Santa Cristina di Bolsena, è stata una vergine e martire latina o siriaca che, secondo la tradizione, nell’anno 200, sotto l’imperatore Settimio Severo, fu torturata e trucidata.
Le scoperte archeologiche indicano che a Bolsena la venerazione di santa Cristina, vergine e martire, risale almeno al IV secolo: presso il sepolcro della santa, infatti, era sorto un cimitero sotterraneo.
La vicenda della martire è raccontata dalla cosiddetta Passione di Santa Cristina, uno scritto agiografico che risale almeno al VI secolo, quindi di epoca molto più tarda rispetto agli avvenimenti. Si tratta di un racconto per molti tratti, probabilmente, leggendario e simile ad altre persecuzioni accadute ad altri santi uccisi nei primi secoli della Chiesa.
Il racconto narra di una giovane undicenne di nome Cristina, che, per la straordinaria bellezza, fu segregata in una torre dal padre Urbano, ufficiale dell’imperatore, in compagnia di dodici ancelle. A nulla sarebbero valsi i tentativi del padre di costringere la figlia, divenuta cristiana, a rinunciare alla sua fede; il padre passò allora dalle parole alle percosse: la fece flagellare e rinchiudere in carcere e, in seguito, la consegnò ai giudici che le inflissero vari e terribili supplizi. Nel carcere dove fu gettata ferita venne consolata e guarita da tre angeli.
Fu poi condotta al supplizio finale: legatale una pesante pietra al collo, la gettarono nelle acque del lago; la pietra però, sorretta dagli angeli, galleggiò e riportò a riva la fanciulla. Per altre tradizioni sembra che il masso si trasformò in una zattera.
A quella vista, Urbano non resse al dolore e morì. Cristina fu ricondotta in prigione e a Urbano successe un altro persecutore di nome Dione. I giudici tornarono a infierire su di lei condannandola a terrificanti quanto inefficaci torture fino a quando non la uccisero con due frecce.
Le spoglie della santa – secondo la tradizione – riposa nella cattedrale di Palermo, città di cui è compatrona, presso la Cappella delle reliquie in un ricco fercolo argenteo. Una reliquia della santa è stata donata dall’arcidiocesi di Palermo alla chiesa madre del comune di Santa Cristina Gela nel 1991.
Un’altra tradizione, invece, vuole che il corpo della Santa riposi a Toffia, in Sabina (RI), in un’urna trasparente.
La tradizione vuole che nel 1099, al tempo delle crociate, alcuni pellegrini francesi in viaggio verso la Terra santa avessero fatto sosta a Bolsena e rubato lo scheletro della santa per portarlo con loro in Palestina; durante il viaggio, si fermarono a pernottare in un paesino del Molise, Sepino, dove furono scoperti dalla gente del posto durante la notte, cosicché lo scheletro della santa sarebbe rimasto in questo piccolo paese.
Alcune delle ossa della santa furono donate a privati mentre, alcuni decenni dopo, gran parte dello scheletro fu portato nella cattedrale di Palermo: a Sepino, però, rimase l’osso del suo avambraccio.
Ogni anno a Sepino, tra il 9 e il 10 gennaio, si festeggia la festa che commemora l’arrivo della santa in quel lontano 1099.
Si tratta di una delle sante più amate in Italia, oltre ad essere patrona di molti comuni, a lei sono dedicate numerosissime chiese in tutto il territorio italiano. (Fonte it.wikipedia.org)
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A Bolsena, Santa Cristina viene festeggiata con una grande manifestazione religiosa, la vigilia della festa il 23 luglio sera, nella oscurata piazza antistante la basilica, viene portato in processione il simulacro della santa posto su una ‘macchina’ a forma di tempietto, contemporaneamente sulla destra del sagrato si apre il sipario di un palchetto illuminato, dove un quadro vivente rappresenta in silenzio una scena del martirio e ciò si ripete in ogni piazza e su altrettanti piccoli palchi dove giunge la processione; la manifestazione è chiamata “I Misteri di Santa Cristina”.
La processione cui partecipa una folla di fedeli, si svolge per strade e piazze di Bolsena, finché arriva in cima al paese nella Chiesa del Santissimo Salvatore, lì la statua si ferma tutta la notte e la mattina del 24, giorno della festa liturgica di Santa Cristina, si riprende la processione di ritorno con le stesse modalità e giungendo infine di nuovo nella Basilica a lei dedicata.
“I Misteri” sono una manifestazione religiosa che sin dal Medioevo, onora alcuni santi patroni in varie città d’Italia specie del Centro.
Bisogna infine qui ricordare che la Basilica di Santa Cristina possiede l’altare che come già detto è formato dalla pietra del supplizio della martire.
Proprio nella chiesa di Santa Cristina avvenne il famoso miracolo eucaristico di Bolsena nel 1263. Un sacerdote stava celebrando la messa, al momento della consacrazione l’ostia avrebbe sanguinato.
O Santa Cristina, Vergine e Martire gloriosa, tu che per tanti secoli, in tutti i bisogni spirituali e materiali, hai spiegato il tuo potente patrocinio a pro di quanti ti hanno invocata, e specialmente di noi che ti adoriamo, devoti figli di questa terra che ti fu mostrata da Dio, sorridici ancora benigna e prega per tutti.
Prega e mantieni in noi viva la fede, ferma la speranza, costante l’amore; prega, affinché, nelle dure lotte della vita, te invocando, possiamo superare le insidie dei nemici delle anime nostre, e, dopo questo misero esigilo, ci sia dato poterci beare del tuo sorriso nella gloria celeste, e là cantarti l’eterno inno di amore e di riconoscenza. Cosi sia.
Padre, Ave, Gloria
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