A San Severino nelle Marche, san Pacifico, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, insigne per la penitenza, l’amore della solitudine e la preghiera davanti al Santissimo Sacramento.
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(Fonte santodelgiorno.it) Carlo Antonio Divini, questo il nome al secolo, nasce il 1 Marzo 1653 a San Severino Marche, da Antonio Maria Divini e Mariangela Bruni.
I suoi genitori lo lasciarono orfano poco dopo aver ricevuto la cresima. Aveva solo quattro anni e per la sopraggiunta difficoltà economica della sua nobile famiglia, è affidato allo zio materno, arcidiacono della cattedrale.
E, quindi, come attestano varie biografie, un’infanzia solitaria e meditativa, piegata all’intransigente figura dello zio, scandita da frequenti visite di raccoglimento alle chiese della città e ai “sacri altarini” che si costruiva in casa.
Su consiglio dei frati minori osservanti riformati del convento sanseverinate di Santa Maria delle Grazie, che ne conoscevano l’assiduità alla messa e alla dottrina cristiana e le pratiche caritative, è inviato al convento dell’ordine di Forano (in Attigliano, luogo storico del francescanesimo).
Qui nel 1678 riceve l’abito francescano, aveva diciassette anni, assumendo il nome di fra’ Pacifico. Viene ordinato sacerdote il 4 giugno 1678 e successivamente diventa lettore di filosofia (1680-1683) per i giovani aspiranti al sacerdozio del suo Ordine.
In seguito, per ben 6 anni, gira per le Marche, diventa famoso come confessore e predicatore dalla parola semplice e apostolica.
Frate esemplare per le sue virtù di obbedienza, zelo, mitezza, osservante del silenzio e dei digiuni, penitente e schivo nei modi, fervoroso nelle orazioni.
San Pacifico è dotato dal Signore di doti eccezionali: spirito profetico, visioni ed estasi, capacità di compiere in nome di Dio miracoli, tra i quali la previsione del terremoto del 1703 e la vittoria di Carlo VI sui Turchi nel 1717.
Successivamente comincia ad essere tormentato da malattie che andarono sempre più peggiorando. Le affronta cristianamente con perfetta letizia e pazienza per 29 anni, dedicandosi alla vita contemplativa.
Nel 1692 nonostante la cecità, la sordità e una piaga inguaribile, viene fatto frate guardiano della sua comunità di Santa Maria delle Grazie a San Severino.
L’anno seguente è di nuovo a Forano dove dimorerà per dodici anni.
Nel settembre 1705, torna nel convento di San Severino come semplice frate, in pessime condizioni fisiche che gli impedirono nel tempo di celebrare, di confessare e partecipare alla vita comune.
Muore nella sua piccola cella il 24 settembre 1721. Una grande folla di fedeli accorerà per onorare le sue spoglie, custodite nel Santuario a lui intitolato ed eretto accanto al convento francescano.
Fu proclamato beato da Papa Pio VI il 4 agosto 1786 e santo da Papa Gregorio XVI il 26 maggio 1839.
O Dio, che arricchisti un umile frate di tante virtù, concedici di imitarne gli esempi di zelo e bontà ad edificazione della Tua santa Chiesa.
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