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Il saluto del Cardinale Sodano

Pubblichiamo le parole dell’indirizzo di saluto del Cardinale Angelo Sodano a Papa Francesco e Benedetto XVI nel 65° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI pronunciate in sala Clementina.
Venerato e caro Papa Francesco, 
oggi in occasione del 65° di sacerdozio del Suo amato Predecessore, il Papa emerito Benedetto XVI, Ella ha voluto rendergli questo doveroso omaggio a nome di tutta la Santa Chiesa, che ha goduto per 65 anni del suo ministero pastorale, prima come Presbitero e successivamente come Vescovo nella sede di München e Freising e poi come Vescovo di Roma, “mater et caput omnium ecclesiarum”.
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Santo Padre, permetta ora anche a me di presentare al caro Festeggiato l’omaggio dei Confratelli Cardinali e Vescovi, mentre mi sgorgano dal cuore le parole del Salmo 133: “Ecce quam bonum et quam jucundum habitare fratres in unum” (Salmo 133)! Sì, in questo momento noi sperimentiamo un clima di grande letizia spirituale e di intensa fraternità, nel vincolo comune di servizio alla Santa Chiesa di Cristo.
Caro e venerato Papa emerito,
il 29 giugno di quel lontano 1951, nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Ella riceveva l’ordinazione presbiterale dalle mani del compianto Card. Faulhaber, insieme al Suo caro Fratello Georg, al quale va in questo momento il nostro caro saluto, e ben 42 altri compagni. Fu una grande festa per tutta la Sua amata Arcidiocesi Bavarese.
Ella ha voluto raccontarci i sentimenti provati in quel giorno, allorquando ritornò come Successore di Pietro nella sua cara Arcidiocesi, nel settembre del 2006. Celebrando la Santa Messa nel Duomo di Freising, ove era avvenuta la Sua ordinazione, Ella revocò di fronte ai numerosi sacerdoti presenti i sentimenti che allora pervasero il suo cuore. Ero anch’io presente sotto le volte di quella stupenda Cattedrale e ricordo bene la commozione con cui Ella parlava ai sacerdoti presenti.
In questi giorni sono andato a rileggermi quella Sua Omelia e mi è parso di riascoltare le parole che in quel momento le nascevano dal cuore. Nella traduzione italiana alcune sue parole suonano così: “Quando ero qui prostrato a terra e come avvolto dalle Litanie di tutti i Santi, mi rendevo conto che su questa via noi non siamo soli, ma che la grande schiera dei Santi cammina con noi e che i santi ancora vivi, e cioè i fedeli di oggi e di domani, ci sostengono e ci accompagnano. Poi vi fu l’imposizione delle mani e quando il Card. Faulhaber ci disse: «Jam non dico vos servos, sed amicos» (non vi chiamo più servi ma amici), allora sperimentai che l’ordinazione sacerdotale è come un’iniziazione nella comunità degli amici di Gesù, che sono chiamati a stare con Lui e ad annunciare il suo messaggio” (cfr. L’Osservatore Romano, 16 settembre 2006).
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Ella descrisse poi la natura di questo messaggio cristiano che i sacerdoti sono chiamati a diffondere nel mondo, sintetizzandolo con due frasi: il sacerdote deve portare agli uomini d’oggi “la Luce di Dio e l’Amore di Dio”, o esattamente, per usare le Sue parole in tedesco, il sacerdote deve portare agli uomini: “Gottes Licht und Gottes Liebe”.
Inoltre nella Sua Omelia, Lei aggiungeva un invito pressante ai sacerdoti presenti, e cioè l’invito a portare al mondo la Luce e l’Amore di Cristo con lo stesso “sentire” di Gesù, o per usare le Sue stesse parole, con la stessa “Gesinnung Jesu Christi”. Era il concetto espresso dall’Apostolo Paolo nella lettera ai Filippesi (Phil 2, 5-8). Questo “sentire” di Cristo doveva, quindi, comportare un gran amore verso i lontani, verso i poveri, gli ammalati, i vecchi ed i bambini.
Leggendo oggi quelle Sue parole, esse ci sembrano un’anticipazione del luminoso Magistero del Papa Francesco, che sempre ci invita ad andare incontro a chi più soffre, portando loro il nostro amore di fratelli. E’ questo del resto il messaggio del grande Giubileo della Misericordia che stiamo celebrando.
Santità, nel felice anniversario di quel giorno lontano di 65 anni fa, il Collegio Cardinalizio insieme al Papa Francesco si stringe intorno a Lei, ringraziandoLa per il Suo lungo e generoso servizio ecclesiale.
Allo stesso tempo, siamo a chiederLe di voler continuare, anche se in un’altra forma, il Suo lungo ministero sacerdotale, così come Ella ci aveva promesso il 24 febbraio del 2013, dopo aver annunziato la Sua decisione di lasciare in nuove mani la guida della barca di Pietro. Ella allora ci aveva appunto detto: “Il Signore mi chiama a salire sul monte, a dedicarmi ancor più alla preghiera ed alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo, è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo finora, ma in modo più adatto alla mia età ed alle mie forze” (cfr. Insegnamenti di Benedetto XVI, vol. IX, pag. 263).
Noi siamo lieti di quella promessa, sicuri che Ella ci sarà sempre vicino con la Sua preghiera e con il Suo affetto. Infine Le diciamo con un tipico augurio della Sua terra Bavarese: “Behüt’s Sie Gott”! Che Dio La custodisca!
Intanto la Chiesa di Roma, sotto la guida del Papa Francesco, il venerato Successore che la Provvidenza Divina ci ha dato, continuerà con rinnovato vigore il suo cammino nella storia, al servizio della comunità cristiana e dell’intera umanità! Auguri.

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