Lungo la storia è stata identificata con diversi personaggi femminili del Vangelo. Da Gregorio Magno a Tommaso d’Aquino, così la raccontano santi e teologi
Il massiccio della Saint-Baume, con i suoi mille metri di altezza, nel dipartimento del Var, in Provenza. È lì che palpita il ricordo di santa Maria Maddalena. Un santuario incastonato nella roccia, all’interno del quale sono custodite un osso e una ciocca di capelli, e una comunità di frati domenicani ne tengono vivo il culto. Così come accade nella grande Basilica gotica di Saint-Maximin dove della Maddalena è conservato il teschio.
Nel giugno 2016 il Papa ha elevato al grado liturgico di “festa” quella che prima era solo “memoria” di Maria di Magdala. Era già tuttavia una memoria particolare: «La liturgia delle ore già prescriveva i Salmi della domenica prima settimana, tipico delle feste. Inoltre era una memoria obbligatoria e in più nelle letture della Messa c’erano le letture proprie. La festa c’era già quindi nella sostanza».
“Apostola della apostole” viene definita la Maddalena nella liturgia. Un appellativo audace, usato per la prima volta nel suo trattato sul Cantico dei Cantici da sant’Ippolito Romano (170-235).
Dopo Ippolito fu ripreso da san Gregorio Magno (540-604), dall’abate di Fulda Rabano Mauro (780-856) e da san Tommaso d’Aquino. San Tommaso non per caso. I domenicani hanno avuto fin dagli inizi della loro storia un rapporto preferenziale con questa figura del Vangelo.
Carbone spiega questa predilezione partendo dal brano evangelico in Giovanni 20: «Da lì sappiamo che la Maddalena è la prima a cui Gesù risorto appare, un privilegio altissimo. Quando lei riconosce il maestro, dopo il pianto, si sente dire: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre, ma va’ dai miei fratelli e dì loro: Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. Queste parole contengono tre novità. La prima: Gesù lega la verità della sua risurrezione alla testimonianza di una donna, che nel diritto ebraico valeva zero. La seconda: prima di questo incontro Gesù aveva chiamato i dodici “discepoli”, mai “fratelli” . Da quel momento noi siamo diventati fratelli, in virtù cioè della passione morte e risurrezione di Gesù. La terza: Gesù dà alla Maddalena il mandato di annunciare la sua risurrezione, l’essenza della nostra fede, con la predicazione».
Dall’adultera perdonata e salvata dalla lapidazione a Maria di Betania sorella di Marta e Lazzaro. Spiega padre Carbone: «Il brano di Luca 8 dice che Gesù aveva liberato Maria di Magdala da sette demoni, che può significare o una possessione diabolica particolarmente grave o un peccato notorio. In considerazione di questo alcuni hanno identificata con l’adultera perdonata di Giovanni 8, ma non ci sono altri indizi a supporto di questa teoria. L’idea che Maria di Magdala fosse invece Maria di Betania può avere una sua plausibilità, nel senso che Betania e Magdala non sono per forza confliggenti. Può essere che il luogo originario della famiglia fosse Betania, ma che Maria vivesse e si guadagnasse da vivere a Magdala, centro di pesca e ritornasse di tanto in tanto a Betania». Sicuramente è suggestivo che, secondo la Legenda aurea di Jacopo da Varazze, anche Lazzaro e le sue sorelle approdarono nel sud della Francia, divenendo poi Lazzaro il primo vescovo di Marsiglia.
Di Andrea Galli per Avvenire.it
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