Contardo Ferrini, terziario francescano, è stato un accademico e giurista italiano, venerato come beato dalla Chiesa cattolica.
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Nasce il 4 aprile 1859 a Milano ed era figlio di Rinaldo Ferrini e di Luigia Buccellati; giovane assai intelligente, si impegnò con grandissimo profitto, conseguendo la licenza liceale presso il collegio delle Orsoline di Sant’Ambrogio nel 1876 a soli 17 anni.
Nel tempo del positivismo, negatore di Dio e del cattolicesimo, apparve come uno studioso maturo e un cattolico coerente, con il nome di Gesù non solo nella mente ma anche sulle labbra.
Proseguì gli studi al collegio Borromeo di Pavia, dove si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza di quella celebre Università. I professori e i condiscepoli si trovarono presto urtati dalla sua professione di fede aperta e sicura e qualcuno prese a deriderlo, dandogli il soprannome di San Luigi in segno di scherno.
Colto e preparato, sempre con risultati brillanti agli esami, forte nella fede e disinvolto e gioioso nel suo stile di vita. Delicato e gentile, amava la poesia, soprattutto nella contemplazione del grande libro della natura, scalando le vette delle Alpi .
Nel 1880, a 21 anni, conseguì la laurea con una tesi sul contributo che lo studio dei poemi di Omero e di Esiodo diedero alla storia del diritto penale.
Divenne uno dei più stimati cultori di diritto romano del suo tempo, la cui attività che ha lasciato un’impronta anche sugli studi successivi.
Fu professore in varie università, ma il suo nome è legato soprattutto all’Università di Pavia, dove si laureò nel 1880. L’Almo Collegio Borromeo, di cui fu alunno e quindi docente dal 1894 alla morte, conserva ancora la sua illustre memoria
Frequentò due anni di perfezionamento a Berlino, poi tornò in Italia, insegnò diritto romano all’Università di Messina ed ebbe come collega Vittorio Emanuele Orlando. Fu preside della Facoltà giuridica di Modena.
In un’epoca in cui i docenti universitari erano perlopiù anticlericali, Contardo Ferrini fu sempre pronto testimone della sua fede, esprimendo una sentita religiosità interiore e una aperta manifestazione del pensiero e delle opere caritative, segnando una svolta verso un cristianesimo attento alle esigenze degli umili.
Contardo ha pure lasciato pagine di ascetica e mistica nella sua corrispondenza con gli amici e nei suoi diari personali.
Come quando, ancora giovanissimo, scriveva:
«Io non saprei concepire una vita senza preghiera, uno svegliarsi al mattino senza incontrare il sorriso di Dio; un reclinare il capo la sera, senza il pensiero a Dio. Una tal vita dovrebbe assomigliare a notte tenebrosa, arida per un tremendo anatema di Dio… come si possa durarla in tale stato è per me un mistero. Io supplico il Signore che la preghiera non abbia mai a morire sulle mie labbra. Sì, perché quel giorno che tacesse la preghiera, vorrebbe dire che Dio mi ha abbandonato. »
Sull’Eucaristia così si espresse:
«È l’assimilazione dell’uomo a Dio. Chi sa dire a quale punto di santità giunga l’anima che spesso, con devozione e affetto e con somma riverenza, si ciba di questo Pane purissimo, che è Gesù Cristo e incorpora e immedesima in sé il prezzo della Redenzione? Ecco quindi qui il segreto della santità: grazie a Gesù, Pane di vita, noi vivremo e non morremo mai.»
Con questo spirito, Contardo Ferrini si interessò dei problemi sociali del suo tempo, aderendo alle attività caritative, come le Conferenze di San Vincenzo e partecipando alle competizioni elettorali civiche.
Nel 1895 venne eletto consigliere comunale di Milano e per quattro anni si impegnò con scrupolo e competenza come amministratore pubblico e difese e promosse l’insegnamento della religione nelle scuole primarie.
Lo appassionava il rapporto tra scienza e fede e coltivò, tra i primi in Italia, il progetto di una Università Cattolica che non vide; Padre Agostino Gemelli che la fondò nel 1921, considerò Contardo Ferrini un suo precursore e un maestro a cui ispirarsi.
Morì di tifo durante un periodo di vacanza a Suna, località oggi facente parte del comune di Verbania (VB), il 17 ottobre 1902.
Fu sepolto in quello stesso paese, poi il suo corpo fu traslato nella Cappella dell’Università Cattolica di Milano: fu riportato a Suna il cuore, dopo la beatificazione.
Mons. Achille Ratti, futuro Papa Pio XI che gli fu amico, anche per la comune passione per la montagna, disse di lui:
«Mi parve quasi miracolo la sua fede e la sua vita cristiana, al suo posto e nei tempi nostri.»
Venne beatificato il 13 aprile 1947 da Papa Pio XII. (Fonte it.cathopedia.org)
O Dio, sorgente di verità e giustizia, che nel beato Contardo hai dato alla tua Chiesa uno splendido esempio di virtù e di scienza, fà che, imitandolo, possiamo resistere alle vane attrattive dei mondo, per camminare alla luce dei tuo verbo, nell’umile e paziente servizio dei fratelli. Per Cristo Nostro Signore. Amen
Padre Nostro, Ave Maria, Gloria
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