A Lima in Perù, san Giovanni Macías, religioso dell’Ordine dei Predicatori, che svolse a lungo le più umili mansioni, curò con zelo poveri e malati e recitò assiduamente la preghiera del Rosario per le anime dei defunti.
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(Fonte santiebeati.it – Don Marco Grenci)
San Giovanni Macías nasce il 2 marzo 1585 a Ribera del Fresno (Spagna).
Da bambino perse i genitori e passò l’adolescenza e la giovinezza, con una sorella minore, presso gli zii, dedito alla pastorizia.
All’età di circa vent’anni girò in diverse parti della Spagna in cerca di occupazione, pur sentendo vivo il desiderio di consacrarsi a Dio. Tornò al paese nativo, nel 1613, per ritirare il certificato di Battesimo.
Nel 1619 salpò finalmente per le Nuove Terre, di cui era molto attratto, e dopo quattro mesi e mezzo di estenuante viaggio, giunse alla Città dei Re, Lima.
Al termine di un breve periodo di lavoro presso un grossista di carne da macello, Giovanni matura la decisione della scelta del suo stato: a trentasette anni, entra tra i Domenicani della Maddalena, nella Provincia di San Giovanni Battista.
Professa i voti nel 1623, dedicandosi fino alla morte all’esercizio generoso della carità, nell’ufficio di portinaio del convento.
Si distinse nell’orazione, nel consiglio, nel carisma della carità, mediante la quale promosse notevoli opere assistenziali, amalgamando persone di classi diverse e creando una catena di soccorsi che si estendevano sino a Quito, a Bogotà, a Cuzco.
Morì a Lima il 16 settembre 1645. Fu beatificato, con il suo amico Martino de Porres, nel 1837 da papa Gregorio XVI. Fu solennemente canonizzato da Paolo VI il 28 settembre 1975.
La memoria liturgica è il 16 settembre, mentre l’Ordine Domenicano e la città di Lima lo ricordano il 18 settembre.
A Olivenza (comune spagnolo di circa 12.000 abitanti, situato presso il confine con il Portogallo), nella parrocchia di santa Maria Maddalena, il 23 gennaio 1949 la cuoca, Leandra Rebollo Vásquez, si apprestava a cucinare per le 150 persone presenti nella mensa per i poveri, quando si accorse che disponeva soltanto di 750 grammi di riso crudo e altrettanti di carne.
Mise ugualmente sul fuoco una pentola con dieci litri di acqua e, mentre vi versava il riso, la carne e un poco di condimento, invocò l’aiuto del beato Giovanni Macías
, che sarebbe stato proclamato santo grazie a questo miracolo.Dopo un quarto d’ora la cuoca si accorse che la quantità di riso, durante la cottura, continuava ad aumentare e saliva in superficie, tanto che fu costretta, aiutata dalla madre del parroco, a travasare il contenuto in una seconda pentola di otto litri e poi in una terza di dieci litri. Accorsero il parroco, Luis Zambrano Blanco, e María Gragera Vargas Zúñiga, direttrice del “Focolare Nazareth”, pia unione caritativa di volontarie fondata dallo stesso Zambrano Blanco, e si resero conto di quanto stava accadendo. Il fenomeno durò per quattro ore, finché il parroco ordinò di spegnere il fuoco e togliere la pentola.
Undici anni dopo, nel 1960, si svolse l’inchiesta del tribunale ecclesiastico e, dopo l’ascolto di ventidue testimoni, l’evento fu dichiarato miracoloso. Fu possibile anche esaminare campioni del riso, che alcuni testimoni avevano conservato come reliquie, e si constatò che si trattava di riso di qualità comune.
Dio e Padre nostro,
che per mezzo di Gesù Cristo
hai istituito la Chiesa
sul fondamento degli Apostoli,
affinché, guidata dallo Spirito Santo,
sia nel mondo segno e strumento
del tuo amore misericordioso,
ti rendiamo grazie per i doni
che hai elargito alla nostra Chiesa di Lima.
Ti ringraziamo in modo speciale
per la santità fiorita nella nostra terra.
La nostra Chiesa arcidiocesana,
fecondata dal lavoro apostolico
di San Toribio di Mongrovejo;
accresciuta dalla preghiera,
dalla penitenza e dalla carità
di Santa Rosa da Lima e San Martino di Porres;
arricchita dallo zelo missionario
di San Francesco Solano
e dall’umile servizio di San Giovanni Macías;
benedetta dalla testimonianza di vita cristiana
di altri fratelli fedeli al Vangelo,
è grata per la tua azione nella nostra storia
e ti supplica di poter essere fedele all’eredità ricevuta.
Aiutaci ad essere Chiesa in uscita,
avvicinandoci a tutti,
specialmente ai più svantaggiati;
insegnaci ad essere discepoli missionari
di Gesù Cristo, il Signore dei Miracoli,
vivendo l’amore, ricercando l’unità
e praticando la misericordia,
affinché, protetti dall’intercessione
di Nostra Signora dell’Evangelizzazione,
viviamo e annunciamo al mondo
la gioia del Vangelo.
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