Sancta Sedes

Il Presepe in Vaticano che fa discutere. E’ arte moderna baby! Un pizzico di originalità non guasta

È un presepe monumentale frutto della maestria di docenti e allievi dell’allora Istituto d’arte ed oggi Liceo artistico “F. A. Grue”, realizzato tra il 1965 e il 1975

Viene dall’Abruzzo il presepe che sta facendo discutere molto la rete,  che quest’anno adornerà piazza San Pietro per tutto il tempo di Natale, fino a domenica 10 gennaio. Viene da Castelli, borgo della provincia di Teramo che fin dal XVI secolo è un centro di produzione di ceramiche apprezzate in tutto il mondo. È un presepe monumentale frutto della maestria di docenti e allievi dell’allora Istituto d’arte ed oggi Liceo artistico “F. A. Grue” realizzato tra il 1965 e il 1975.

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Oggi pomeriggio si è svolta l’inaugurazione a cui hanno partecipato i vertici del Governatorato vaticano – il cardinale Giuseppe Bertello e il vescovo Fernando Vérgez Alzaga – e una delegazione guidata dal pastore di Teramo-Atri, monsignor Lorenzo Leuzzi, che in mattinata è stato ricevuto in udienza da Papa Francesco nel Palazzo Apostolico.

L’iniziativa ha visto il coinvolgimento di numerose e importanti istituzioni locali, come la Regione Abruzzo, la Provincia di Teramo, il comune di Castelli, l’Ufficio Scolastico Regionale insieme al liceo “A. F. Grue”, la Fondazione Tercas, l’Università di Teramo, nonché del Sodalizio degli abruzzesi a Roma.

Istituzioni – ricorda il quotidiano dei Vescovi Avvenire, edizione on line – che hanno collaborato con la diocesi in una serie di iniziative volte a coinvolgere il più possibile il territorio – che oltre alla pandemia porta ancora le ferite inferte dai terremoti del 2009 e del 2016 – in un progetto di ampio respiro illustrate nel sito creato per l’occasione (www.unpresepeperrinascere.it). Un progetto di ri-nascita delle aree interne fondato su cinque “pilastri” (ricostruzione, imprenditorialità, turismo, arte ed Europa) che sono stati al centro di altrettanti convegni “online”. L’ultimo, celebrato mercoledì, ha lanciato un progetto di collaborazione accademica al servizio di uno sviluppo sostenibile con le università di Lubiana e Novo Mesto in Slovenia.

Il Presepe in Vaticano

Il vescovo Leuzzi, insieme a tutta la diocesi, ha accolto con grande gioia la richiesta vaticana di portare il Presepe di Castelli in piazza San Pietro. «Per tutta la nostra comunità – dice – è un grande dono di comunione con papa Francesco e di testimonianza della fede dei nostri giovani che si manifesta attraverso opere di grande valore artistico». «Sono certo – aggiunge – che tale evento aiuterà le nuove generazioni a riscoprire la bellezza del presepe per incontrare Gesù e per impegnarsi con generosità nella ricostruzione non solo strutturale, ma soprattutto morale e sociale delle nostre comunità».

Leuzzi ha invitato tutti, e in particolare i giovani, a riprendere in mano la Lettera apostolica Admirabile Signum in cui papa Francesco ricorda che il Presepe rappresenta l’evento che ha cambiato la storia del mondo. E da parte sua ha voluto dare alle stampe un opuscolo – dal titolo significativo “Il cambiamento d’epoca nel presepe” – che vuole essere proprio un invito alle lettura del documento pontificio. Nelle scuole abruzzesi poi è stato lanciato il concorso “Un presepe per il mondo”, una occasione per far riflettere bambini e ragazzi sil significato del presepe quale simbolo di fratellanza e amicizia tra i popoli specialmente in questo doloroso frangente segnato dalla pandemia.

Ma il desiderio di monsignor Leuzzi è che il Presepe di Castelli in piazza San Pietro non sia un evento chiuso in se stesso. L’auspicio è che in qualche modo possa aiutare a compiere un’opera segno nella diocesi. A realizzare cioè il sogno di una Cittadella della Carità, di «un luogo dove poter accogliere le persone con difficoltà, dove creare una nuova mensa e dove poter ospitare coloro che sono più fragili». Sarebbe bello, dice, che questo presepe a Roma catalizzi «uno sforzo comune per far sì che anche i più poveri abbiano la speranza di rinascere, che viene proprio da un Dio che si è fatto povero nella grotta di Betlemme».

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