Carlo Acutis è stato un adolescente cattolico italiano che viene venerato come beato dalla Chiesa cattolica dal 10 Ottobre 2020.
Nasce il 3 maggio 1991 a Londra, dove i suoi genitori si trovano per esigenze di lavoro del padre.
Cresce a Milano e molto presto si rivela un bambino di straordinaria intelligenza. Ha una geniale capacità di utilizzare i computer e i programmi informatici ma sopratutto rivela ben presto una forte inclinazione al sacro.
Da quando ha 4 anni comincia a raccogliere i fiori da portare alla Madonna e fa’ domande sulla fede e su Gesù ai propri genitori che, per rispondere degnamente ai quesiti del figlio, devono mettersi a studiare teologia (erano credenti ma frequentavo pochissimo la Chiesa). Con il crescere chiederà alla sua famiglia anche di portarlo a visitare i più importanti santuari del mondo.
È affettuoso, vuole molto bene ai suoi genitori, trascorre del tempo con i nonni e ama moltissimo gli animali. Ama il mare, i viaggi, le conversazioni, fa amicizia con i domestici di casa, è aperto a tutti e a tutti rivolge saluto e parola.
Ha un temperamento solare, senza alcuna difficoltà a parlare con i nobili o con i mendicanti che incontra per strada. Nessuno è mai escluso dal suo cuore davvero buono.
Frequenta le scuole elementari e medie presso le Suore Marcelline di Milano, poi passa al Liceo Classico Leone XIII retto dai Padri Gesuiti.
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Ma che cosa distingue Carlo da tanti suoi coetanei? Nel corso della sua esistenza, molto presto ha scoperto una Persona singolare: Gesù Cristo, e di Lui, crescendo, si innamora perdutamente. Fin da piccolo, l’incontro con Gesù, sconvolge la sua vita.
Carlo trova in Lui l’Amico, il Maestro, il Salvatore, la Ragione stessa della sua esistenza.
Senza Gesù nel suo vivere quotidiano, non si comprende nulla della sua vita, in tutto simile a quella dei suoi amici, ma che custodisce in sé questo invincibile Segreto.
In un mondo basato sull’effimero e sulla volgarità, testimonia Gesù e il suo Vangelo, che i più hanno smarrito o dimenticato, che molti combattono. Non ha paura di presentarsi come un’eccezione al mondo e di andare contro-corrente, contro la mentalità imperante oggi. Sa che per seguire Gesù, occorrono una grande umiltà e un gran sacrificio.
I suoi modelli sono i Pastorelli di Fatima, Giacinta e Francesco Marto, San Domenico Savio e San Luigi Gonzaga, e poi San Tarcisio martire per l’Eucaristia. Carlo, con continua coerenza e non in modo passeggero, si inserisce in questo stuolo di piccoli che con la loro esistenza narrano la gloria di Gesù.
Si impegna fino al sacrificio per vivere continuamente nell’amicizia e nella grazia con Gesù. Trova, assai presto per la sua vita, due colonne fondamentali: l’Eucaristia e la Madonna.
La sua vita è interamente eucaristica: non solo ama e adora profondamente il Corpo e il Sangue di Gesù, ma ne accoglie in sé l’aspetto oblativo e sacrificale.
Riceve la prima comunione a soli 7 anni nel monastero delle Romite di Sant’Ambrogio ad Nemus, di Perego, poi sempre di più, alimenta una grande devozione al Santissimo Sacramento dell’altare, in cui sa e crede che Gesù è realmente presente accanto alle sue creature, come Dio e l’Amico più grande che esista.
Partecipa alla Messa e alla Comunione – incredibile, ma vero anche per un ragazzo d’oggi – tutti i giorni. Dedica molto tempo alla preghiera silenziosa di adorazione davanti al Tabernacolo, dove sembra rapito dall’amore. Proprio così: dal Mistero eucaristico, impara a comprendere l’infinito amore di Gesù per ogni uomo. Era la sua sorgente per affrontare con serenità ogni istante della sua giornata, dalle relazioni con gli altri ai suoi doveri.
Sente che, oltre ad essere buono, deve donarsi a Dio e servire i fratelli: tendere alla santità, essere santo! Nasce di lì, il suo zelo per la salvezza delle anime. Non si limita a pregare, ciò che è già grande cosa, ma parla spesso di Gesù, della Madonna, dei Novissimi (le ultime cose che accadono nella vita di un credente: morte, giudizio di Dio, inferno, paradiso) e del rischio di potersi perdere con il peccato mortale nella dannazione eterna.
Carlo cerca di aiutare soprattutto coloro che vivono lontani da Gesù immersi nell’indifferenza per Lui e nel peccato.
Spesso si offre, prega e ripara i peccati e le offese compiute contro l’Amore divino, contro il Cuore di Gesù, che sente vivo e palpitante nell’Ostia consacrata.
Come Santa Margherita Maria Alacoque, anche lui alimenta dentro di sé il desiderio di condurre le anime al Cuore di Gesù, nel quale confida e si abbandona ogni giorno. In particolare, si comunica tutti i primi venerdì del mese per riparare i peccati e meritarsi il Paradiso, secondo la “grande promessa” di Gesù, nel 1675, a Santa Margherita Maria. Tra i suoi scritti, le sue “note d’anima”, forse l’affermazione più bella è proprio questa: “L’Eucaristia? È la mia autostrada per il Cielo!“.
Questa sua assidua e quotidiana abitudine di accostarsi all’Eucaristia, vivifica e rinnova il suo ardore verso Gesù e fa di lui un suo intimo amico, come confermano i sacerdoti che lo hanno conosciuto da vicino e anche i suoi compagni. Gesù gli fa bruciare le tappe nel suo cammino di ascesa.
Ora ne conosciamo il perché: la sua esistenza sarebbe stata breve e la via della perfezione doveva essere percorsa da lui in poco tempo.
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Carlo non si sottrae e non si tira indietro e, pur sapendo di essere così diverso dalla società che lo circonda, sa anche che la santità è in realtà la norma della vita: si lascia condurre per mano, sicuro che Gesù ha scelto per lui “la parte migliore”, che non gli verrà tolta.
Prova dentro di sé la certezza di essere amato da Dio e tanto gli basta per essere a sua volta apostolo della Verità e dell’amore, che è Gesù stesso.
È apprezzato e stimato dai suoi compagni di scuola, che lui aiuta sempre, anche se talvolta viene preso in giro per la sua fede vivissima. Non è mai un alieno, ma è solo consapevole di aver incontrato Gesù e, per essergli fedele, è pronto anche a sfidare la maggioranza, “che ha solo ragione quando è nella Verità, mai perché è maggioranza“. Quindi non teme le critiche e le derisioni, ma sa che sono inevitabili per conquistare alla causa di Gesù compagni e amici.
Sì, Carlo intende conquistare anime e ci sono dei non-cristiani, uomini di altre religioni, che per averlo conosciuto e parlato con lui, hanno chiesto il Battesimo nella Chiesa Cattolica.
È un genio del computer e i suoi compagni lo cercano per farsi insegnare a usare al meglio il pc, e Carlo, mentre spiega programmi e comandi, dirige il discorso verso le Verità eterne, verso Dio.
Mobilitato e posseduto da Gesù Eucaristico, non perde occasione per evangelizzare e catechizzare.
Il suo esempio trascina, la sua parola suadente spiega i Misteri della salvezza. Emana un fascino singolare, ha un ascendente straordinario, diremmo, un’autorevolezza che non è della sua età anagrafica. Sarà un esempio anche nella parrocchia dove diventerà catechista.
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I suoi compagni sono ora concordi nel dire che Carlo è stato un vero testimone di Gesù e annunciatore del suo Vangelo.
Ha capito che è indispensabile un grande sforzo missionario per annunciare il Vangelo a tutti. Apprezza l’intuizione del Beato Giacomo Alberione (1884-+1971) a usare i mass-media a servizio del Vangelo. Il suo obiettivo è quello dei missionari più veri: giungere a quante più persone possibili per far loro conoscere la bellezza e la gioia dell’amicizia con Gesù.
In questa visione della realtà, prende come modello San Paolo, l’apostolo delle genti, che impegna tutto se stesso per portare il Vangelo a ogni creatura, fino al sacrificio della vita.
Ideò la mostra sui miracoli eucaristici nel mondo, che fu sponsorizzata dall’Istituto San Clemente I Papa e Martire e che viene ospitata nelle parrocchie che ne fanno richiesta.
È un vero figlio della Chiesa, Carlo Acutis: per la Chiesa, prega e offre sacrifici. Il suo pensiero continuo è rivolto al Papa, nel quale, Giovanni Paolo II o Benedetto XVI che sia, crede e vede il Vicario di Cristo: per il Papa offre penitenze e preghiere.
Si appassiona a ascoltare il Magistero del Papa e a seguirlo. Matura così una conoscenza della Fede, fuori dal comune, tanto più se si considera la sua età: comprende e illustra concetti di fede con parole semplici e comprensibili, che neppure un teologo potrebbe utilizzare meglio.
Meraviglia e incanta sia il suo parroco sia i religiosi e le persone che incontra e lo ascoltano.
Chi lo avvicina, se ne va con una certezza di fondo: che Gesù è davvero l’unico Salvatore atteso dall’umanità anche oggi e il solo che sa riempire a pieno il cuore dell’uomo.
L’altra colonna fondamentale su cui costruisce la sua vita è la Madonna: a Lei consacra più volte tutta la sua vita; a Lei ricorre nei momenti della necessità, certo che Maria Santissima nulla rifiuta. È impossibile parlare di Carlo, senza considerare la sua forte devozione alla Madonna. È affascinato dalle sue apparizioni a Lourdes e a Fatima e ne vive il messaggio di conversione, penitenza e preghiera. Da Fatima, impara a amare il Cuore Immacolato di Maria, a pregare e a offrire sacrifici per riparare le offese che molti le arrecano.
