Quattrocento anni fa, il 14 luglio del 1614, moriva a Roma San Camillo de Lellis, fondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, che dedicò la sua vita all’assistenza dei malati. Proprio nel giorno in cui si chiude l’Anno giubilare camilliano, assume ufficialmente la guida dell’Ordine, padre Leocir Pessini, brasiliano. “Il nostro progetto adesso è rivitalizzare la vita camilliana, l’amministrazione delle nostre opere, la promozione delle missioni”, ha detto padre Pessini, anche dopo i recenti scandali finanziari. Debora Donnini della Radio Vaticana gli ha chiesto quale il messaggio di San Camillo per il mondo di oggi:
R. – L’attualità di Camillo è l’attualità evangelica del Buon Samaritano. L’attualità di Camillo è un grido profetico da 400 anni! È di un’attualità incredibile nell’ambito, ad esempio, della cura delle malattie nelle situazioni tecnologicamente più avanzate: abbiamo, ad esempio, la tecnologia più avanzata, ma ambienti freddi, senza anima, senza cuore, senza tenerezza. E Camillo è un grido in questo senso e i Camilliani portano avanti il grido della tenerezza di Dio davanti a tutte queste situazioni esistenziali.
D. – Quali sono i numeri, per darci una fotografia in sintesi del vostro Ordine?
R. – Siamo 1.200 religiosi Camilliani in 40 Paesi. Ma la grande famiglia camilliana laica conta circa 2.500 laici legati all’Ordine. Poi ci sono due grandi Congregazioni femminili: le Ministre degli Infermi e le Figlie di San Camillo; poi l’Istituto secolare Cristo Speranza e il Gruppo Amici di San Camillo. Credo che tutto questo universo della grande famiglia camilliana conti circa 15 mila persone legate al carisma di San Camillo.
D. – Qual è la missione che in questo momento di insediamento sentite che il Signore vi chiama a compiere?
R. – Stiamo iniziando adesso questo compito per essere un po’ il coordinatore tra i confratelli all’interno dell’Ordine, creando fraternità, fiducia, mutuo aiuto; in ambito esterno a livello di responsabilità sociale, bisogna curare tutti questi enti giuridici nell’ambito della sanità che sono molti! Pensiamo solamente al Brasile: abbiamo una rete di 56 ospedali, siamo l’istituzione privata comunitaria numero “uno” nel Paese, con 23 mila collaboratori che dipendono direttamente da noi! Solamente a San Paolo ci prendiamo cura di più di 2 milioni di abitanti, che sono sotto la responsabilità gestionale camilliana.
D. – Nel comunicato dite anche che questo è un momento di purificazione …
R. – Credo che la grande sorpresa dello Spirito è stata questa: per il IV Centenario (della morte di San Camillo ndr.) ci aspettavamo di fare cose grandiose! Con questi fatti, siamo stati obbligati ad andare all’interno delle nostre comunità, a rivedere le cose, a rivitalizzarne altre che sono disfunzionali… É un nuovo governo!
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana