Beato Giovanni Maria della Croce, al secolo, Juan Maria de la Cruz, è stato un presbitero e martire spagnolo.
(Fonte it.cathopedia.org) – Nasce il 25 settembre 1891 a San Esteban de los Patos, vicino Avila; era il primo di quindici figli di una famiglia di giovani e modesti agricoltori.
Ancora molto giovane prese ad aiutare la famiglia nei lavori agricoli e verso gli undici anni dando ascolto a quella chiamata che sentiva dentro di sé, entrò in seminario ad Avila.
La vita da seminarista fu del tutto esemplare, secondo tutte le testimonianze dei superiori e professori; eppure la sua vocazione fu in pericolo, quando dopo qualche anno il padre si ammalò e tutta la numerosa famiglia cadde nel bisogno, fu necessario richiamare Mariano dal seminario per lavorare nei campi, alcuni mesi dopo il padre guarì e rientrò in seminario.
Alla vigilia dell’ordinazione volle intraprendere una scelta più radicale entrando nel convento dei frati domenicani nella stessa città. Per un anno seguì il noviziato nel convento, ma problemi di salute lo fecero tornare al seminario diocesano.
Completò gli studi e fu ordinato presbitero il 18 marzo 1916 dal vescovo di Avila Gioacchino Beltran; il 25 marzo 1916 don Mariano Garcia Mendez celebrò la sua prima Messa a Sant’Esteban de los Patos, con tutto il paese in festa.
Restò al suo paese per un certo periodo, alternandosi con la sua presenza al 38° Reggimento di Madrid per espletare il servizio militare, rimandato fino allora a causa degli studi; a Madrid conobbe anche suor Maria Gesuina del Gran Poder, religiosa che avrà un ruolo importante nelle sue future scelte.
Negli anni seguenti svolse vari mansioni come parroco e vicario nella diocesi e il 17 maggio del 1922 ottenne il permesso di entrare fra i Carmelitani Scalzi, nel convento di Larraca-Amorebeita, cambiando il nome in padre fra Juan Garcia Mendez di Santo Stefano.
Problemi di salute lo costrinsero a rinunciare alla vita monacale e rientrò in diocesi.
Sarebbe stato un ottimo Domenicano o Carmelitano se la salute glielo avesse permesso, i superiori degli Ordini avevano entrambi provato a trattenerlo e solo a malincuore avevano acconsentito alla sua rinuncia.
Nel 1924 madre Maria Gesuina del Gran Poder, superiora a Madrid delle Suore Riparatrici, ebbe l’occasione di ospitare un gruppo di Sacerdoti del Sacro Cuore (conosciuti anche come Dehoniani), fondati dal venerabile Leone Dehon e a loro parlò di don Mariano, del quale sapeva i suoi desideri e accoglieva la sua confidenze.
Dopo uno scambio di corrispondenza con i Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, padre Mariano Garcia Mendez decise di recarsi alla loro Casa di Puente la Reina dal Superiore padre Guglielmo Zicke, per chiarire e appianare gli ostacoli. Avuto di nuovo il permesso del vescovo, padre Mariano andò a Novelda per il Noviziato e secondo l’usanza di allora cambiò il suo nome in Juan Maria de la Cruz Garcia.
Era felice di aver trovato la sua strada ponendo nelle cose tutta la sua anima ardente, tutto il fuoco del suo essere, senza risparmiarsi. Ma la sua fragile salute ancora una volta stava per far saltare tutto, allora padre Juan Garcia Mendez il 16 gennaio 1926, scrisse in una stupenda lettera a Dio, dove Gli chiedeva di concedergli almeno dieci anni di vita, se era volontà Sua, per poterlo glorificare nella salvezza delle anime.
La preghiera fu esaudita, la salute non impedì più a padre Mariano di proseguire per la sua strada. Emise la sua professione nell’ottobre del 1926, in quell’occasione ricevette una crocetta nuda con un cuore d’argento che portò sempre e servirà poi ad identificarlo fra i cadaveri buttati in una fossa comune del cimitero di Silla.
Gli anni che seguirono lo videro impegnato nella sua Congregazione in compiti anche lontani dalle sue aspirazioni, fu questuante per i ragazzi poveri della Scuola Apostolica di Puente la Reina, girando in lungo e largo le province inquiete della Spagna, fu anche insegnante degli aspiranti Sacerdoti del Sacro Cuore, anche se l’insegnamento non era il suo forte, con la sua presenza in certe case avvennero conversioni e guarigioni prodigiose; rimase per due anni a Novelda come Cappellano nella chiesa dell’Istituto e insegnante di religione al Collegio.
Fra un impegno e l’altro, si recò per una pausa di approfondimento alla casa generale di Roma, dove fu particolarmente colpito dalle testimonianze dei martiri, specie di santa Cecilia. Semplice nel comportamento e nei rapporti con gli altri; abituato come parroco a decidere, dovette da religioso aspettare il permesso dei superiori per tutto.
Ma in Spagna si approssimavano giorni molto tristi, già nel 1931 furono incendiate e devastate un centinaio tra parrocchie, chiese e Istituti religiosi, con lo scopo di distruggere il Cattolicesimo nella Spagna; nel 1934 ci fu la rivoluzione delle Asturie con trentaquattro sacerdoti uccisi e cinquantotto chiese distrutte.
Dopo le Asturie fu la volta della Catalogna e padre Juan Garcia Mendez non ebbe più quell’accoglienza cordiale di prima, quando bussava a qualche porta per un contributo.
Era la sua veste nera, portata con fierezza, a far chiudere le porte in quel triste periodo che coinvolgeva anche la Navarra e altre province.
Il 24 luglio 1936 il superiore di Garaballa, il convento-santuario dove era stato mandato per un po’ di riposo, decise di sciogliere la comunità minacciata dagli assalti dei miliziani rossi che tutto distruggevano, per salvare la vita a tutti gli ospiti.
Giovanni Maria della Croce si recò a Valenza dove fu arrestato per strada sebbene travestito e portato al commissariato e da lì in prigione identificato con il numero 476.
Il 23 agosto 1936 fu prelevato dal carcere insieme ad un altro sacerdote don Vincenzo Palanca e otto laici e furono condotti con un camion ad un piccolo paese Silla e il mattino seguente fucilati. I loro corpi, l’indomani, furono seppelliti tutti insieme in una fossa del cimitero dagli abitanti del paese, sulla tomba non fu messo un segno che li ricordasse; ormai era iniziato il macello di quella disgraziata e sanguinaria Guerra Civile e a stento c’era qualcuno che seppellisse i tanti morti lasciati dappertutto.
È stato beatificato l’11 marzo 2001 da Giovanni Paolo II
Dio onnipotente ed eterno, che attraverso
il tuo servo Beato Giovanni Maria della Croce,
sacerdote e martire, hai dato alla tua Chiesa
semi di vita nuova;
concedi ai tuoi figli la
grazia di imitare le sue virtù con dedizione
disinteressata per compiere la tua volontà,
proclamando il tuo amore e servendo la
riconciliazione.
Per Gesù Cristo, nostro Signore. Amen.
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