Maria Santissima è la sua Avvocata, la sua Mamma: è fedele, per amor suo, alla recita quotidiana del Rosario, diffonde la devozione mariana tra i conoscenti, visita i suoi santuari, Lourdes e Fatima compresi.
Tra i “suoi” santi, predilige Santa Bernardette Sobirous e i Beati Pastorelli di Fatima e parla di loro assai volentieri, per invitare molti a vivere i messaggi della Madonna.
È impressionato dal racconto della visione dell’inferno, come riferito da suor Lucia di Fatima, e pertanto decide di aiutare più persone che può a salvarsi l’anima. Sembra impossibile per un ragazzo, eppure Carlo legge il Trattato del Purgatorio di Santa Caterina Fieschi da Genova (1447-1510), in cui la santa descrive le pene delle anime in Purgatorio. Carlo offre preghiere, penitenze e Comunioni in loro suffragio.
In un mondo chiuso alla grande Verità della fede, Carlo scuote le coscienze e invita a guardare spesso all’”Aldilà”, che non tramonta.
Vive puro come un angelo, affidando la sua purezza alla Madonna e chiedendo preghiere per la sua purezza alle monache di clausura che frequenta, interessatissimo alla loro vita di preghiera.
Difende la santità della famiglia contro il divorzio, e la sacralità della vita contro aborto e eutanasia, nei dibattiti in cui si trova coinvolto.
Non conosce compromessi. È umile e ardente. Contagioso nella fede, come un fuoco che si appicca dovunque e incendia di Verità e di amore a Cristo.
Poi, improvvisa come un fulmine a ciel sereno, arriva la leucemia, quella acuta che non lascia scampo, e che lui accoglie con un sorriso, offrendo la sua vita per il Papa e per la Chiesa. Cerca la guarigione perché ama la vita, ma sorride alla morte come all’incontro con l’Amato e perché sa che oltre ad essa non c’è il nulla.
Muore il 12 ottobre 2006 nell’ospedale di Monza e lo seppelliscono nella nuda terra ad Assisi (come lui aveva chiesto), la città di san Francesco, che più di altre ha amato e nella quale tornava così volentieri per pregare e rifocillare lo spirito.
Proprio nel cimitero cittadino di Assisi viene sepolto, ma nel gennaio 2019 i suoi resti mortali sono stati riesumati, per essere traslati, il 6 aprile dello stesso anno, nella chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione, nella stessa città.
Appena trascorsi i cinque anni previsti dalle norme canoniche, la diocesi di Milano, nel cui territorio si trova Monza, ha dato inizio alle fasi preliminari della sua causa di beatificazione e canonizzazione.
Il 5 luglio 2018 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui Carlo veniva dichiarato Venerabile. Intanto, in Italia e all’estero, sono cresciute sempre più la fama e la stima per questo ragazzo che ha cercato la santità in modo straordinario, pur nell’ordinarietà della sua vita.
Il 14 novembre 2019 la Consulta Medica della Congregazione delle Cause dei Santi espresse parere positivo circa un presunto miracolo, avvenuto nel 2013.
Si trattava della guarigione di un bambino brasiliano affetto da importanti disturbi all’apparato digerente, con rara anomalia anatomica congenita del pancreas. I genitori del bambino e l’intera comunità parrocchiale cui appartenevano si unirono nella preghiera, chiedendo espressamente l’intercessione di Carlo.
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Il 21 febbraio 2020, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui la guarigione era ritenuta miracolosa e ottenuta per intercessione di Carlo.
La sua beatificazione si è svolta il 10 ottobre 2020, nella Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi. La celebrazione è stata presieduta dal cardinal Agostino Vallini, Legato Pontificio per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, come rappresentante del Papa.
La memoria liturgica del Beato Carlo venne fissata al 12 ottobre, giorno esatto della sua nascita al Cielo. (Articolo tratto da santiebeati.it)
Concludiamo la biografia del santo con questa frase che amava citare il giovane:
«Tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie».
O Dio, nostro Padre,
grazie per averci dato Carlo,
modello di vita per i giovani,
e messaggio di amore per tutti.
Tu lo hai fatto innamorare
del tuo figlio Gesù,
facendo dell’Eucaristia
la sua “autostrada per il cielo”.
Tu gli hai dato Maria,
come madre amatissima,
e ne hai fatto col Rosario
un cantore della sua tenerezza.
Accogli la sua preghiera per noi.
Guarda soprattutto ai poveri,
che egli ha amato e soccorso.
Anche a me concedi,
per sua intercessione,
la grazia di cui ho bisogno…
E rendi piena la nostra gioia,
ponendo Carlo tra i beati
della tua Santa Chiesa,
perché il suo sorriso
risplenda ancora per noi
a gloria del tuo nome. Amen.
Imprimatur + Domenico Sorrentino
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