Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano per Vaticannews.va
Una Chiesa che “continua a parlare e non tacere” per fare emergere il “popolo di Dio nascosto” che già c’è in Italia, molto più numeroso di quello che possiamo misurare “con categorie vecchie” e che si può vedere in momenti particolare della vita della società, com’è stata la scomparsa di fratel Biagio Conte a Palermo che “ha suscitato in modo sorprendente attenzione attorno alla sua figura”.
Un “minoranza creativa”, intuizione di Benedetto XVI, “capace di energie di bene, che si riversano sulla società intera che è sempre il suo orizzonte”. È la prospettiva indicata per la Chiesa italiana dal presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, nell’introduzione ai lavori della sessione invernale del Consiglio Episcopale permanente. Sessione che si è aperta oggi pomeriggio alle 16 a Roma, nella sede della Conferenza Episcopale Italiana, in Circonvallazione Aurelia 50, e che si concluderà la mattina di mercoledì 25 gennaio.
Nella sua ampia introduzione, l’arcivescovo di Bologna parla del Cammino sinodale, che nella fase di ascolto sta facendo emergere “un’immagine dolorosa, ma realistica” delle Chiese locali, e chiede “di identificare alcune priorità, soluzioni creative e rispondenti alle tante attese delle nostre comunità”. Guarda alla guerra in Ucraina, per la quale “ribadiamo la necessità della pace e l’urgenza di raggiungerla innanzitutto per amore del popolo ucraino!”. Il mondo, invoca Zuppi, “deve porre fine a questa guerra e affrontare seriamente gli altri conflitti aperti, che sono meno sotto gli occhi di tutti, ma pure così dolorosi”. E invita le parrocchie italiane a far risuonare, ogni messa “insistentemente di preghiera per la pace”.
Il presidente della Cei chiede di interrogarsi sulla “flessione nella partecipazione dei cristiani alla Messa domenicale dopo la pandemia”, ma chiede di pensare sempre “che i nostri confini sono ben più larghi. La Chiesa non finisce sulle sue soglie”. Chiesa che nel nostro Paese ha avuto servitori del Vangelo e del popolo italiano come don Giovanni Minzoni, ucciso cento anni fa ad agosto, e tanti altri sacerdoti che “hanno resistito al male e hanno creato il bene in situazioni tanto difficili”. O come don Lorenzo Milani, del quale nel 2023 ricorre il centenario della nascita: “La sua memoria – sottolinea il cardinale – ci aiuta ad avere rinnovata passione per i giovani” e per la scuola, che sognava come un “ospedale da campo” per recuperare gli emarginati e gli scartati, parola di Papa Francesco.
Alla scuola italiana “laboratorio di futuro”, e ai pastori, Zuppi ricorda il compito della “formazione della coscienza ad una ecologia integrale, che guarda all’ambiente ma soprattutto alle persone che in questo ambiente vivono”. Sottolinea il problema “di tanti italiani che lasciano il Paese, spesso giovani: nel 2020, 160 mila persone, di cui 120 mila cittadini italiani”, sintomo di una “società non accogliente verso i giovani”.
Al nuovo Governo italiano, al quale assicura l’impegno della Chiesa “per l’intera comunità italiana”, il presidente della Cei ricorda “i morsi della crisi economica in atto”, con la povertà che nel nostro Paese è aumentata “in modo considerevole a partire dalla crisi del 2008 e con essa la diseguaglianza dei redditi, della ricchezza e delle opportunità”. Sottolinea il prezioso lavoro della Caritas Italiana e gli effetti dei colpi di coda della pandemia “che ha provocato tante, troppe morti” e la crisi bellica, con gli aumenti dei costi dell’energia “che intaccano il potere d’acquisto delle famiglie”. Considera così decisiva la programmazione del Pnrr, “e la preoccupazione che questo sia davvero la costruzione di un sistema e di strutture e infrastrutture capaci di dare sicurezza per il futuro, di vincere il precariato e offrire speranze e garanzie”.
Zuppi ricorda al nuovo Governo la necessità, di fronte alla grave crisi demografica, di “misure che favoriscano le nascite”, perché “non c’è tempo per ulteriori ritardi nell’improntare una seria politica di rilancio della natalità a livello nazionale”. E accoglie con soddisfazione “la volontà del Governo di riprendere le fila della legge delega per le politiche in favore delle persone anziane, cioè 14 milioni di cittadini, tesa a un riequilibrio fra spesa ospedaliera e servizi sul territorio, in una efficace integrazione sociale, sanitaria e assistenziale”. Infine, vanno aiutate le giovani coppie a diventare “economicamente indipendenti e formare un nucleo familiare”. Le nuove generazioni, spiega l’arcivescovo di Bologna, “non devono essere vincolate ad adattarsi al mondo di oggi, a quello che il presente offre, ma incoraggiate a mantenere alta l’ambizione di cambiare la realtà per costruire un futuro più in sintonia con propri desideri e potenzialità”.
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