Oggi la Chiesa ricorda San Maurizio e compagni
Nell’antica Agauno nella regione del Vallese, nell territorio dell’odierna Svizzera, santi martiri Maurizio, Esuperio, Candido, soldati, che, come riferisce sant’Eucherio di Lione, furono uccisi per Cristo sotto l’imperatore Massimiano, adornando la Chiesa, insieme ai compagni della Legione Tebea e al veterano Vittore, con la loro gloriosa passione.
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(Fonte sanmauriziomartire.wordpress.com/santodelgiorno.it)
La storia
Tutto ciò che sappiamo di San Maurizio lo riceviamo da Sant’Eucherio di Lione che trascrisse la Passione del Santo, ricavandola da racconti orali ricevuti da San Teodoro (o Teodulo) di Octodurum, primo vescovo del Vallese nel IV secolo.
San Maurizio nasce in Egitto da una famiglia pagana, nei pressi della città di Tebe, intorno all’anno 250.
Della sua giovinezza non sappiamo nulla, tranne che abbracciò ben presto la carriera militare e divenne un soldato di valore, tanto da diventare “primicerius”, l’attuale grado di Colonnello. Successivamente fu messo a capo della Legione Tebea, una legione formata da un centinaio di uomini (anche se la leggenda ne riporta 6.666), uomini scelti e di valore, guardati con timore dai nemici e con rispetto dai superiori.
La divina Provvidenza però, aveva per Maurizio e i suoi compagni disegni ben più grandi! Per un inverno furono inviati a Gerusalemme e qui, Maurizio, venne a contatto con la comunità cristiana locale.
Conobbe il Cristo e lo riconobbe come suo Signore, dopo notti insonni e lunghe conversazioni col vescovo locale San Zambda e successivamente ricevette il battesimo.
L’ardore del neofita fece scaturire in Maurizio la missionarietà apostolica. Divenne così veicolo di grazia per i suoi compagni, tanto da convertire tutta la Legione alla fede cristiana. Questa fede però, venne messa ben presto a dura prova!
Un giorno Maurizio ricevette ordine dall’imperatore Massimiano di recarsi in Italia, per unirsi al resto dell’esercito romano e andare nelle Gallie contro i Bagaudi, contadini, pastori e nomadi della Gallia, ancora legati alle loro tradizioni celtiche. Maurizio, come sempre in tutte le cose che non si opponevano alla legge di Dio, prontamente ubbidì: venne in Italia, e s’incamminò verso la Gallia con la sua legione.
Durante il tragitto si fermarono a Roma e qui ricevettero la Santa Cresima dal Papa San Marcellino.
Ripartiti per la Svizzera e giunti nella Valesia presso Agauno, l’imperatore ordinò una sosta, durante la quale dispose che tutti i soldati assistessero ai sacrifici e giurassero di far strage di tutti i Cristiani.
Il martirio
San Maurizio ed i suoi legionari si rifiutarono, disposti a morire anziché offendere Dio.
Massimiano allora ordinò che la legione fosse decimata (consisteva nella fustigazione comune e ogni 10 persone, una decapitazione) e udendo che gli altri erano rimasti fermi nel loro proposito, ne ordinò una seconda. Ma quegli eroi intrepidi, invidiando la morte dei loro compagni su cui era caduta la sorte, mandarono all’imperatore questa protesta:
«Signore, noi siamo vostri soldati, ma nello stesso tempo servi di Dio e gloriandoci di questo, ne facciamo una spontanea confessione. A voi dobbiamo il servizio militare, a Dio l’innocenza; da voi riceviamo lo stipendio, da Dio abbiamo ricevuto la vita. Non possiamo dunque ubbidirvi offendendo Dio, Creatore e Padrone nostro e vostro, ancorché ricusiate di riconoscerlo per tale. Vi offriamo le nostre persone contro qualsivoglia nemico, ma non contro innocenti. Voi ci comandate di perseguitare i Cristiani; eccoci qui: noi siamo cristiani e confessiamo Iddio Padre, autore di tutte le cose, e Gesù Cristo, suo Figliuolo. Abbiamo le armi in mano, ma non faremo resistenza, perchè amiamo più morire innocenti, che vivere colpevoli».
Trucidati
Questa protesta inferocì Massimiano, che comandò ad un’altra legione di circondare la Tebea, e di uccidere tutti quelli che persistevano a confessare il nome di Gesù. Quei prodi, volendo, avrebbero certamente potuto difendersi con le armi, e il cielo stesso sarebbe forse venuto in loro aiuto. Preferirono dare la vita per Gesù Cristo, ed in breve tempo furono tutti trucidati!
Il culto
Ad Agaunum, in Raetia, l’attuale Saint Maurice-en-Valais, sorse il più antico luogo di culto dedicato a San Maurizio: “Territorialis Abbatia S. Mauritii Agaunensis”, l’abbazia svizzera del cantone vallese.
Qui è da cercare il punto focale del futuro culto vivissimo dedicato a San Maurizio nelle Alpi e altrove, che fece di San Maurizio dapprima il patrono del Sacro Romano Impero, poi, entrato il Vallese occidentale nei possedimenti dei Savoia, il culto dei martiri è legato strettamente alla loro dinastia.
Fu istituto l’Ordine Cavalleresco di San Maurizio, unito in seguito con quello di San Lazzaro.
È patrono del Corpo degli Alpini e di numerosi comuni italiani ed esteri. Ha dato anche il nome alla rinomata località turistica di St.Moritz.
Le reliquie di San Maurizio furono traslate a Torino e ora custodite nella cappella della Sindone.
Preghiera a San Maurizio
AVE MAURIZIO (composta sullo schema dell’Ave Maria da Maurizio Donzella)
Ave Maurizio, uomo giusto,
testimone eloquente dei prodigi del Padre e irrorato dallo Spirito Santo,
benedetto tu fra gli uomini e benedetto il Figlio di Dio al quale sacrificasti la tua vita: Gesù.
San Maurizio, martire della Chiesa di Dio,
prega per noi pellegrini del tempo
e soccorrici adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen.
PREGHIERA SCRITTA E DEDICATA DA S.E. IL VESCOVO DI VALVA E SULMONA MONS. GIUSEPPE DI FALCO A SAN MAURIZIO MARTIRE