«Eravamo in coda sul viadotto. Stavamo tornando a casa dal lavoro e pioveva a dirotto. Abbiamo visto un lampo, ci siamo voltati e dietro di noi l’autostrada non c’era più». È drammatico il racconto di Corrado Cusano, 25 anni tra poco, di Casarza Ligure, figlio del consigliere comunale Mario. Corrado era sul viadotto autostradale al momento del crollo , viaggiava in auto con un collega quando, alle sue spalle, ha visto il tratto autostradale e le altre vetture sparire. «C’erano tre o quattro macchine e poi più nulla – ricorda il giovane – Abbiamo fatto il più presto possibile per attraversare tutto il viadotto e metterci in salvo. Fossimo passati venti secondi dopo, nel tratto crollato c’eravamo anche noi». Cusano, giuntista di fibra ottica, percorreva il ponte Morandi almeno due o tre volte al giorno, ed è rientrato a casa, a Casarza, sotto choc, inizialmente incredulo. «Non ci sembrava possibile che il ponte fosse crollato – riferisce – Non abbiamo avvertito un rumore particolare, forse anche per la musica accesa, ma abbiamo notato un forte lampo. Secondo me era il viadotto crollato su una centralina elettrica. Appena abbiamo realizzato quello che era appena accaduto, abbiamo chiamato i colleghi che sapevamo dovevano passare di lì dopo poco. Uno di loro si è fermato subito prima del viadotto. E poi abbiamo avvisato i familiari per informarli che stavamo bene».
Alle 10.30 sul tratto di A10 che non esiste più è transitata anche la navetta Atp diretta all’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova Sestri Ponente. A bordo l’autista, Christian Piazza, e quattro passeggeri con la mente già proiettata verso la meta delle loro vacanze. «Mi sento un miracolato», il commento del conducente
, raggiunto dalla notizia del crollo da una telefonata del direttore di “Atp esercizio srl”. «L’ho chiamato appena ho saputo della tragedia – racconta Roberto Rolandelli – Era incredulo, non riusciva a capacitarsi dell’accaduto. Lui e i passeggeri hanno viaggiato senza intoppi, arrivando in aeroporto in perfetto orario. Al ritorno, alle 12.30, con sette persone a bordo, l’autista ha dovuto scegliere l’Aurelia perché il ponte sul quale era transitato due ore prima non c’era più. La corsa pomeridiana, con 14 utenti, ha richiesto due ore e 25 minuti lungo l’Aurelia, ma il ritardo, comunicato allo scalo genovese, che sta provvedendo a rivedere tutte le partenze per andare incontro alle esigenze dei viaggiatori, è stato assorbito e nessuno ha perso l’aereo. Nei prossimi giorni – conclude Rolandelli – garantiremo il servizio e rispetteremo tutte le prenotazioni, ma invitiamo gli utenti a seguire gli aggiornamenti sul nostro sito internet www.atpesercizio.it». La navetta utilizzerà in andata e ritorno l’Aurelia tra Rapallo e Genova Nervi da dove proseguirà su corso Europa, corso Aurelio Saffi, via Gramsci, via di Francia, via Lungomare Canepa, strada Mare “Guido Rossa” – Cornigliano. Le linee del gruppo C (Masone, valle Stura) sono limitate a Genova Voltri-Prà e poi si prosegue in treno. Le linee del gruppo F (Busalla, Savignone) sono limitate a Genova Bolzaneto e gli utenti devono poi proseguire con i treni.Transitato sotto al viadotto poco prima dello sgretolamento anche l’archeologo Fabrizio Benente, direttore scientifico del sistema museale Musel di Sestri Levante e docente universitario di archeologia a Genova.
Fonte: Il Secolo XIX
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