Oggi la Chiesa ricorda San Nicola da Tolentino (Sacerdote)
San Nicola da Tolentino, al secolo Nicola di Compagnone è stato un religioso italiano. Fu un frate dell’Ordine di Sant’Agostino ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica che lo ha canonizzato nel 1446.
La vita
Nasce nel 1245 a Sant’Angelo in Pontano (provincia di Macerata). I suoi genitori, pii cristiani e senza figli, fecero un pellegrinaggio a San Nicola di Bari per ottenere la grazia di avere un figlio che poi ricevettero. Diedero alla luce Nicola, chiamato così in onore del santo pugliese.
Fin dai primi anni è educato con sentimenti cristiani; assisteva e serviva volentieri la Santa Messa, ascoltava la parola di Dio e studiava le cose sacre.
Un giorno nella chiesa, udì un religioso di Sant’Agostino che predicava sulla vanità del mondo e ripeteva quel passo del Vangelo: «Cosa giova all’uomo guadagnare tutto il mondo se poi perde l’anima sua?» e: «Chi vuol essere mio discepolo, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua».
Nicola non attese altro: subito fece domanda di essere ammesso tra i figli di Sant’Agostino in quella città.
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Fu accettato, prese l’abito religioso, e dopo un anno di noviziato si consacrò al Signore mediante i santi voti religiosi. Aveva 18 anni.
Nel convento riconfermò il proposito che fin da piccolo si era prefisso: rinnegare se stesso: cercava sempre gli uffici più umili, contento quando poteva eseguire la volontà altrui, e rinunziare alla sua.
Durante gli studi fu mandato in vari conventi del suo Ordine e a Cingoli fu ordinato sacerdote nel 1269.
Di qui comincia una nuova era per il nostro Santo
Quando si trovava all’altare, la sua faccia si infiammava d’amore e abbondanti lacrime sgorgavano dai suoi occhi.
Le segrete comunicazioni della sua anima con Dio all’altare ed al confessionale gli facevano gustare anticipatamente le delizie della beatitudine celeste. Più tardi si recò a Tolentino dove passò i suoi ultimi anni.
Predicava quasi tutti i giorni e le sue prediche producevano frutti meravigliosi.
Nessuno poteva resistere alla forza e alla dolcezza dei suoi discorsi sia pubblici che privati.
Il Signore gli ha donato molti doni celesti ed operò molti miracoli. L’amore che portava a Dio infiammava talmente il suo cuore che sovente fu visto piangere sul pulpito.
La morte e il culto
Nel 1305, il 10 settembre, dopo una lunga malattia, morì all’età di 60 anni, pieno di virtù e di meriti.
Il processo di canonizzazione iniziò nel 1325 sotto papa Giovanni XXII, ma si concluse soltanto nel 1446 sotto papa Eugenio IV. Tuttavia già fin dalla metà del ‘300 veniva raffigurato con l’aureola (vedi ad esempio il cappellone della Basilica di Tolentino).
È considerato un santo mariano poiché sostenne di avere la visione degli angeli che trasportavano la Santa Casa di Loreto nella città marchigiana il 10 dicembre del 1294.
La sua protezione è invocata dai devoti per gli appestati, i naufraghi e i carcerati, ma in particolare per le anime del Purgatorio.
San Nicola fu anche un famoso esorcista, uno dei pannelli della sua vita affrescati nel Cappellone di Tolentino mostra proprio Nicola che libera una donna indemoniata; questa sua facoltà rimase integra anche dopo la sua morte visto che numerosi ex voto lo indicano come guaritore di indemoniati. (Fonte santodelgiorno.it)
Aneddoti sulla vita di Nicola
Molteplici sono i racconti entrati a fare parte della tradizione dei luoghi della giovinezza di Nicola, in particolare nel paese natale in cui tutt’oggi è radicata una forte devozione.
- Si racconta che, nel tragitto da Sant’Angelo a Tolentino, trovandosi a passare nella città di San Ginesio, imponendo le mani impedì il crollo di una parte della cinta muraria, che ancora oggi si conserva integra.
- Sempre durante il tragitto verso il monastero, trovandosi in ritardo, impose le mani per fermare il sole fino a quando non fosse arrivato a destinazione (in modo simile a quanto accade a Giosuè; questa è anche una spiegazione per la raffigurazione del santo con il sole)
- Il ponte del diavolo di Tolentino è chiamato così in ricordo della leggenda secondo cui il diavolo stipulò un patto con San Nicola, dicendogli che avrebbe costruito un ponte in una sola notte in cambio dell’anima del primo essere vivente che lo avesse attraversato. Il santo accettò il patto e a costruzione ultimata benedisse il ponte. Poi, attese che si avvicinasse un cane e gettò del cibo in terra dall’altra parte del ponte, costringendo l’animale ad attraversarlo. Il diavolo, accecato d’ira, tentò invano di distruggere a forza di cornate il ponte, ormai benedetto.
- Durante la sua permanenza nel monastero di San Ginesio, San Nicola era solito portare del cibo ai mendicanti e, per non farlo sapere ai suoi superiori, nascondeva il pane nelle maniche della tunica. Venuti a sapere dell’espediente, i frati lo fermarono chiedendogli cosa portasse. Il santo rispose: “petali di rose!” scrollando le maniche dalle quali uscirono petali di fiori.
- Durante il cammino, San Nicola era solito fermarsi a pregare in una zona di campagna nelle vicinanze di Sant’Angelo. In quel punto fece sgorgare un piccolo pozzo dal quale abbeverarsi. Le fontanelle di San Nicola, come vengono chiamate oggi, secondo la tradizione smettono di sgorgare se un animale si abbevera ad esse, fino a quando non vengono nuovamente benedette da un sacerdote.
Preghiera
Glorioso taumaturgo San Nicola, che nato per intercessione del grande Santo di Bari, non solo ne hai portato il nome, ma ne hai imitato le sue virtù, eccoci davanti a te per invocare la tua intercessione di essere fedeli a Gesù Cristo, alla Santa Chiesa e al Santo Padre;
fa che nei momenti difficili la Chiesa sia luce per gli uomini e li conduca alla via del vero e del bene. Continua ad intercedere per le anime del Purgatorio e fa che noi le dimentichiamo, non solo per rendere vivo il nostro suffragio, ma per avere ben presente che anche noi dobbiamo desiderare questa comunione piena con il Signore.
Guidaci sulla via del bene e rendici capaci di fare spazio a Gesù nella nostra vita, affinché ciò che ti chiediamo sia in comunione con la volontà del Padre e assieme a Te e alle anime dei fratelli che ci hanno preceduto, possiamo godere della gloria del Paradiso.