lato si incrementa con 600.000 euro il fondo famiglia-lavoro per dare continuità a un percorso avviato già da alcuni anni, con l’invito ai sacerdoti a devolvere una loro mensilità a questo scopo e tutte le offerte raccolte dalle comunità parrocchiali il 27 aprile. Dall’altro si crea un nuovo fondo “famiglia-casa”, per sostenere i nuclei con difficoltà abitative: la copertura finanziaria è di 3 milioni di euro su due anni, ricavati dalla vendita di immobili della diocesi.

Il terzo filone è rivolto al mondo culturale e socioculturale per aiutare i giovani tra i 18 e i 35 anni a diventare cittadini del mondo sostenendo le scelte di vita al servizio dei popoli più poveri del mondo e promuovendo borse di studio pre e post dottorato per i progetti di ricerca della Fondazione Papa Giovanni XXIII sui grandi temi generati dalla poliedrica figura di Papa Giovanni XXIII.

Ha detto il Vescovo di Bergamo, Mons. Francesco Beschi: “Gli impegni così consistenti della nostra diocesi di Bergamo nascono dal desiderio condiviso di manifestare una vicinanza grande, significativa e concreta a tante situazioni sofferte, soprattutto a partire dalle difficoltà del lavoro e dell’abitare, che sono beni essenziali. Mettiamo in campo risorse molto consistenti che vogliono rappresentare un segno di speranza. C’è un clima di fatica a sperare. Da qui l’esigenza condivisa di introdurre elementi che possano squarciare questo grigio. L’obiettivo è risvegliare speranze che nascono dalla apertura di cuore da parte di molti. Il dono della Canonizzazione deve avere delle conseguenze che le persone concepiscano concretamente in termini di speranza.

Non tutti saranno raggiunti dalla quantità pur consistente di risorse che abbiamo messo in campo, però vorremmo che tutti fossero raggiunti dalla possibilità di percepire che attraverso la solidarietà e l’attenzione reciproca non solo si può resistere alla crisi, ma se ne può uscire. È dunque la qualità di uno stile che vogliamo testimoniare. Una grande casa perché tutti abbiano casa. Noi mettiamo a disposizione una nostra casa perché le persone possano continuare ad abitare le loro case. È una rinuncia come scelta di distacco: per questo chiederò ai preti il giovedì santo di offrire una loro mensilità. Superare i propri calcoli per generare nuova vita: è il chicco di grano capace di generare nuovi chicchi.

Tutto questo impegno non voglio che finisca in se stesso: io desidero che questo faccia crescere in tutti la consapevolezza che dobbiamo aiutarci vicendevolmente: basta egoismi! La possibilità di essere attenti gli uni agli altri, anche rinunciando a qualcosa, non può far altro che far crescere la speranza e la certezza di una vita migliore”.

C’è poi un fitto CALENDARIO di eventi, ecclesiali e civili, pastorali e culturali, che si concluderà significativamente l’11 ottobre (data della memoria liturgica del Beato nel ricordo dell’apertura del Concilio) con la consacrazione della chiesa del nuovo ospedale cittadino, dedicato a Papa Giovanni.

Il prossimo significativo evento sarà il ricordo dell’Enciclica «Pacem in terris», il 12 aprile. Sono invitati gli Ambasciatori dei Paesi in cui l’allora Mons. Angelo Roncalli svolse la sua missione diplomatica (Bulgaria, Turchia, Grecia e Francia). La prolusione di commemorazione è stata chiesta a Jacques Delors, emerito Presidente della Commissione Europea, sono previste poi testimonianze tra cui quella di Maria Romana De Gasperi. Il profilo delle iniziative è a immagine e somiglianza di Papa Giovanni XXIII:un uomo radicato nel suo territorio, ma con lo sguardo puntato oltre, alla mondialità, abitata da uomo di fede e di Chiesa.

Una IMMAGINE, realizzata da Angelo Capelli, mostra i due Papi canonizzati, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, aggrappati all’unica croce di Cristo, rappresentata simbolicamente in quello che oggi si identifica come “il pastorale del Papa”, che fu in realtà di Papa Paolo VI. È il passaggio del testimone nella successione apostolica, è il ricordo del cammino del Concilio Vaticano II. Raggiungerà tutte le case come immagine con una invocazione, come benedizione per le famiglie e come preghiera per gli ammalati.


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Sabato 26 aprile, alle ore 18, i pellegrini bergamaschi si ritroveranno per una veglia in San Giovanni in Laterano: qui il giovane Roncalli venne come seminarista nel Pontificio Seminario Romano e poi fu la sua Cattedrale da Papa come Vescovo di Roma. di Mons. Giulio della Vite*

*Segretario generale della Diocesi di Bergamo. Intervento pronunciato in Conferenza Stampa in Vaticano il 31 marzo 2014

Per informazioni ulteriori: www.diocesibg.it

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