Italiae et Ecclesia

Il ‘potere’ dell’arcangelo Michele: grande nella fede, ma anche nella speranza!

Considera come l’Arcangelo S. Michele, ammirabile nella virtù della fede, fu altrettanto ammirabile nella virtù della speranza, per la stretta unione che passa fra queste due virtù.




La speranza è «la certa aspettazione della beatitudine proveniente dalla grazia di Dio e dai nostri meriti». L’oggetto di tale virtù soprannaturale è la beatitudine eterna, i mezzi sono la grazia di Dio e la cooperazione della creatura, i motivi la fedeltà di Dio alle sue promesse., In,questa virtù appunto si segnalò 1’Archangelo S. Michele, appena Iddio rivelò agli Angeli la beatifica visione, cui li aveva destinati: Egli, fedelmente cooperando a quella grazia di cui era abbondantemente pieno, ravvivò nel suo cuore la brama di conseguirla. Conobbe mediante la fede che Dio aveva preparato grandissimi beni a coloro che Lo temono, e non diffidò di poterli conseguire con lo aiuto divino. In tale speranza aveva molti contrassegni ed argomenti dell’amore di Dio verso di lui. Tutte le doti e prerogative di cui era stato arricchito, costituivano altrettanti forti stimoli alla sua inconcussa speranza e conoscendo mediante le illuminazioni celesti le delizie della dimora eterna, con accesi sospiri ripeteva le parole del re profeta: Una sola è la brama del mio cuore: abitare nella casa del Signore.

Consacrazione a San Michele Arcangelo

Considera, quanto fu costante la speranza di S. Michele di fronte alla presunzione del superbo Lucifero. Questi, vedendosi ricco di molti e grandi doni naturali e soprannaturali, invece di servirsene come di mezzo e stimolo per aspirare all’eterno godimento di Dio, divenne ammiratore ed adoratore di se stesso, come se non fosse più Dio l’unica vera fonte della beatitudine.

Ma appena Lucifero concepì sì orgoglioso disegno, vide svanire tutto il sogno della sua grandezza, senza che tanti doni e pregi potessero impedirne l’immediata rovina. Di fronte a questa tremenda caduta trionfò la speranza di S. Michele. Vedendo quanto è facile anche ad una sublime creatura cadere, invece di sgomentarsi e smarrirsi, si strinse maggiormente a Dio, ripetendo col salmista: Il mio bene è l’essere unito col mio Dio. Pose in Lui tutta la sua speranza, diffidando completamente di sè, e affrontò Lucifero, dicendogli: Quis ut Deus ? E’ mai possibile che una creatura senza Dio possa essere felice in se stessa? Quanto posseggo e sono, tutto è frutto della divina grazia e Dio, per la sua bontà infinita, mi aprirà l’ingresso alla visione beatifica. Oh speranza veramente grande di S. Michele!

III. Considera, come Iddio ha rivelato anche all’uomo un riposo eterno, un gaudio immenso, che noi dobbiamo sperare, ed a cui dobbiamo tendere coi nostri fiduciosi desideri. Quanti però non lo raggiungono per la maledetta presunzione! E’ la presunzione il veleno della speranza. Chi presume delle sue forze, fosse pure arrivato alle stelle, precipita negli abissi. Pietro presume: eccolo rinnegatore e spergiuro! Davide presume di sé: eccolo caduto nell’adulterio. Quanti anche oggi presumono salvarsi con la sola fede, senza le opere! Credono, sì alla remissione dei peccati pei meriti di G. C., ma non ritengono esser necessarie le opere soddisfattorie, mentre il Signore vuole frutti di penitenza. Peccano tutti coloro che non si sforzano di giungere alla perfezione, non praticano digiuni, mortificazioni, preghiere! Oh che errore! Udite l’Apostolo Pietro ammonirci di assicurare con le opere buone la nostra elezione e vocazione alla beatitudine. La caduta di Lucifero ci sia sempre dinanzi agli occhi per allontanare da noi la presunzione. La speranza trionfatrice di S. Michele invece sia il più nobile esempio per diffidare di noi e porre tutta la nostra fiducia in Dio. Egli l’ha promesso, e non la negherà a chi è fedele.

APPARIZIONE DI S. MICHELE SUL MONTE GAURO PRESSO CASTELLAMMARE

Sul monte Gauro, detto anche S. Angelo, posto tra le città di Castellammare di Stabia e Vico Equense, S. Michele comparve a S. Catello, Vescovo allora di Stabia e a S. Antonino Abate che si erano colà ritirati per godere un po’ di quella quiete, che porta con sé la solitudine; ed approvando la loro risoluzione li esortò ad edificare in suo onore una Chiesa nel luogo dove avrebbero veduto una fiaccola ardente. Il che fu tosto eseguito da quelle sante persone, in modo che fosse loro permesso di ritirarvisi dentro per attendere con più fervore agli esercizi spirituali intrapresi.

Ma essendo stato il Vescovo Catello da alcuni nemici fortemente perseguitato sino a farlo andane in carcere a Roma, non lasciò S. Michele di fare che sì il Sommo Pontefice, persuaso della sua innocenza, non solo lo lasciasse andare libero nella sua Chiesa, ma gli donasse anche una statua di marmo di S. Michele con alcune colonne pur di marmo, acciocché potesse adornare con più magnificenza la rozza Chiesa incominciata in onore del suo liberatore; il che egli fece nel ritorno, ed è quella che contro le ingiurie del tempo sino ai giorni nostri ancora si vede. In questa i divoti di S. Michele -Arcangelo di tutti quei contorni sogliono celebrarvi la festa il di primo di Agosto.

PREGHIERA
Signore Iddio delle misericordie, Voi siete tutta la mia speranza! Tu es, Domine, spes mea! In Voi, che mi avete promessa la eterna beatitudine, sono i miei desideri: le piaghe di Gesù, mio Salvatore, sono i meriti miei. E Voi, o Archangelo Michele, ottenetemi per la vostra invitta speranza dal misericordioso Dio la grazia, con la quale possa acquistarmi l’eterna gloria. Allontanate dal mio cuore la presunzione, e fate che io, diffidando delle mie forze, e confidando unicamente nel divino aiuto, possa un giorno raggiungere l’eterna salvezza.

SALUTAZIONE
Io Vi saluto, o S. Michele, aiuto di coloro che ripongono la loro speranza in Dio.

FIORETTO
Farai per nove volte un atto di speranza in onore dei nove Cori degli Angeli, ammiratori della grande speranza di S. Michele.

Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.

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