Il piccolo Vlad ha visto la madre stroncata dalla fame a Bucha e ogni giorno si reca sulla tomba portandole barattoli di alimenti
La foto del bambino – racconta Angela Napoletano sull’edizione on line di Avvenire – che ha depositato non fiori ma barattoli di cibo sulla tomba della mamma morta di fame, alla periferia di Kiev, è un concentrato di dolore e tenerezza. Protagonista dello scatto, firmato da Ap, è Vlad Tanyuk, 6 anni, immortalato sul ciglio del cumulo di terra fangosa che fa da sepoltura alla madre, Ira, vittima degli stenti causati dalla guerra.
La posa è quella di un adulto indolente: mani in tasca, testa alta.
Lo sguardo lanciato oltre il cappuccio verde in cui pare voglia sprofondare trasuda il tormento di chi trattiene a malapena lacrime disperate. Le due lattine di cibo appena adagiate sulla tomba, scavata nel giardino sul retro della sua casa e circoscritta da un cordone di mattoni rossi forati, giacciono sotto una croce esile, assemblata alla buona con due pezzi di legno, avvolta in una sciarpa. Sulla terra bagnata svetta anche bricco di succo d’arancia.
La foto fa parte della galleria di immagini che ha svelato al mondo l’orrore di Bucha, il distretto alle porte di Kiev dove sono state trovate caterve di copri senza vita abbandonati sul ciglio delle strade. Più di 300 civili che secondo le autorità ucraine sono stati torturati e uccisi dai «macellai» russi. Mosca continua a negare ogni responsabilità accusando Kiev di aver «messo in scena» la mattanza dopo il ritiro dell’esercito russo da Bucha del 30 marzo. La verifica delle immagini satellitari, sottolinea la Bbc, conferma che i cadaveri giacevano nelle vie della cittadina dal 19 marzo.
A uccidere la mamma del piccolo Vlad non sono state le bombe ma gli stenti causati dalla mancanza di acqua e soprattutto cibo, infima conseguenza della guerra conto Mosca che riporta alla memoria l’incubo dell’Holodomor, lo «sterminio per fame» provocato in Ucraina negli anni ’30 dalle politiche di Stalin.