San Simone è stato uno degli apostoli di Gesù; è il patrono dei pescatori, boscaioli, addetti alla segatura di marmi.
Simone è forse l’apostolo più misterioso rappresentante del gruppo dei Dodici, sempre citato nelle liste ma con scarsissime informazioni sulla sua vita.
A differenza degli altri Apostoli, le notizie pervenutaci sulle sue origini, sulla sua presenza in seno al collegio apostolico, sulla sua attività evangelizzatrice e sulla sua morte, sono tutte incerte e da sempre oggetto di controversia tra i vari esperti nel corso dei secoli.
Tuttavia gli appellativi con cui viene citato e la tradizione postuma ci consegnano una figura affascinante che incarna passione, coerenza e concretezza nel perseguire obiettivi e mete precise.
Per distinguerlo da Simon Pietro, il primo degli Apostoli, Marco e Matteo gli attribuiscono l’appellativo di Cananeo, mentre Luca e gli Atti parlano di un Simone lo Zelota. Questa doppia denominazione è all’origine di una delle più dibattute controversie sulla vita di Simone.
Per molti secoli infatti il soprannome di Cananeo ha fatto pensare a una sua possibile nascita nella città di Cana, quella del miracolo detto “delle Nozze di Cana”.
Oggi tuttavia si tende a dare credito ad una diversa spiegazione che cerca l’origine di quel “Cananeo” nella parola ebraica qana che indicava il movimento ribellista degli Zeloti, che costituì per i romani del tempo un grave problema politico e militare.
JB Phillips nella sua traduzione del Nuovo Testamento in ciascuna delle quattro liste chiama Simone, “Simone il Patriot”. Il termine lo designa come membro di un partito politico: un “zelota”; era un Ebreo patriottico disposto a ribellarsi contro il governo romano. L’obiettivo politico era quello di liberare la Giudea dalla schiavitù romana. Era diventato un movimento sotterraneo che era spietato e violento.
Il suo programma terrorista di omicidio e sabotaggio non liberò il paese, ma portò ad atti di vendetta da parte dei funzionari romani.
Forse Simone inizialmente venne a Gesù perché ha visto in Cristo la forza del suo gruppo necessaria per guidare con successo i romani fuori. Per molti ebrei, il Messia non era più un Salvatore spirituale, ma un Conquistatore terrena.
Si arrese davanti a Gesù che predicava un messaggio di non-violenza (Matteo 5:39, 43-44; 26:52). Simone è stato trasformato da Gesù e il suo messaggio. Era un patriota che era disposto a lavorare e combattere, ma ora contro le forze di Satana e il regno per il quale ha lavorato apparteneva a Dio.
Dell’attività evangelizzatrice di Simone si hanno poche tracce, la più consistente delle quali è contenuta nella Legenda Aurea. Si tratta di un testo agiografico scritto nel XIII secolo dal frate domenicano Jacopo da Varagine.
La predicazione di Simone sarebbe iniziata in Egitto, probabilmente in compagnia di Bartolomeo (lui sì, originario della città di Cana). Verso il 60 d.C. fece ritorno in Galilea, dove fu forse coinvolto, dati i suoi trascorsi tra gli Zeloti, nella repressione che seguì la seconda guerra giudaica. Secondo alcune fonti è proprio per sfuggire ai Romani che si sposta con i suoi seguaci in Persia, dove si riunisce ad un altro Apostolo, Giuda Taddeo (da non confondersi con l’Iscariota). Qui continua l’opera di evangelizzazione nelle regioni della Mesopotamia e in Persia, spingendosi anche verso l’Armenia.
La tradizione cattolica lo vuole martirizzato proprio insieme a Giuda Taddeo nella città persiana di Suanir, mentre altri affermano che gli sopravvisse di molti anni, finendo col subire il martirio all’età di oltre cento anni in Abcazia, sulle sponde nord-orientali del mar Nero, dove secondo alcune fonti ortodosse sarebbe anche sepolto.
Particolarmente cruente le modalità del martirio, sulle quali tutte le varie tradizioni presentano un sostanziale accordo: Simone fu fatto a pezzi con una sega, probabilmente dopo aver subito la crocifissione.
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Le spoglie mortali di San Simone riposano a Roma nella basilica di San Pietro in Vaticano; vennero deposte insieme a quelle del compagno apostolo San Giuda Taddeo. Da quel momento sono sempre ricordati insieme nella liturgia.
Il capo di San Simone si trova tuttavia nel Museo del Duomo di Pienza mentre altri resti si trovano nel complesso conventuale di Sant’Agostino a Lanciano.
San Simone viene sempre rappresentato con una sega poiché secondo la tradizione fu martirizzato con questo strumento. È il patrono dei pescatori, boscaioli, addetti alla segatura di marmi.
(Fonte: santiebeati.it – Autore: Don Luca Roveda)
O Dio, che per mezzo dei tuoi beati Apostoli Simone e Giuda ci hai concesso di giungere alla conoscenza del tuo nome, concedici di celebrare con frutto la loro gloria eterna e di trarne profitto.
Glorioso San Simone oggi ti eleggo
a mio speciale patrono:
sostieni in me la Speranza,
confermami nella Fede,
rendimi forte nella Virtù.
Aiutami nella lotta spirituale,
ottienimi da Dio tutte le Grazie
che mi sono più necessarie
ed i meriti per conseguire con te
la Gloria Eterna. Amen.
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