Categorie: Sancta Sedes

Il Papa: assistenza a malati anziani sia ricca di spazi di dignità lontani dalla “tortura dei silenzi”

CITTA’ DEL VATICANO – “La Chiesa deve dare esempio a tutta la società” del fatto che gli anziani sono “indispensabili”. E’ questo uno dei passaggi centrali del discorso che Papa Francesco ha rivolto stamani in Aula Paolo VI, in Vaticano, ai partecipanti alla Conferenza Internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. “La Chiesa al servizio della persona anziana malata: la cura delle persone affette da patologie neurodegenerative” è il titolo del convegno che si è aperto giovedì scorso e al quale hanno preso parte oltre 400 persone, fra cui molti studiosi di tutto il mondo. Ieri all’interno della Conferenza è stato poi presentato il Sussidio “La pastorale Sanitaria e la Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede”.  

Oggi, come sempre, gli anziani sono protagonisti nella Chiesa. Da qui parte il discorso di Papa Francesco per ricordare che la Chiesa deve, dunque, dare l’esempio a tutta la società del fatto che le persone anziane malgrado gli “acciacchi”, anche seri, sono “indispensabili”:

“Esse portano con sé la memoria e la saggezza della vita, per trasmetterle agli altri, e partecipano a pieno titolo della missione della Chiesa. Ricordiamo che la vita umana conserva sempre il suo valore agli occhi di Dio, al di là di ogni visione discriminante”.

Con il prolungamento delle aspettative di vita nel corso del 20.mo secolo, è cresciuto il numero di persone che va incontro a patologie neurodegenerative, anche con un deterioramento delle capacità cognitive. Si tratta di patologie che investono il mondo sociosanitario, delle strutture socio-assistenziali e della famiglia “che – dice il Papa – resta il luogo privilegiato di accoglienza”. E’ quindi importante “il supporto di aiuti e servizi adeguati”, rivolti alla persona assistita ma anche a coloro che la assistono come familiari e operatori professionali. “Ciò è possibile solo in un contesto di fiducia”, afferma Papa Francesco ricordando che “così vissuta, quella della cura diventa un’esperienza molto ricca sia professionalmente sia umanamente”, altrimenti diventa molto più simile alla “fredda ‘tutela fisica’”:

“Si rende necessario, pertanto, impegnarsi per un’assistenza che, accanto al tradizionale modello biomedico, si arricchisca di spazi di dignità e di libertà, lontani dalle chiusure e dai silenzi. Quella tortura dei silenzi! Il silenzio, tante volte, si trasforma in una tortura! Queste chiusure e silenzi che troppo spesso circondano le persone in ambito assistenziale”.

Il Papa sottolinea quindi “l’importanza dell’aspetto religioso e spirituale”. “Anzi – afferma – questa è una dimensione che rimane vitale anche quando le capacità cognitive sono ridotte o perdute”. Serve, dunque, un particolare approccio pastorale, “con forme e contenuti diversificati”, per accompagnare la vita religiosa delle persone anziane con gravi patologie degenerative, “perché comunque – sottolinea il Papa – la loro mente e il loro cuore non interrompono il dialogo e la relazione con Dio”.

Papa Francesco ricorda agli anziani che non sono solo destinatari dell’annuncio del messaggio del Vangelo ma “a pieno titolo” anche “annunciatori”, in forza del Battesimo:

“Ogni giorno voi potete vivere come testimoni del Signore, nelle vostre famiglie, in parrocchia e negli altri ambienti che frequentate, facendo conoscere Cristo e il suo Vangelo, specialmente ai più giovani. Ricordatevi che sono stati due anziani a riconoscere Gesù al Tempio e annunziarlo con gioia, con speranza”.

Prima dell’udienza con il Pontefice, i presenti hanno preso parte a un incontro di preghiera sempre in Aula Paolo VI . A loro, il presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, mons. Zygumunt Zimowski, ha rivolto un discorso ricordando che “anche se la sofferenza non può essere eliminata, la fede cristiana può aiutare a darvi un senso” e la forza per viverla.

Il servizio è di Debora Donnini per la Radio Vaticana (anche in audio):

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