Dopo le indicazioni di Papa Francesco alla Conferenza Episcopale Italiana e le indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi, la fisionomia del “parlamento dei vescovi” comincia a modellarsi secondo le nuove disposizioni pontificie. La prolusione del Presidente della CEI cardinale Bagnasco si è rivelata molto più sintetica, con una marcata prevalenza di temi sociali, in particolare il problema “della mancanza di lavoro”. Nella relazione, Bagnasco ha accennato –come avevamo anticipato ieri nella rubrica Italia et Ecclesia-, alla rivisitazione voluta da Papa Francesco sulla struttura della Conferenza episcopale. Ha proseguito poi nel commento dell’enciclica papale “Evangelium gaudium”, criticando la tristezza individualistica e il risentimento di cui sono vittime anche i cristiani. Come medicina, il Cardinale propone la “cultura del noi”, per superare ogni forma d’intolleranza e “accogliere fratelli e sorelle che per disperazione approdano sui nostri lidi col desiderio di trovare una integrazione rispettosa e serena”.
Scorrendo la prolusione, un paragrafo è dedicato alla scuola e alla grave situazione economica di molti istituti paritari: “Non possiamo – per ragioni di giustizia – non rilevare ancora una volta la grave discriminazione per cui, nel nostro Paese, da un lato si riconosce la libertà educativa dei genitori, e dall’altro la si nega nei fatti, costringendoli ad affrontare pesi economici supplementari. Ogni anno, chiudere delle scuole cattoliche – di qualunque ordine e grado – rappresenta un documentato aggravio sul bilancio dello Stato, un irrimediabile impoverimento della società e della cultura, e viene meno un necessario servizio alle famiglie. Per sostenere la scuola e la libertà di educazione i vescovi promuovono un evento pubblico in piazza San Pietro al quale il Santo Padre Francesco ha dato non solo la sua approvazione, ma ha assicurato la sua personale presenza”.
Come accennato, l’attenzione della prolusione si è rivolta al grave problema dell’occupazione. Il Presidente ha lanciato un “appello affinché la voce dei senza lavoro, che sale da ogni parte del Paese, trovi risposte più efficaci in ogni ambito di responsabilità. Non è ammissibile che i giovani – che sono il domani della nazione – trovino la vita sbarrata perché non trovano occupazione. A livello pubblico “si vedono impegno e tentativi, segnali promettenti, ma i mesi e gli anni non aspettano nessuno. Quale progetto di vita è possibile per le giovani generazioni? Il dibattito sulla riforma dello Stato, nei suoi diversi snodi, è certamente necessario, ma auspichiamo che ciò non vada a scapito di ciò che la gente sente più bruciante sulla propria pelle, e cioè il dramma del lavoro: la povertà è reale!”.
Non sono mancati i riferimenti alla situazione insostenibile delle carceri italiane sovraffollate. Si è ricordata la Giornata della Memoria, lanciando idealmente un abbraccio solidale agli ebrei vittime dei recenti episodi di intimidazione, e un augurio ai cinesi per il loro Capodanno. Per concludere, il Presidente della CEI, ha affrontato il tema della famiglia che sarà trattato dal prossimo Sinodo: “Il singolo ha bisogno di lavoro per avere dignità e sostentamento, ma ha anche bisogno di legami sicuri e stabili, ha bisogno di fare famiglia che deve essere sostenuta da politiche più incisive ed efficaci anche in ordine alla natalità, difesa da tentativi di indebolimento e promossa sul piano culturale e mediatico senza discriminazioni ideologiche”. di Giovanni Profeta