Giulia Crostarosa, in religione Maria Celeste del Santissimo Salvatore, è stata una religiosa italiana, fondatrice dell’Ordine del Santissimo Redentore; viene proclamata beata nel 2016.
(Fonte santiebeati.it – Autore: Emilia Flocchini)
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Giulia Crostarosa nasce a Napoli il 31 ottobre 1696, era la decima dei dodici figli di Giuseppe Crostarosa, magistrato e discendente di una nobile famiglia abruzzese, e di Paola Battistini Caldari.
Era una ragazza molto intelligente e legata alla fede; aveva come direttore spirituale il sacerdote Bartolomeo Cacace e, su suo consiglio, emise voto di castità perpetua.
A vent’anni, nel 1716, accompagnò insieme alla madre la sorella Orsola al monastero carmelitano, recentemente fondato, di Santa Maria dei Sette Dolori a Marigliano in provincia di Napoli: decise di restare anche lei.
Il 21 novembre 1718 le due sorelle vestirono l’abito carmelitano e iniziarono il noviziato. Giulia prese il nome di suor Candida del Cielo.
Poiché la duchessa Isabella Mastrilli aveva fatto chiudere il monastero di Marigliano, le due sorelle furono costrette a lasciare tale luogo il 16 ottobre 1723.
Dopo una breve permanenza in famiglia, accettarono l’invito di padre Tommaso Falcoia, dei Pii Operai, il quale aveva fondato due anni prima il monastero della Santissima Concezione a Scala, in provincia di Salerno, cui aveva dato la regola della Visitazione. Si trasferirono là nel gennaio 1724: Giulia assunse il nome di suor Maria Celeste del Santo Deserto e fu raggiunta, di lì a poco, dalla sorella Giovanna.
Il 25 aprile 1725, dopo la Comunione, ebbe luogo il primo degli eventi straordinari di cui suor Maria Celeste fu protagonista .
Ebbe una visione che l’ispirò a dare inizio ad un nuovo ordine, per cui redasse una regola che, grazie all’appoggio di Falcoia, ottenne l’approvazione ecclesiastica.
Con la mediazione di Alfonso Maria de’ Liguori, il vescovo di Ravello Nicola Guerriero autorizzò la trasformazione della comunità di Scala in monastero sotto il titolo del Santissimo Salvatore e il 13 maggio 1731 ebbe quindi inizio l’Ordine del Santissimo Salvatore, che con l’approvazione pontificia, nel 1750, cambierà il titolo in “del Santissimo Redentore”. Popolarmente le monache sono note come “Redentoriste” o “Redentoristine”.
Le monache quindi adottarono la regola della Crostarosa, che iniziò a farsi chiamare Maria Celeste del Santissimo Salvatore.
A tanta grazia corrisposero presto momenti difficili per suor Maria Celeste. Sorsero non poche incomprensioni tra lei, padre Falcoia e la comunità religiosa.
A causa del clima pesante e problemi “religiosi” che si erano venuti a creare, nel 1733, la Crostarosa lasciò Scala e si ritirò a Nocera Superiore, nella frazione di Pareti, in un monastero che riformò per ordine del vescovo. Trascorse anche un periodo a Roccapiemonte.
Il 4 marzo 1738, si diresse con la sorella Orsola a Foggia, dove giunse solennemente cinque giorni dopo. La sua comunità si trasferì nel nuovo conservatorio del Santissimo Salvatore il 4 ottobre 1739, dove, il 26 marzo 1742, si svolse la vestizione di otto ragazze.
Finalmente suor Maria Celeste poteva attuare il carisma che le era stato ispirato, guidando le consorelle, ma anche le ragazze del ceto medio che venivano educate nel monastero, con equilibrio e responsabilità.
Per lei, la vita delle monache doveva essere una perfetta imitazione della vita del Cristo; di conseguenza, la comunità religiosa era concepita come “viva memoria” del suo amore redentore.
Il criterio fondamentale cui doveva ispirarsi era l’essenzialità, attinta dalla familiarità con la Parola e concretizzata nel donarsi senza riserve al prossimo, come scrisse nella prima Regola.
Oltre alla stima di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, suor Maria Celeste godette di quella del giovane fratello redentorista Gerardo Maiella (anche lui canonizzato) e di tutto il popolo di Foggia, che la chiamava “la santa priora”.
Intorno al 1750, su invito del direttore spirituale, scrisse la propria autobiografia, fonte di numerosi dettagli sulla sua storia personale.
La sua esistenza terrena si concluse il 14 settembre 1755 nel monastero di Foggia, mentre il sacerdote che l’assisteva, leggendo la Passione secondo Giovanni, era arrivato alle parole «Consummatum est» («È compiuto»).
