Il pellegrinaggio in Terra Santa sarà il secondo viaggio internazionale di Papa Francesco dopo quello per la Gmg a Rio de Janeiro. Il viaggio, in programma dal 24 al 26 maggio, avrà un ritmo ternario. Padre Federico Lombardi: “Sono semplicemente tre giorni. E’ un viaggio molto breve e molto intenso, come di tre giorni era stato il viaggio di Paolo VI. Le tappe fondamentali di questo viaggio sono la Giordania, Amman e anche Bethany Beyond the Jordan, Betlemme, dello Stato di Palestina, e poi Gerusalemme. Tre Stati, tre tappe fondamentali, tre giorni”.
Un viaggio intenso, contraddistinto da un fitto programma: “Organizzato intorno ad una domenica, in cui c’è la Messa a Betlemme e l’incontro ecumenico con il Patriarca Bartolomeo e con tutti gli altri rappresentanti cristiani, alla sera della domenica. Il giorno precedente, essendo shabbat è dedicato alla Giordania e il giorno di lunedì, invece, è dedicato allo Stato di Israele”. Il pellegrinaggio di Papa Francesco sarà anche un’occasione per ricordare il 50.mo anniversario dell’incontro tra Paolo VI e Atenagora, e quello del viaggio di Papa Montini in Terra Santa: “Come ricorderete era stato anche il primo dei viaggi internazionali dei Papi, perché al tempo del Concilio ci fu quell’annuncio straordinario da parte di Paolo VI che sarebbe andato in Terra Santa. E andò nei primi giorni di gennaio. I giorni di gennaio non erano adatti per fare un viaggio in Terra Santa. Quindi è stato spostato a maggio, in un tempo adatto. Ma l’idea era proprio quella di ricordare quel viaggio straordinario”.
Il viaggio di Papa Francesco in Terra Santa avrà un carattere interreligioso. Dimensione che contraddistinguerà anche il seguito papale. Ancora padre Federico Lombardi: “Abbiamo proprio inseriti nel seguito, anche se non in partenza da Roma, un rabbino e un rappresentante musulmano. Il Papa ha voluto con sé formalmente, come membri del seguito, il rabbino Skorka e il signor Omar Ahmed Abud, segretario generale dell’Istituto del dialogo interreligioso della Repubblica di Argentina. Sono due persone che il Papa conosce bene, sin dal tempo dell’Argentina, con cui ha coltivato rapporti di dialogo e di amicizia, da allora, e che partecipano con lui a questo momento così importante”.
Il primo giorno del pellegrinaggio, sabato 24 maggio, sarà dedicato alla partenza da Roma per Amman e agli incontri in Giordania: “Il viaggio comincia la mattina del sabato, con il volo da Roma ad Amman. All’arrivo del Papa non vi è una cerimonia di accoglienza all’aeroporto. Ci si sposta direttamente dall’aeroporto al Palazzo Reale di Amman per la cerimonia di benvenuto al Palazzo Reale stesso. Qui avviene prima la visita di cortesia ai reali di Giordania e poi, in un grande salone, c’è l’incontro con le autorità giordane nel Palazzo Reale. Intorno alle 15.00 c’è l’arrivo allo Stadio internazionale di Amman. E lì c’è un giro tra la folla con una jeep scoperta e poi la celebrazione della Santa Messa. Alla Santa Messa è prevista la Prima Comunione di 1.400 bambini. Poi c’è subito il trasferimento a Bethany beyond the Jordan, il luogo cioè del Battesimo di Gesù, sul versante giordano del fiume Giordano. Il Papa si reca proprio sulla riva del fiume Giordano per benedirne le acque, come aveva fatto Paolo VI. Poi il Papa va alla Chiesa latina dove incontra rifugiati e giovani disabili. E poi si ritorna ad Amman”.
Il giorno seguente, domenica 25 maggio, il Santo Padre si recherà a Betlemme: “Alla mattina della domenica il trasferimento da Amman a Betlemme avviene in elicottero. Poi è previsto il trasferimento immediato al Palazzo presidenziale di Betlemme, dove il presidente, Mahmud Abbas, riceve il Santo Padre. Poi ci si trasferisce subito alla Piazza della Mangiatoia di Betlemme per la Messa. La Messa che viene celebrata è una celebrazione con letture e liturgia della Natività. Ci sarà l’omelia del Papa, naturalmente, e quindi il Regina Caeli alla fine, perché sarà domenica. Intorno alle 13.00 il Papa si trasferisce a Casa Nova, che è una casa annessa al Convento Francescano, per i pellegrini. Il Papa pranza con alcune famiglie della Palestina. Al termine del pranzo, il Papa si reca alla Basilica della Natività. Dopo la visita alla Grotta, il Papa si sposta al Phoenix Center, nel campo profughi di Dheisheh. Qui il Papa incontra un bel gruppo di bambini, che provengono dai diversi campi per rifugiati. Dopo si reca subito all’eliporto di Betlemme e si congeda dallo Stato della Palestina”.
