I mercati finanziari non possono governare le sorti dei popoli. E’ la denuncia di Papa Francesco levata durante l’udienza ai partecipanti al Convegno promosso dal dicastero “Giustizia e Pace” sugli investimenti per combattere la povertà e le diseguaglianze sociali. Dal Papa anche l’esortazione a rimettere l’etica al centro della finanza. L’indirizzo d’omaggio al Pontefice è stato rivolto dal cardinale Peter Turkson.
“Una Chiesa povera e per i poveri”, ma anche un’economia che non calpesti i più deboli. Papa Francesco ha colto l’occasione di un Convegno sull’investimento per i poveri per ribadire la necessità di mettere la persona al centro dei processi economici: “È importante che l’etica ritrovi il suo spazio nella finanza e che i mercati si pongano al servizio degli interessi dei popoli e del bene comune dell’umanità. Non possiamo tollerare più a lungo che i mercati finanziari governino le sorti dei popoli piuttosto che servirne i bisogni, o che pochi prosperino ricorrendo alla speculazione finanziaria mentre molti ne subiscono pesantemente le conseguenze”.
L’innovazione tecnologica, ha osservato, “ha aumentato la velocità delle transazioni finanziarie, ma tale aumento trova senso” se migliora “la capacità di servire il bene comune”: “In particolare, la speculazione sui prezzi alimentari è uno scandalo che ha gravi conseguenze per l’accesso al cibo dei più poveri. E’ urgente che i Governi di tutto il mondo si impegnino a sviluppare un quadro internazionale in grado di promuovere il mercato dell’investimento ad alto impatto sociale, in modo da contrastare l’economia dell’esclusione e dello scarto.
“Nel giorno in cui la Chiesa festeggia i santi Quirico e Giulitta, figlio e madre che, sotto Diocleziano, lasciarono i loro beni andando incontro al martirio – ha concluso – vorrei chiedere con voi al Signore di aiutarci a non dimenticare mai la fugacità dei beni terreni e ad impegnarci per il bene comune, con amore di preferenza per i più poveri e deboli”. Il servizio è di Alessandro Gisotti per la Radio Vaticana