A Segni nel Lazio, san Bruno, vescovo, che molto lavorò e soffrì per il rinnovamento della Chiesa e, costretto per questo a lasciare la sua sede, trovò rifugio a Montecassino, dove divenne abate temporaneo del monastero.
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Secondo alcuni autori, Brunone nacque a Solero, nella diocesi di Asti (ora di Alessandria), tra il 1045 e il 1049, da Andrea e Willa (Guglielmina), genitori di modeste condizioni economiche.
Iniziò la sua formazione religiosa con i monaci martiniani presso il locale cenobio di San Perpetuo e proseguì gli studi a Bologna dove esisteva una Scuola di Grammatica e Retorica, conseguendo il titolo di dottore. Dopo essere ordinato sacerdote viene chiamato a Siena dal vescovo Rodolfo per insegnare teologia , è nominato canonico della cattedrale e vi rimase sino al 1076 quando seguì il cardinale Pietro Igneo lo introdusse alla corte papale.
Trasferitosi a Roma, per le sue eccelse doti di oratore e di studioso di teologia, venne prescelto da papa Gregorio VII per confutare le tesi dei teologi capeggiati da Berengario di Tours riguardo all’Eucaristia (negava la reale presenza di Cristo nell’Ostia) durante il Concilio Lateranense nel 1079.
Egli portò così bene a termine il suo incarico che il papa lo nominò nel medesimo anno vescovo di Segni.
La lotta fra l’imperatore Enirco IV e il papa aveva allora già coinvolto nelle sue dolorose conseguenze la campagna romana, e Bruno, che per tutta la sua vita fu instancabile zelatore della libertà e della riforma della Chiesa, nell’estate del 1081 0 1082 fu fatto prigioniero per tre mesi dal conte Ainulfo di Segni, partigiano dell’imperatore.
La leggenda narra che il conte imprigionò Brunone che non voleva piegarsi a voleri dell’imperatore, ma il vescovo, mentre era in prigionia, mutò per ben tre volte l’acqua in vino , provocando la costernazione del conte che in segno di perdono lo liberò. Il conte dopo pochi mesi cadde in disgrazia ed il vescovo provvide al sostentamento dei suoi figli.
Inoltre ebbe modo di collaborare da vicino con quattro papi. È più volte nominato legato pontificio in Francia e nell’Italia meridionale. Combatté strenuamente la simonia ed il nicolaismo nel burrascoso periodo della lotta per le investiture.
La sua vocazione per lo studio delle Sacre scritture, o forse la stanchezza delle sue numerose attività al servizio della Chiesa, lo portò a scegliere la vita monastica e nel 1102 si ritirò a Montecassino dove nel 1107 viene eletto abate.
Esercitò il nuovo ufficio solo pochi anni. Negli anni 1107-1111 fu probabilmente a Lodi come legato pontificio. Quando Pasquale II nel 1111, con l’accordo di ponte Mammolo, concesse all’imperatore Enrico V l’investitura dei vescovi, Bruno protestò con particolare violenza e il papa gli tolse il doppio incarico di abate e vescovo.
Tornato alla sua missione pastorale a Segni, lasciò la vita terrena per quella celeste il 18 luglio 1123. Nel 1183 (o 1181 secondo alcuni storici) Lucio III lo ha canonizzato.
Nella cattedrale di Santa Maria Assunta di Segni è custodito il suo cranio.
San Bruno è stato anche un grande scrittore. Nonostante i molti incarichi, trovò tempo per commentare tredici libri della Sacra Bibbia; scrisse la vita di San Leone IX e di San Pietro vescovo di Anagni; un trattato sui Sacramenti e un altro sul santo Sacrificio della Messa. Di lui ci rimangono pure 145 omelie e 6 libri di sentenze.
Redazione Papaboys
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