Francesco al Simposio internazionale sulla pastorale della strada: ogni bimbo abbandonato è un grido a Dio; «difendiamo le ragazze costrette a prostituirsi»
«È preoccupante vedere in aumento il numero delle ragazze che vengono costrette a guadagnarsi da vivere sulla strada, vendendo il proprio corpo, sfruttate dalle organizzazioni criminali e a volte da parenti e familiari. Tale realtà è una vergogna delle nostre società che si vantano di essere moderne e di aver raggiunto alti livelli di cultura e di sviluppo». È una denuncia. Eccone poi un’altra: «I bambini e le donne della strada non sono numeri, non sono “pacchi” da scambiare: sono esseri umani con un proprio nome e un proprio volto, con un’identità donata da Dio a ciascuno di loro». Le ha lanciate Papa Francesco questa mattina nell’udienza nella «Sala Clementina» ai partecipanti al Simposio internazionale sulla pastorale della strada, promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti (Roma, 13 – 17 settembre 2015) guidato dal cardinale Antonio Maria Vegliò.
«Nessun bambino – ha detto il Pontefice – sceglie per conto suo di vivere in strada. Purtroppo, anche nel mondo moderno e globalizzato, tanti bambini vengono derubati della loro infanzia, dei loro diritti, del loro futuro. La carenza di leggi e di strutture adeguate – ha rimarcato – contribuisce ad aggravare il loro stato di privazione: mancano di una vera famiglia, mancano dell’educazione e dell’assistenza sanitaria».
Ogni bambino «abbandonato o costretto a vivere nella strada – ha evidenziato Papa Bergoglio – diventato preda delle organizzazioni criminali, è un grido che sale a Dio, il Quale ha creato l’uomo e la donna a sua immagine; è un grido d’accusa contro un sistema sociale che da decenni critichiamo ma che facciamo fatica a cambiare secondo criteri di giustizia».
Inoltre, sulla prostituzione ha sottolineato: «È preoccupante vedere in aumento il numero delle giovani ragazze e delle donne che vengono costrette a guadagnarsi da vivere sulla strada, vendendo il proprio corpo, sfruttate dalle organizzazioni criminali e a volte da parenti e familiari. Tale realtà è una vergogna delle nostre società che si vantano di essere moderne e di aver raggiunto alti livelli di cultura e di sviluppo». Le cause principali di tutto questo sono «la corruzione diffusa e la ricerca del guadagno a tutti i costi», che «privano gli innocenti e i più deboli delle possibilità di una vita dignitosa, alimentano la criminalità della tratta e le altre ingiustizie che gravano sulle loro spalle».
E il giorno dopo avere affermato che la donna non è una «tentatrice che ispira al male», il Papa ha lanciato un nuovo appello per il mondo femminile: «Nessuno può rimanere inerte di fronte all’urgente necessità di salvaguardare la dignità della donna, minacciata da fattori culturali ed economici!».
Redazione Papaboys (Fonte vaticaninsider.lastampa.it/Domenico Agasso)