Prima l’ottimismo dei soccorritori: “È vivo lo salveremo”. Le urla di gioia quando viene portato fuori. Ma in serata la tragica notizia: “Non ce l’ha fatta”
Il piccolo Rayan non ce l’ha fatta. Il bimbo di cinque anni caduto in un pozzo in Marocco, è morto dopo essere stato portato in superficie dai soccorritori che erano entrati nel tunnel scavato per raggiungerlo. Il bambino è deceduto a causa delle ferite riportate nella caduta. Era rimasto bloccato a circa 32 metri di profondità per oltre cento ore. In un primo momento era stato comunicato che il piccolo era stato estratto vivo.
Il bambino è stato portato via avvolto in una coperta gialla. I genitori erano stati scortati su un’ambulanza prima che Rayan emergesse. Un elicottero era già presente sul posto per trasportarlo subito in ospedale, ma non c’è stato nulla da fare.
Anche il Papa si è soffermato all’Angelus sulla drammatica vicenda del bambino morto ieri in Marocco dopo essere caduto in un pozzo. “Tutto un popolo – ha detto Francesco – si è aggrappato” per salvarlo. Un popolo intero ha aspettato, sperato. Il piccolo Rayan, purtroppo, è deceduto a causa “delle ferite riportate” durante la caduta. I soccorritori lo hanno raggiunto quando il suo corpo era ormai senza vita.
Era tutto il popolo lì, lavorando per salvare un bambino! Ce l’hanno messa tutta. Purtroppo non ce l’ha fatta…. Grazie a questo popolo per questa testimonianza!
Le vicende del giovane ghanese e quella del bambino in Marocco ci fanno “vedere – ha concluso il Papa – che oggi, in mezzo a tante brutte notizie, ci sono cose belle, ci sono dei “santi della porta accanto”. Un paese del Piemonte e un popolo del Nord Africa non sono rimasti indifferenti davanti alla sofferenza umana. “Testimonianze che fanno bene”.
Il piccolo Rayan di 5 anni caduto in un pozzo di 32 metri ha potuto essere recuperato ma in condizioni estreme per cui è morto. La notizia ha commosso il re e tutto il Marocco. Un piccolo villaggio vicino a Chefchaouen a nord nella regione di Tangeri-Tetouan-Al Hoceima paese abitato da berberi come la regione di Midelt.
Abbiamo tutti pregato mentre mi sembrava di rivivere l’incidente di Vermicino nel giugno 1981 che causò la morte di Alfredino caduto pure lui in un pozzo artesiano. Alla tristezza ho visto qui unirsi tanta fede. Tutte le moschee venerdì erano piene di gente in preghiera e anche noi ci siamo uniti pregando. Una bella testimonianza di fraternità umana e religiosa che in momenti come questi fa riscoprire la forza dell’Unione di uomini e donne diversi ma tutti figli di un unico Dio.
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