Beata Angela Maria Truszkowska, al secolo Zofia Kamila (Sofia Camilla) è stata una religiosa e fondatrice polacca della congregazione delle Suore di San Felice da Cantalice chiamate comunemente Feliciane.
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Zofia Kamila Truszkowska nacque il 16 maggio 1825 in una famiglia benestante di Kalisz (Polonia; venne al mondo prematuramente e fu battezzata solo il 1 gennaio 1826.
Ricevette in casa una prima istruzione da una dama dotata di eccellenti qualità, sia intellettuali che morali. La bimba si dimostrò subito vivace e buona di cuore, fin da piccola ebbe un occhio particolare per i poveri. La madre, attenta e premurosa, dedicava a lei, che era la primogenita, ed ai fratelli tutte le sue giornate.
Trasferitasi con la famiglia a Varsavia si iscrisse alla prestigiosa Accademia di Madame Guerin, suo maestro fu il poeta Jachowicz che contribuì ad infonderle nell’animo sentimenti buoni e altruisti. Fu costretta ad interrompere gli studi quando, all’età di sedici anni, contrasse la tubercolosi. Per curarsi soggiornò un anno in Svizzera. Durante questo periodo Sofia maturò l’inclinazione alla solitudine e, contemplando il maestoso scenario delle Alpi, sentì la volontà di consacrarsi al Signore . Affermerà in futuro che lì imparò a pregare.
Tornata a Varsavia cominciò il suo impegno caritatevole verso i poveri e gli emarginati della società. Mentre arricchiva la sua cultura grazie alla vasta biblioteca paterna, costante e sentita era la frequenza dei Sacramenti. Pensò di entrare nel monastero delle Visitandine, ma, seguendo il suggerimento del confessore, si dedicò alle cure del padre infermo. Durante una permanenza a Colonia, di ritorno col padre dalle terme di Salzbrunn, tra le volte silenziose del Duomo, comprese che il Signore la voleva sua Sposa, anche se ancora non comprendeva in quale modo.
Nel 1854 fondò un asilo per prestare assistenza ad alcuni bambini orfani. Si iscrisse al Terz’Ordine Francescano prendendo il nome di Angela.
Il suo padre spirituale divenne il cappuccino Padre Onorato Kozminski (1829 – 1916), anch’egli poi dichiarato beato. Resterà suo confessore fino alla morte. Dopo qualche tempo, con la cugina Clotilde, trasferì la propria residenza nell’asilo così da essere presente alle necessità dei piccoli ospiti giorno e notte. Il 21 novembre 1855, con la cugina, si consacrò al Signore, con lo scopo di servire i poveri.
Nasceva in quel momento la futura Congregazione delle Suore di San Felice da Cantalice. Angela portava spesso gli orfani alla chiesa dei Cappuccini di Cracovia. Qui pregava sovente davanti al quadro che raffigura proprio San Felice che abbraccia Gesù Bambino.
Nel Divin Redentore fattosi uomo meditava l’amore misericordioso di Dio che chiama a sé l’umanità. Come il santo cappuccino voleva anche lei abbracciare e aiutare, in nome del Signore, tutti coloro che avrebbe incontrato sulla sua strada.
Il numero degli orfani accolti divenne consistente in poco tempo e il Beato Onorato fu nominato Direttore dell’Istituto. Il 10 aprile 1857, con nove compagne, vestì l’abito religioso divenendo Suor Maria Angela. La Comunità si aggregò al Terz’Ordine Francescano.
Per la Polonia erano gli anni difficili dell’occupazione russa. L’Istituto fu riconosciuto solo come opera di carità, le congregazioni religiose infatti erano vietate. Lo sviluppo fu comunque imponente, in soli sette anni vennero aperte trentaquattro case.
Nacque inoltre il ramo contemplativo per far confluire tutte coloro che aspiravano alla clausura: oggi il loro nome è Suore Cappuccine di San Chiara. La Madre, come veniva ormai chiamata Suor Angela, pur mantenendo il governo di entrambi gli istituti, si ritirò in quello contemplativo.
Nel 1863 il popolo polacco insorse contro gli invasori, le Suore Feliciane trasformarono le loro case in ospedali per curare i feriti, polacchi e russi indifferentemente. Il 16 dicembre 1864 invece i russi, sospettando dell’appoggio delle suore agli insorti, soppressero l’istituto.
La Beata, col ramo claustrale, si ritirò presso le Suore Bernardine, le altre tornarono alle loro case. Dopo un anno l’Imperatore Francesco Giuseppe acconsentì alla ricostituzione della Congregazione ma Madre Angela, a causa di una malattia, poté raggiungere le sue suore a Cracovia solo il 17 maggio 1866.
Due anni dopo fu eletta Superiora Generale, professando pubblicamente i voti perpetui.
L’anno successivo però rinunciò all’incarico a causa dell’aggravarsi delle condizioni di salute, compresa una grave sordità.
Visse i restanti trent’anni della vita (dal 1869 al 1899), dando un grande esempio di virtù alle consorelle.
Trascorreva le giornate pregando, spesso col Santo Rosario, preoccupandosi del decoro della chiesa. Coltivava, a tale scopo, personalmente i fiori e cuciva gli abiti sacerdotali. In questi anni fu intensa l’attività epistolare.
Nel 1872 fu colpita da un cancro allo stomaco, le sofferenze furono per anni tali che si pensò, ad un certo punto, che avesse perso anche le facoltà mentali. Lei, nel silenzio, offriva le sue pene al Signore per il bene dell’Opera.
Nel 1874 l’Istituto ottenne da Pio IX il “decretum laudis”. Nello stesso anno partirono le prime missionarie per le Americhe, la Beata le benedisse personalmente. Nel luglio del 1899, tre mesi prima della sua morte, furono approvate definitivamente le Costituzioni. Il cancro ormai aveva devastato il suo fisico, colpendo anche la colonna vertebrale. Al capezzale erano presenti molte suore, alle quali impose la mano benedicente.
Madre Angela Truszkowska si spense il 10 ottobre 1899. Le sue spoglie sono oggi venerate nella chiesa della Casa Madre di Cracovia.
Giovanni Paolo II l’ha elevata agli onori degli altari il 18 aprile 1993.
(Fonte santiebeati.it/Daniele Bolognini)
Dio, nostro Padre,
che hai dato alla beata Angela Maria una fede ardente
e un amore senza confini per compiere fedelmente la tua volontà,
rafforzaci per la sua preghiera e il suo esempio,
perché con gioia cerchiamo ciò che piace a te
e viviamo coerentemente secondo la tua volontà.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
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