A Milano, santa Marcellina, vergine, sorella del vescovo sant’Ambrogio, che ricevette a Roma nella basilica di San Pietro il velo della consacrazione da papa Liberio nel giorno dell’Epifania del Signore.
LEGGI: Lettura e commento al Vangelo di oggi (17 Luglio)
Marcellina era la sorella maggiore di San Satiro e di Sant’Ambrogio, probabilmente è nata a Treviri intorno al 330 quando il padre vi si trovava come alto funzionario imperiale.
Nel Natale del 353, in San Pietro a Roma, ricevette il velo delle vergini (di consacrazione al Signore) dalle mani di papa Liberio, che fece in proposito un discorso riportato da sant’Ambrogio nel trattato De virginibus, dedicato proprio alla sorella.
Da allora intensificò le preghiere e lo studio delle Sacre Scritture e accolse nella sua casa numerose compagne, desiderose di essere guidate nella conoscenza del Signore e di impegnarsi con lei nel soccorrere i sofferenti. Non mancò allo stesso tempo di curare l’educazione umana e cristiana dei due fratelli , sentendosi responsabile di loro, specie dopo la morte della madre.
Ai due giovani fratelli furono affidati presto importanti incarichi pubblici. Nel 372 Ambrogio fu eletto Governatore a Milano. Satiro fu nominato ad altra Prefettura. Due anni più tardi, giunta la clamorosa notizia che Ambrogio era stato eletto Vescovo per acclamazione popolare, Marcellina, per essere di aiuto al fratello nella nuova missione, non esitò a seguirlo nella sede milanese.
Storicamente sappiamo che fu destinataria di tre importanti lettere di Sant’Ambrogio, relative al contrasto tra Ambrogio e l’imperatrice Giustina sull’assegnazione della Basilica porziana, sul ritrovamento delle reliquie dei santi Gervasio e Protasio, e sull’umiliazione inflitta da Ambrogio all’imperatore Teodosio I dopo gli eventi di Callinico
Per entrambi i fratelli Marcellina fu consigliera e maestra, continuando la sua vita comunitaria con le vergini compagne venute con lei da Roma e a lei unitesi in Lombardia.
Pur nel silenzio della sua esistenza raccolta, ella svolse un apostolato ecclesiale condividendo le ansie, le sollecitudini del Vescovo Ambrogio, guidandolo a leggere la vita alla maniera di Cristo, a lottare coraggiosamente in difesa della giustizia e della fede, a cogliere nel mondo i segni della speranza.
Ambrogio ne ebbe grande stima e ne propose l’esempio a molte giovani che, come lei, Dio chiamava ad una dedizione totale.
Vicina fino all’ultimo al fratello Amborgio, (Satiro mori nel 378) Marcellina lo poté assistere nella breve malattia che lo portò in cielo il sabato santo dell’anno 397.
Ella stessa morì pochi mesi dopo, il 17 luglio e fu sepolta a Milano nella basilica santambrosiana. Fu proclamata “santa” a voce di popolo.
Il suo corpo venne sepolto nella basilica che oggi porta il nome di sant’Ambrogio, non molto lontano dalle spoglie dei suoi cari fratelli. Nel 1607 il cardinal Federico Borromeo chiese ufficialmente che venisse traslato dalla cripta, bisognosa di rifacimento, in un luogo più degno. Dopo un passaggio nella sacrestia della basilica ad opera del cardinal Benedetto Erba Odescalchi, nel 1722, venne infine sistemato, nel 1812, nella terza cappella della navata destra della basilica, precedentemente dedicata a santa Caterina.
Lo spirito della sorella di Ambrogio vive oggi nella Congregazione delle suore di Santa Marcellina, fondata nel 1838 a Cernusco sul Naviglio (MI) dal Servo di Dio Monsignor Luigi Biraghi. Egli, affidando a quelle prime ardenti apostole il compito di “insegnare Gesù” nell’attività educativa, volle che prendessero Marcellina a modello, per essere come lei segno nel tempo di una sete di Dio che trasfigura la vita e sollecita al servizio dei fratelli.
Signore, tu che hai amato la Vergine Marcellina, donaci di restare fedeli alla nostra splendida vocazione cristiana, donaci la gioia di essere figli e fratelli con te nel Battesimo.
Fa che la nostra vita sia una lode a te, come è stata quella di Santa Marcellina. Aiutaci a insegnare te ai nostri fratelli, a servirti in loro, ad essere trasparenti e semplici come è stata lei nel suo quotidiano, fatto di amore, di sacrificio, di festa.
Te lo chiediamo, Signore, per l’intercessione ardente di questa donna forte, che ha donato ai fratelli se stessa e la tua luce. Amen.
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