Un menù tipico e colorato è stato pensato per Papa Francesco e i dieci giovani che hanno pranzato con lui presso il Seminario Maggiore San Josè. Un clima festoso e famigliare.
Siamo a metà della penultima giornata di Papa Francesco, a Panama, per la Giornata Mondiale della Gioventù. Il Pontefice pranza con l’Arcivescovo di Panama e con dieci giovani provenienti da varie nazionalità, 5 maschi e 5 femmine.
Lo chef panamense Cuquita Arias ha creato un menù speciale, tenendo soprattutto conto dei suggerimenti della Santa Sede riguardo alla dieta del Santo Padre.Per dare il benvenuto ai commensali, un cesto con dei biscotti come biglietti, “empanadas” e “mini carimañolas” accolgono gli ospiti al tavolo.
Poi Papa Francesco ha assaggiato un’insalata di avocado e una zuppa di barbabietola ghiacciata. Nel menu c’è anche “la corbina”. La Corbina è un tipico pesce bianco, specialmente per i giamaicani che vivono a Panama City. Il piatto è servito con verdure biologiche di Boquete, una regione sul lato ovest della nazione; poi riso, cocco e banane.
Come dessert, Papa Francesco e i giovani hanno gustato del pan di spagna ricoperto di caffè e zucchero filato. “Tutti questi piatti hanno l’essenza e il sapore di Panama”, fa sapere il comitato organizzatore.
Dopo il pranzo, il Papa si è recato nella Cappella del Seminario dove si è raccolto in preghiera per alcuni minuti. Salutando i seminaristi, è rimasto a parlare con loro qualche minuto incoraggiandoli a servire sempre il Signore.
Il Seminario maggiore di San Josè è stato aperto il 1 maggio 1970, Festa di San Giuseppe Lavoratore. È un moderno edificio che accoglie seminaristi delle diverse diocesi e comunità religiose di Panamà e del Centroamerica, oggi è affidato alla guida del rettore Padre Santiago Benitez.
C’è Brenda, dagli Stati Uniti, che ha parlato al Pontefice della difficile situazione della Chiesa negli States riguardo gli abusi sessuali: “Dobbiamo essere una Chiesa che accoglie, una chiesa pastorale, dobbiamo accogliere soprattutto le vittime”, ha detto Papa Francesco.
Poi una ragazza dalla Palestina racconta la sua sorprendente esperienza: “Il Papa mi ha detto che la Palestina è la patria di Gesù. Lui è l’angelo che in questo momento protegge la Chiesa”.
Infine una ragazza di Panama ha raccontato al Papa l’importanza della “Laudato Sì” per le popolazioni indigene: “Il Papa mi ha ribadito che dobbiamo prenderci cura delle nostre radici”.
Al Seminario il Papa ha donato un Ostensorio, realizzato in metallo dorato e argentato nell’ambito della moderna manifattura di oggetti artistici destinati alla liturgia.
Dopo il pranzo tutto è pronto per l’evento più atteso della GMG, la veglia con i giovani nel Campo San Juan Pablo II.
di Veronica Giacometti per AciStampa
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