Jeanne-Françoise Frémyot, baronessa de Chantal, è stata una religiosa francese, fondatrice dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria. Nel 1767 è stata proclamata santa da papa Clemente XIII. Fu anche nonna di Madame de Sévigné. (Fonte santiebeati.it – Autore: Cristina Siccardi)
Nasce a Digione (Francia) il 23 gennaio 1572 in una famiglia dell’alta nobiltà, infatti il padre era Benigno Frémyot, presidente del Parlamento della Borgogna. Rimarrà però ben presto orfana della madre e crescerà sotto l’educazione e la morale paterne. Il 29 dicembre 1592 Giovanna sposa Cristoforo II, barone di Chantal. Il loro è un matrimonio felice. Viene da subito chiamata «la dama perfetta» per quel suo prodigarsi nella tenuta di Bourbilly e per le attenzioni e premure che riserva al consorte. Da questa unione perfetta nascono sei figli: i primi due muoiono alla nascita, poi arrivano Celso Benigno, Maria Amata, Francesca e Carlotta. Dolce, serena, affabile, Giovanna è amata dai suoi familiari, come dalla servitù. Quando Cristoforo si assenta dal castello per adempiere ai suoi impegni di corte, Giovanna lascia gli abiti eleganti e si dedica ai poveri, ai quali non offre solo denaro, ma la propria persona, servendoli.
La sua carità si fa immensa durante la carestia che colpisce la Borgogna nell’inverno 1600-1601. È qui che la baronessa, senza ascoltare i borbottii di molti e incoraggiata dal consorte, trasforma il maniero in un vero e proprio ospedale per ospitare madri e bambini in difficoltà e inoltre, si occupa della costruzione di un nuovo forno per poter distribuire il pane a tutti coloro che bussano alla sua porta. Ma ecco giungere la prima grande prova, la morte di Cristoforo, ucciso da un colpo di archibugio durante una battuta di caccia. Resta vedova a soli 29 anni, vedova e madre di quattro creature di cui la prima ha solo cinque anni e l’ultima pochi giorni. Matura, in questo tempo di lutto e di dolore, il desiderio di consacrarsi a Cristo, ma i doveri familiari non le permettono una scelta di vita così drastica. In attesa di conoscere la volontà di Dio, Giovanna si dedica totalmente ai figli, all’amministrazione della casa e alla preghiera. Il suocero, barone di Chantal, la informa che deve subito trasferirsi da lui, a Monthélon se desidera che i figli prendano parte all’eredità e lei accetta. Il suo nome inizia a rendersi noto per la sua carità. Non è più chiamata «dama perfetta», ma la «nostra buona signora».
La sua guida spirituale non comprende la sua persona, non sa leggere la sua anima. Un giorno suo padre la invita a Digione, questa volta per ascoltare il quaresimale del vescovo di Ginevra, Francesco di Sales, la cui fama si diffonde sempre più in Savoia e in tutta la Francia. Il primo incontro fra Giovanna e il vescovo avviene il 5 marzo del 1604. Da allora si instaura un camino di unione fraterna e spirituale straordinario. La direzione spirituale di Francesco di Sales si realizza soprattutto attraverso l’epistolario, dove l’umano è «divinizzato» e il divino «umanizzato».
In una lettera inviata al vescovo ginevrino Giovanna scrive: «… tutto quello che di creato c’è quaggiù non è niente per me se paragonato al mio carissimo Padre… Un giorno mi comandaste di distaccarmi e di spogliarmi di tutto. Oh Dio, quanto è facile lasciare quello che è attorno a noi, ma lasciare la propria pelle, la propria carne, le proprie ossa e penetrare nell’intimo delle midolla, che è, mi sembra, quello che abbiamo fatto è una cosa grande, difficile e impossibile se non alla grazia di Dio». Nel 1610 firma di fronte al notaio un atto con il quale si spoglia di tutti i beni in favore dei figli. Il 6 giugno 1610, presso la residenza del vescovo di Ginevra, nella casa della Galerie ad Annecy, fondò, con Francesco di Sales e Charlotte di Bréchard, la congregazione delle monache Visitandine (Ordine della Visitazione). Giovanna Francesca de Chantal, dopo un anno di noviziato, fece la sua professione religiosa nelle mani del vescovo e divenne religiosa dell’istituto da lei fondato.
Rimarrà sempre “madre”, continuando ad amare profondamente e teneramente i suoi figli. Nuove morti, nuovi lutti. Tanto che soltanto la figlia Francesca le sopravviverà tra figli, fratelli, generi e nuora. Perciò Dio diventa per lei l’unica ricerca, l’unico fine della sua attuale vita. Alla scomparsa di Francesco di Sales (28 dicembre 1622), Giovanna si trova sola alla guida della nuova famiglia religiosa della Visitazione. Si fa pellegrina sulle strade di Francia, fondando ben 87 case visitandine. Consumata «nell’amore di opera e nell’opera di amore», come usava dire, si spegne il 13 dicembre 1641 nel monastero di Moulins. Le «Lettere di amicizia e direzione» (tradotte per la prima volta in italiano, a cura dei monasteri della Visitazione d’Italia) sono la testimonianza più viva della grande spiritualità di Madre Chantal ed è la prova che fosse persona troppo intelligente e “libera” per ridursi ad un’ombra anonima di san Francesco di Sales. Venne proclamata beata da papa Benedetto XIV il 21 novembre 1751; papa Clemente XIII la canonizzò il 16 luglio 1767. Il suo corpo è sepolto nella chiesa della Visitazione di Annecy, accanto a quello di Francesco di Sales.
Signore, bontà somma, mi abbandono nelle tue braccia, nei momenti di gioia, come in quelli difficili. Conducimi dove ti piacerà; non guarderò la strada da seguire, non guarderò che te, mia tenera provvidenza, mia forza, mia baluardo, tu che mi guidi come una madre. Seguirò il cammino che tu hai tracciato per me, senza volerlo indagare, senza cercare le ragioni di ciò che accade, senza chiedermi troppi “perché”. Lo sguardo fisso su di te, io farò la tua volontà, non la mia. Sarò in pace, desiderando non altro che ciò che tu mi ispirerai di desiderare. Ti offro queste mie decisioni Signore, ti chiedo di benedirle. Ti sarò fedele, pur nella mie debolezza, appoggiandomi sulla tua bontà, sulla tua generosità, sulla tua misericordia. Signore, che io abbia fiducia totale in te. Amen
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