Santo Stefano d’Ungheria, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e ortodossa, è stato il primo re ungherese, fondatore dello Stato e della Chiesa ungheresi. Fu il primo re nella storia ad essere canonizzato come santo.
Stefano nasce a Strigonio (attuale Esztergom, in Ungheria) nel 969 ed era figlio del capotribù magiaro (ungaro) Géza. Diversamente dal padre, che si fece battezzare (probabilmente per motivi politici) ma pare che non visse una reale conversione (le fonti affermano che mescolò il culto pagano a quello cristiano), Stefano sviluppò una fervida devozione a Gesù. Il suo nome prima del battesimo era Vajk.
Intorno ai vent’anni sposò Gisella di Baviera, sorella di sant’Enrico II e dichiarata beata, che contribuì con il marito alla diffusione del cristianesimo.
Dopo la vittoria sugli altri nobili magiari (in alcuni casi mostrando anche la sua ferocia), fu elevato al rango di re il 20 agosto 1000, una data che come detto rappresenta uno spartiacque nella storia della nazione ungherese.
In quello stesso anno papa Silvestro II gli fece avere attraverso Astarico, primo abate all’Abbazia di Pannonhalma (che era stata fondata da Géza) e poi nominato vescovo, una corona d’oro insieme a una croce apostolica e una lettera di benedizione, riconoscendolo come re cristiano: l’incoronazione di Stefano avvenne il 25 dicembre 1000 (o l’1 gennaio seguente).
Nei successivi sei anni il sovrano riuscì a unificare praticamente tutte le tribù ungheresi.
Favorì la diffusione del cristianesimo con diverse leggi e si avvalse dell’aiuto dei monaci cluniacensi per l’evangelizzazione del Paese, mantenendosi in contatto con sant’Odilone di Cluny. Tra gli atti più rilevanti, vi furono l’organizzazione dell’Ungheria in dieci diocesi, l’erezione di diversi monasteri e l’ordine di costruire una chiesa ogni dieci villaggi.
Avendo a cuore i pellegrinaggi in Terrasanta e la sicurezza dei fedeli, fece costruire a Gerusalemme un alloggio per i cristiani ungheresi.
Si rivelò un re giusto sul fronte interno e accorto in politica estera. La moglie Gisella gli diede tre figli ma solo Emerico, anche lui un pio cristiano, arrivò all’età adulta. Dopo anni di regno, Stefano pensava di abdicare in favore di quest’ultimo e dedicarsi a una più intensa contemplazione di Dio, ma nel 1031 Emerico venne ferito mortalmente da un cinghiale durante una battuta di caccia.
Così meditò il padre nell’elogio funebre del figlio: «Per un imperscrutabile disegno divino la morte lo ha preso, così che la malvagità non possa corromperne l’anima e che ingannevoli pensieri non possano deviarne la mente, come il Libro della Sapienza insegna per le morti premature».
Stefano morì il 15 Agosto 1038, nel giorno dell’Assunta. Secondo una tradizione, sul letto di morte il santo affidò il regno e la nazione alla Vergine Maria.
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Poco dopo la morte di Stefano, iniziarono le segnalazioni di miracoli di guarigione che sarebbero accaduti nei pressi della sua tomba.
Nel 1083 venne canonizzato da Gregorio VII insieme a Emerico. I cristiani lo venerano come santo patrono d’Ungheria, dei re, dei morti prematuri, dei lavoratori edili, degli scalpellini e dei muratori.
(Fonte it.wikipedia.org – lanuovabq.it)
Glorioso Santo Stefano oggi ti eleggo
a mio speciale patrono:
sostieni in me la Speranza,
confermami nella Fede,
rendimi forte nella Virtù.
Aiutami nella lotta spirituale,
ottienimi da Dio tutte le Grazie
che mi sono più necessarie
ed i meriti per conseguire con te
la Gloria Eterna…
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