Dritte di una pediatra e mamma per aiutarvi a parlare al vostro bambino
C’è un momento in cui la madre parla per la prima volta al suo bambino – in genere qualche secondo dopo la nascita, quando il piccolo bagnato e urlante viene adagiato sul corpo della mamma. Adoro guardare la gioia che traspare dagli occhi della neomamma e ascoltare le parole che sceglie per dare il benvenuto nel mondo al proprio bambino. Per la maggior parte delle mamme, la prima conversazione è spontanea, non pianificata e naturale. Quando il papà prende in braccio il bambino, spesso rimane in silenzio. In genere le parole non vengono fuori tanto facilmente ai neopapà.
Ho verificato questo fatto in più di un decennio di assistenza ai parti, e quindi non sono rimasta sorpresa quando uno studio ha mostrato che è vero: i papà non rispondono alle vocalizzazioni dei bambini quanto le mamme.
I ricercatori hanno attaccato dei dispositivi di registrazione digitali ai vestitini indossati dai bambini e hanno misurato quante volte le mamme e i papà rispondevano alle vocalizzazioni dei piccoli. Per lo studio sono state raccolte oltre 300 ore di audio. Ogni bambino è stato studiato a tre età: appena nato, a un mese e a 7 mesi. In ogni età, le mamme parlavano di più ai bambini rispetto ai papà, e i bambini tendevano a rispondere più alle conversazioni delle mamme che a quelle dei papà. È interessante che i genitori possano rispondere preferenzialmente ai bambini in base al genere: a un mese di età, era più probabile che i papà parlassero con i maschietti e le mamme con le femminucce.
Questi dati sono più di mere banalità interessanti – sappiamo che più un bambino è esposto al linguaggio, più avrà facilità a parlare, nel vocabolario e perfino nei rapporti interpersonali. Questi benefici sembrano durare anni, se non tutta la vita.
I bambini che non sentono abbastanza linguaggio cadono in quello che viene chiamato “gap della parola”. “Il gap della parola si riferisce alla disparità di parole che i bambini sentono e imparano dalla nascita ai 4 anni. I bambini di famiglie con un reddito più elevato sentono fino a 30 milioni di parole in più rispetto a quelli di famiglie con un basso reddito, in cui parlare, leggere e cantare non hanno la stessa rilevanza”, ha spiegato Ann O’Leary, vice-presidente e direttrice di Too Small to Fail
, un’organizzazione che lavora per aiutare a colmare il “gap della parola”.Devo confessare che mi riesce difficile parlare ai miei figli tanto quando dovrei. In genere inizio con decisione, guardando i miei bambini più piccoli negli occhi, leggendo libri e cantando per loro, ma presto le necessità degli altri miei figli e le varie occupazioni sembrano prendere il sopravvento, ed è fin troppo facile passare varie ore senza parlare ai miei piccoli. Negli ultimi dieci anni ho avuto cinque figli, e ho trovato qualche trucco che mi aiuta a parlarci di più:
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1. Il momento di cambiare i pannolini diventa un momento per parlare: è un momento in cui il vostro bambino ha tutta la vostra attenzione, per cui approfittatene e iniziate a parlare. Non sapete cosa dire? Parlate semplicemente del pannolino o cantate le canzoncine sull’ABC.
2. Usate una fascia: portare il vostro bambino in una fascia gli dà la possibilità di sentire tutto ciò che dite. Non perderete nemmeno uno dei suoi rumorini. I bambini che vengono portati addosso piangono anche meno. La fascia infantile è stata associata a significativi benefici medici sia per la madre che per il bambino.
3. Cantate: se non sapete cosa dire, cantate! Anche se non pensate di avere una gran voce, il vostro bambino sarà felice anche delle piccole melodie. Riesco a trascorrere più tempo cantando al mio bambino che facendo conversazione.
4. Leggete ad alta voce: nella nostra unità di terapia intensiva neonatale, ci sono alcuni genitori che portano un libro e si siedono vicino al proprio bambino leggendo a voce alta.
5. Pregate con e per il vostro bambino: usate le sue dita dei piedi per recitare il rosario, o pregate ad alta voce. Insegnerete a vostro figlio parole che durano una vita.
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Kathleen M. Berchelmann, MD è assistente di Pediatria presso la Washington University School of Medicine di St. Louis e madre di cinque bambini.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Aleteia
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