Si sta lavorando in queste ore a Palazzo Chigi per chiudere il dpcm con la proroga delle misure anti contagio da Coronavirus. L’obiettivo, viene spiegato, è chiudere il provvedimento entro questa sera. Il ministro Roberto Speranza ha annunciato che la proroga varrà fino al 13 aprile. E una conferenza stampa del premier Giuseppe Conte è in programma in serata, intorno alle 20.20, a Palazzo Chigi, secondo quanto rendono noto fonti della presidenza del Consiglio.
Tutte le misure per contrastare il diffondersi del contagio da Coronavirus sono prorogate fino al 13 aprile, prevede una bozza, in via di elaborazione e suscettibile di modifiche, del dpcm. La proroga varrà dal 4 aprile, alla scadenza delle precedenti misure, fino al giorno di Pasquetta. Vengono rinnovate tutte le limitazioni agli spostamenti e la chiusura delle attività non essenziali. Arriva inoltre una nuova stretta per gli allenamenti sportivi.
Sono sospesi gli allenamenti anche per le società sportive e gli atleti professionisti, è la novità che compare nel dpcm. Nella bozza del testo, suscettibile di modifiche, si legge che non solo sono “sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati” ma anche “le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non, all’interno degli impianti sportivi di ogni tipo”.
“Proroga fino al 3 maggio? E’ un’ipotesi non accreditata, in questo momento è presto. I nostri esperti aggiornano i dati ogni giorno, fino al 20 aprile ci saranno elaborazioni”. Così il premier Giuseppe Conte durante la registrazione dello Speciale Accordi e Disaccordi in onda stasera alle 21,25 sul Nove. “Dire oggi ‘primi di maggio o fine di aprile’ non ha senso. Gli italiani devono sapere che il regime di restrizioni è necessario – continua – nel momento in cui vedremo possibilità di allentare questa morsa, saremo i primi a volerlo fare”.
“Innanzitutto il messaggio che dobbiamo dare agli italiani è confermare che il regime attuale continua”, ha detto il premier Giuseppe Conte durante la registrazione dello Speciale Accordi e Disaccordi in onda stasera su Nove. “Bisogna rispettare le regole. Stiamo attraversando una fase delicata. Un timido segnale di contenimento c’è, ma non dobbiamo abbassare il livello di guardia, altrimenti – continua – gli sforzi saranno stati vani”.
”E’ certo che non ritengo di dover rimanere seduto su questa poltrona vita natural durante. Ovviamente mi attengo all’orizzonte di una legislatura, ma poi rimetto alle forze di maggioranza le valutazioni, confido che si possa lavorare anche per la ricostruzione, questo sì”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte allo Speciale Accordi e Disaccordi, sul Nove, rispondendo a una domanda sul futuro del governo. ”Se penso ci possa essere un cambio di governo esaurita l’emergenza sanitaria? Dovendo lavorare su un’emergenza complessa e impegnativa gli scenari futuri non possono appassionarmi”.
LE PAROLE DI SPERANZA AL SENATO – Il governo ha deciso di prorogare fino al 13 aprile tutte le misure di limitazione alle attività e agli spostamenti individuali finora adottate, ha annunciato in mattinata il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’informativa al Senato. “Siamo nel pieno di un’esperienza durissima e drammatica – ha detto il ministro – avremo tempo e modo di valutare ogni atto e conseguenza, ma a tutti è chiara una cosa: il Servizio sanitario nazionale è il patrimonio più prezioso che possa esserci e su di esso dobbiamo investire con tutte le forze che abbiamo. Il clima politico positivo e unitario è una precondizione essenziale per tenere unito il Paese in questo momento difficile della nostra storia. Non è il tempo delle divisioni. L’unità e la coesione sociale sono indispensabili in queste condizioni, come ha detto il presidente Mattarella”, ha sottolineato. “Attenzione ai facili ottimismi – dice ancora SPeranza – che possono vanificare i sacrifici fatti: non dobbiamo confondere i primi segnali positivi con un segnale di cessato allarme. La battaglia è ancora molto lunga e sbagliare i tempi o anticipare misure sarebbe vanificare tutto”.
Ad oggi i posti in terapia intensiva “sono 9.081, con un incremento del 75% in meno di un mese, contro i 3.595 iniziali. Sono stati cioè triplicati”. I posti letto in Pneumologia sono invece passati da 6.525 a 26.524. Inoltre, ha annunciato, “sono stati già firmati 12.000 nuovi contratti per il personale sanitario e altre procedure sono in corso”.
Le decisioni “drastiche prese – ha spiegato Speranza – iniziano a dare i primi risultati e il contagio rallenta, ma sarebbe un errore scambiare un primo risultato per una sconfitta del Covid-19”. Il ministro ha quindi indicato un obiettivo: “Dobbiamo portare sotto il livello 1 il parametro R con zero, ovvero l’indice di contagio. Questo per evitare che il Sistema sanitario nazionale venga colpito da un ulteriore tsunami, ma la strada è ancora lunga” anche perchè in mancanza di un vaccino è tutto “molto difficile”. Il ministro ha anche fatto riferimento alla necessità di “graduali misure” per evitare una ripresa esponenziale dei casi. La “fase di condivisione con il virus – ha detto – andrà gestita con l Comitato tecnico scientifico, con prudenza e conservando le pratiche dei comportamenti responsabili”. “Dobbiamo programmare il domani e lo stiamo già facendo – ha concluso – ma non bisogna sbagliare i tempi”.
Emma Bonino dopo l’informativa del ministro ha chiesto di verificare “con i tamponi tutti le persone anche asintomatiche che in questi giorni lavorano per rendere la nostra vita possibile: possono a loro insaputa e senza volerlo divulgare il contagio”.
“Dobbiamo stare chiusi in casa fino a Pasquetta? Bene – ha detto Renzi nel suo intervento – Ma domani è la giornata dell’autismo. Pensiamo agli autistici che hanno bisogno di uscire. Rispettiamo la decisione del ministro Speranza, ma lui domani rifletta se non valga la pena di permettere agli autistici di poter uscire almeno per un periodo. Come gestire l’emergenza non può essere affidato solo ai virologi. La riapertura deve essere graduale e prudente ma deve essere strategica per non ripetere errori che ci sono stati. Non facciamo l’errore di dare ai tecnici il potere di decidere quello che tocca alla politica. Chi chiede di tornare a pensare ad una nuova normalità lo fa anche perchè nella gestione dell’emergenza gli italiani danno il meglio; ma tornare a una normalità è cardine della nostra democrazia”.
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