Oltre all’autobiografia, suor Maria Celeste ha lasciato un nutrito epistolario, che completa il quadro della sua personalità e permette di osservare la sua vita interiore. Per le sue quattordici opere ascetiche, inoltre, è considerata una delle più grandi mistiche del Settecento italiano.
Il processo diocesano per la beatificazione di Maria Celeste Crostarosa si celebrò a Foggia nel 1879 e nel 1884. La Congregazione dei riti esaminò gli scritti dalla religiosa e, con decreto dell’11 dicembre 1895, li dichiarò immuni da errori.
La causa di beatificazione fu introdotta a Roma l’11 agosto 1901.
Il 3 giugno 2013 Papa Francesco ha autorizzato la pubblicazione del decreto circa l’esercizio eroico delle virtù della serva di Dio Maria Celeste e il 14 dicembre 2015 lo stesso pontefice ha riconosciuto l’autenticità di un miracolo attribuito all’intercessione della venerabile, approvandone la beatificazione.
Il rito, presieduto dal cardinale Angelo Amato, è stato celebrato nel Santaurio di Maria Incoronata a Foggia il 18 giugno 2016.
Il corpo della beata è conservato presso il Monastero delle Redentoriste del Santissimo Redentore a Foggia.
Come presunto miracolo utile per la beatificazione è stato esaminato il caso di suor Maria Celeste (al secolo Anna Maria) Lagonigro, monaca redentorista, affetta da un’otite cronica e purulenta all’orecchio sinistro, che perdurava da dieci anni, tra riacutizzazioni e fasi di quiescenza.
Pochi giorni dopo la sua vestizione, avvenuta l’8 dicembre 1955, cadeva il bicentenario della morte della Venerabile Maria Celeste Crostarosa: per l’occasione, il suo corpo fu collocato nella sala capitolare del convento di Foggia, dove risiedeva l’ammalata. Verso le 19.00 del 13 settembre 1955, tutta la comunità religiosa era quindi radunata, quando una consorella di suor Maria Celeste le fece appoggiare l’orecchio infermo e tutto il capo sul petto della Fondatrice, prima della chiusura dell’urna.
All’istante, la religiosa riscontrò la scomparsa del dolore e ricominciò a sentire distintamente. Gli esami medici successivi all’evento straordinario hanno evidenziato la perfetta funzione del complesso timpano-ossiculare.
Celebrata l’Inchiesta diocesana negli anni 1987-1988, la Consulta Medica ha riconosciuto, il 19 febbraio 2015, che la guarigione fu rapida, completa e duratura, inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche.
Le redentoriste sono monache dedite alla vita contemplativa, con voti solenni e clausura papale.
Come contemplative, le redentoriste si impegnano a “vivere l’ansia di redenzione e liberazione che l’uomo e tutta la creazione continuano a sperimentare; contemplare il disegno salvifico del Padre, che culmina in Cristo; intercedere, in comunione con tutta la Chiesa, per la salvezza del mondo“.
Ogni monastero è autonomo e, oltre alle costituzioni e alle norme comuni dell’ordine, segue statuti propri: gli organi di governo della comunità sono il capitolo, la priora e il suo consiglio, costituito da una vicepriora, una segretaria e due consigliere, tutte elette dal capitolo.
L’ordine è strettamente legato alla Congregazione del Santissimo Redentore e rappresenta il ramo contemplativo della famiglia redentorista, ma i monasteri non hanno alcuna dipendenza giuridica dalla congregazione maschile che, comunque, assicura alle religiose l’assistenza spirituale.
I monasteri delle redentoriste sono diffusi in Africa (Angola, Burkina Faso), nelle Americhe (Argentina, Brasile, Canada, Colombia, Haiti, Messico, Perù, Stati Uniti d’America, Venezuela), in Asia (Filippine, Giappone, Kazakistan, Thailandia), in Europa (Austria, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia, Spagna) e in Australia.
Fiduciosi nella tua intercessione
e sorretti dall’esempio della tua vita,
noi ti invochiamo, o beata madre
Maria Celeste.
Tu hai conosciuto Cristo Redentore
come Parola di vita nel suo Vangelo,
lo hai assimilato come Salvatore
nella contemplazione dei suoi misteri,
lo hai rivestito come memoria viva
nella partecipazione all’Eucaristia,
ottieni a chi cerca verità e pace
di incontrarlo nella misericordia della Chiesa,
nella gioia della comunione fraterna,
nella carità verso i poveri e i sofferenti,
affinché tutti si ritrovino concordi
nell’abbraccio d’amore del Padre.
Amen
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