“C’è bisogno di fiducia: contiamo su di voi” ha detto dal canto suo il cardinale Angelo Bagnasco
nella messa concelebrata con l’arcivescovo di Pisa, monsignor Giovanni Paolo Benotto, l’arcivescovo di Lucca, monsignor Italo Castellani, il parroco di Barbaricina e San Rossore, don Claudio Bullo. L’omelia è stata dedicata proprio al senso del coraggio: “La vostra presenza qui e nelle nostre Chiese è un segno di gioia e di speranza per tutti, innanzitutto per i giovani come voi, che bussano alla porta del lavoro e della società. Sì, c’è bisogno di fiducia in una società rappresentata come persa e disperata, dove sembra che la bellezza e il bene siano cancellati dall’orizzonte. Ma voi sapete che così non è, e non lo sarà mai. È il vostro cuore a dirvelo, è la vostra presenza a testimoniarlo”. Grazie e non temete mai! Coraggio!”.Il coraggio, concetto al quale gli scout cattolici hanno riservato le loro riflessioni di questi giorni fino a stilarne una “Carta”. Ed è lo stesso concetto sottolineato anche da Matteo Renzi nel suo intervento dopo la Messa. “Non lasciate il futuro in mano a chi ha paura. La parola d’ordine non sia paura o timore, la parola chiave non può che essere coraggio. Voi avete approvato la Carta del coraggio e io vi prendo sul serio”, ha detto il premier, invitandoli a “cambiare tutto, ma a non cambiare Paese. “Restate in Italia e permetteteci di dare importanza alla parola essere, non avere”, ha detto citando poi una delle massime di Baden Powell, fondatore dello scoutismo: “Date un calcio all’impossibile”.
E per “prendere sul serio” le istanze emerse dalla Route degli scout Renzi ha puntato su due impegni: dal prossimo anno servizio civile per tutti coloro i quali vorranno impegnarsi e investimento del risparmio, ottenuto rendendo più efficiente energia e tecnologie, sulla scuola, che è “la più grande arma per costruire la pace, non l’F35 o l’Eurofighter”, aveva detto poco prima in un’intervista pubblicata sul sito dell’Agesci nella quale ha anche sostenuto che negli ultimi due mesi sono stati realizzati 108mila posti di lavoro in più. Tutto ciò a dispetto dei “gufi” che oggi Renzi non ha chiamato con questo nome. Si è infatti espresso in un linguaggio più scout, ricorrendo all’analogia con la “route”, la strada. “L’Italia è in route, e come in ogni route – dice Renzi – c’è sempre quello che dice: hai sbagliato. O che chiede: quanto manca?”. E nonostante la moglie Agnese, come lui ex scout, riconosca al premier che di quella esperienza giovanile a Renzi sono rimaste “la tenacia e la capacità di raggiungere gli obiettivi”, lui pensa, a suo modo, al futuro: “Per me è già iniziato il conto alla rovescia per essere rottamato”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire
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