È risaputo quanto Don Orione (beatificato nel 1980) stimasse Padre Pio. I due non si incontrarono mai, ma la loro intesa spirituale era molto profonda, come dimostra questo eccezionale episodio.
Ai primi di dicembre del 1925 arrivò da Roma un operaio. Aveva una mano rattrappita.
«Devo parlare con Padre Pio» disse, rivolgendosi al primo Religioso che aveva incontrato.
«Sta confessando. Dovreste aspettare in chiesa e avvicinarlo quando ha finito».
«Quanto devo aspettare?» chiese l’uomo.
«Non lo so, forse anche fino a mezzogiorno».
«Mi manda Don Orione».
Il Frate conosceva bene quel nome. La fama di santità di Don Orione, Prete di Tortona, in provincia di Alessandria, ma che viveva a Roma e godeva della stima del Papa, era diffusa e consolidata. Pensò che era bene avvertire subito Padre Pio. Si avvicinò al confessionale e, mentre usciva un penitente, gli riferì l’ambasciata. «Digli che vengo subito» rispose Padre Pio. Oltre a conoscere il Prete di Tortona, Padre Pio sapeva che, spesso, in quegli anni, Don Orione si era battuto, per lui presso il Sant’Uffizio. Non voleva perciò far aspettare una persona che gli era stata inviata da quell’amico.
«Eccomi, buon uomo – disse avvicinandosi all’operaio –. Che avete da dirmi?».
L’operaio gli fece vedere la mano rattrappita. «Ho famiglia, moglie e quattro figli. Devo lavorare per mantenerli. Ma in queste condizioni nessuno mi prende».
«Oh, mi dispiace» disse Padre Pio, che si commuoveva sempre di fronte alle disgrazie della gente.
«Sono andato da Don Orione che è un sant’uomo a chiedergli di guarirmi. Lui mi ha detto: “Figliolo, non sono mica una santo per fare miracoli”. Ma subito dopo ha aggiunto: “Senti, però, in Puglia c’è un Frate cappuccino che fa miracoli. Si chiama Padre Pio. Vacci e digli che ti mando io. Digli che ti dia una benedizione, di quelle buone, su questo braccio”. Eccomi qua, Padre – concluse quell’operaio –, sono venuto a nome di Don Orione, lei mi deve guarire».
Padre Pio scoppiò in una grande risata. E risero tutte le persone che stavano intorno a quell’operaio. «Ah, così ti ha detto quel furbacchione di Don Orione! – esclamò Padre Pio, continuando a ridere divertito –. Ti ha fatto fare tutta questa strada! Bene, se lo ha detto lui, io obbedisco e ti benedico il braccio. Vai a trovare Don Orione e portagli i miei saluti».
Padre Pio si raccolse in preghiera. «Recitiamo insieme l’Ave Maria» disse ai presenti. Poi tracciò un grande Segno di croce su quella mano rattrappita e l’accarezzò con la sua destra piagata. «Va’, figliolo, e che il Signore sia con te». Padre Pio ritornò a confessare. La domenica successiva Don Orione, mentre era tra i suoi ragazzi a Roma, si sentì tirare per la manica della tonaca. Si girò. Era l’operario che aveva mandato da Padre Pio che gli mostrava felice la mano completamente guarita. «Hai visto? – disse Don Orione – Te l’avevo detto che è un santo vero».
Di Renzo Allegri,
Padre Pio. Il Santo dei miracoli.
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