Don Angelo è il parroco del clero di Roma che Papa Francesco ha scelto come predicatore per gli annuali esercizi della Curia, nel prossimo tempo di Quaresima. Una scelta inedita, dato che fino ad oggi in quell’incarico si sono alternati cardinali o teologi di fama. E peraltro è stata inedita pure la scelta di tenere i prossimi esercizi della Curia romana non più in Vaticano, come tradizionalmente avveniva, bensì nel centro di accoglienza dei paolini, la Casa del Divin Maestro ad Albano: i responsabili delle congregazioni vaticane e dei pontifici consigli si raccoglieranno in questa struttura con 124 camere e cinque cappelle, insieme al Papa, dal 9 al 14 marzo prossimi.
Per i gesuiti, ha spiegato il vicedirettore della Sala Stampa vaticana, padre Ciro Benedettini, «è tradizione che gli esercizi spirituali si tengano in un luogo diverso da quello in cui si abita». Anche per permettere di staccare veramente dalle occupazioni quotidiane e dal disbrigo delle pratiche di ufficio, come non sempre accadeva quando le meditazioni avvenivano Oltretevere. Praticare il raccoglimento è infatti uno degli elementi fondamentali durante gli esercizi spirituali. «Lasciarsi sorprendere da Dio», lasciare a Lui il primo posto: già in quelle parole introduttive pronunciate nel 2009 al ritiro dei preti romani da don Angelo De Donatis si può scorgere la sintonia con il messaggio di Papa Bergoglio, il vescovo di Roma che affida a un suo parroco la guida degli esercizi spirituali per tutta la Curia. Il predicatore degli esercizi della Quaresima 2014 non ha ancora scelto l’argomento delle sue meditazioni: «Ho ancora tempo per pensarci, so solo che parlerò con molta semplicità».
Lo scorso luglio, in uno dei discorsi più importanti del suo pontificato, quello ai vescovi brasiliani, Francesco aveva detto che la Chiesa «non può allontanarsi dalla semplicità, altrimenti disimpara il linguaggio del mistero… A volte perdiamo coloro che non ci capiscono… Senza la grammatica della semplicità, la Chiesa si priva delle condizioni che rendono possibile “pescare Dio” nelle acque profonde del suo mistero». E sempre in quel discorso, il Papa aggiungeva: «Forse abbiamo ridotto il nostro parlare del mistero a una spiegazione razionale; nella gente, invece, il mistero entra nel cuore».
Francesco aveva incontrato una sola volta don Angelo, a tavola, insieme ad altri preti romani, nell’appartamento del Sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu. Il 28 marzo scorso era il Giovedì Santo, e il Papa si era aggiunto al pranzo dopo la celebrazione della Messa crismale in San Pietro durante la quale aveva pronunciato la ormai celebre omelia sui pastori che devono prendere l’odore delle pecore. De Donatis sedeva alla destra di Bergoglio e aveva avuto modo di conversare con lui. A quel tavolo c’erano preti particolarmente impegnati nel sociale. Don Angelo aveva parlato a Francesco della sua vicinanza ai giovani preti e della sua esperienza di direttore spirituale del seminario di Roma. Il predicatore degli esercizi della Curia ha 59 anni, è nato a Casarano, in Puglia, ma è diventato sacerdote a Roma trent’anni fa ed è incardinato nella diocesi del Papa.
La sua parrocchia di San Marco al Campidoglio è diventata sotto la sua guida anche un centro di spiritualità. Don Angelo organizza delle catechesi all’ora di pranzo così da consentire la partecipazione di chi lavora in zona. (Vatican Insider)
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