Domenica pomeriggio il Papa arriverà nello Stato di Israele. Dopo l’incontro con il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, un momento cruciale e storico sarà quello della preghiera ecumenica nella Basilica del Santo Sepolcro. Padre Federico Lombardi: “L’arrivo nello Stato di Israele avviene con una semplice cerimonia di benvenuto all’aeroporto di Tel Aviv, nel pomeriggio della domenica. Quindi il trasferimento a Gerusalemme. Il Papa si reca subito alla delegazione apostolica di Gerusalemme. E qui avviene l’incontro con il Patriarca ecumenico. Quindi è l’altro momento clou del viaggio. Qui avviene un incontro che è un incontro privato, un incontro storicamente importantissimo, perché avviene nello stesso luogo, nella stessa stanza in cui Paolo VI si era incontrato con Atenagora 50 anni fa. E c’è la firma di una dichiarazione congiunta. Dopo si trasferiscono ambedue al Santo Sepolcro per quello che è un evento fondamentale di questo viaggio: la celebrazione ecumenica al Santo Sepolcro. Il Papa e il Patriarca arrivano – non insieme, ma per vie distinte – alla piazza che è davanti al Santo Sepolcro, entrando da due porte distinte della piazza. Poi vengono accolti all’ingresso della Basilica del Santo Sepolcro dai tre superiori delle comunità dello status quo: la comunità greco-ortodossa, la comunità armena-apostolica e la Custodia di Terra Santa. Il Papa e il Patriarca venerano la Pietra dell’unzione, che si trova vicino all’ingresso, e poi si portano vicino all’Edicola, dove è custodito il Santo Sepolcro. Il Papa e il Patriarca entrano nel Sepolcro per venerare la tomba vuota, escono dal Sepolcro, benedicono tutti i presenti e si recano poi al Calvario, al Golgota, accompagnati anche dai tre capi delle comunità dello status quo. Un momento ecumenico, che tra l’altro è la grande novità ecumenica di questo viaggio: una preghiera comune in un luogo santo di Gerusalemme, nel Santo Sepolcro in particolare, è qualcosa che non c’è stata mai. Le comunità cristiane che possono celebrare e pregare nei luoghi santi lo fanno – e lo hanno sempre fatto finora – separatamente, nei tempi adatti e destinati alle diverse comunità. Dopo questa celebrazione – veramente storica – il Papa e il Patriarca, questa volta insieme, sulla stessa macchina, vanno al Patriarcato Latino per la cena”.
Denso di incontri anche l’ultimo giorno del pellegrinaggio in Terra Santa, lunedì 26 maggio: “Lunedì mattina il Papa si trasferisce subito alla Spianata delle Moschee. Il Papa entra nella Cupola della Roccia, con il Gran Muftì. Alle 9.00 si prevede il trasferimento al Muro Occidentale, il cosiddetto Muro del Pianto. Qui si prevede che ci sia un momento di preghiera del Santo Padre. Il Papa si avvicina e può lasciare il suo foglio nelle fessure del muro, come è abituale. Dal Muro Occidentale, il Papa si trasferisce al Monte Herzl per una deposizione di fiori su questo monte. Herzl è il fondatore del movimento sionista. E’ una commemorazione distinta da quella che poi si fa allo Yad Vashem, che invece è specificamente in memoria delle vittime dell’Olocausto. Dopo di questo c’è il trasferimento al Centro Heichal Shlomo, quindi alla sede del Gran Rabbinato di Israele per la visita di cortesia con i due grandi rabbini di Israele. Alle 11.30, invece, dovremmo già andare al Palazzo presidenziale per l’incontro con il presidente Peres. Alle 12.45 trasferimento al Notre Dame Jesursalem Center: qui il Papa riceve in udienza privata il primo ministro di Israele. Dopo il pranzo, il Papa si trasferisce a Viri Galileai, che si trova praticamente sul Monte degli Ulivi ed è una piccola chiesa greco-orodossa. Qui il Papa incontra e prende congedo dal Patriarca Bartolomeo. Il Papa si trasferisce poi alla Chiesa del Getsemani e qui incontra – alle 16.00 – sacerdoti, religiosi e religiose e seminaristi. Il Papa pianta un piccolo ulivo, vicino a quello che era stato piantato da Paolo VI cinquant’anni fa in quel luogo. E poi c’è l’ultimo avvenimento importante di questo viaggio: al Cenacolo ha luogo una Messa con gli ordinari della Terra Santa e con il seguito papale. In elicottero si va a Tel Aviv. A Tel Aviv c’è il congedo dallo Stato di Israele e si parte per Roma. Si prevede di arrivare intorno alle 23.00, ora di Roma”.
Non c’è motivo di dubitare – ha concluso padre Lombardi – che il viaggio si svolgerà in un clima sereno.
Il servizio (disponibile anche in file audio) è di Amedeo Lomonaco per la Radio Vaticana
La preghiera a Maria che scioglie i nodi è una delle suppliche più usate dai cristiani per chiedere aiuto alla…
'Asciuga Bambino Gesù le lacrime dei fanciulli!'. Recitiamo in questo tempo di Avvento la preghiera più dolce di San Giovani…
Una nuova settimana in compagnia di Padre Pio Leggi le frasi di Padre Pio e invoca la sua potente intercessione…
Benvenuti sul sito www.papaboys.org! Siamo lieti di presentarvi la preghiera della sera alla Madonna di Lourdes, intitolata 'Io sono l'Immacolata…
POZZUOLI - Assegnato al giornalista siciliano Salvatore Di Salvo, segretario nazionale dell’Ucsi e Tesoriere dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, il…
La preghiera all' Immacolata di Giovanni Paolo II Una potente supplica di Giovanni Paolo II a Maria Santissima.. Il testo:…