Oggi, 27 Agosto, ricordiamo San Davide Enrico Lewis
San Davide Enrico Lewis è stato un sacerdote, gesuita e martire gallese, condannato a morte per alto tradimento contro la corona inglese; fu impiccato il 27 agosto del 1679. Fu proclamato santo nel 1970 da papa Paolo VI con altri 39 martiri della persecuzione in Galles ed Inghilterra.
La vita
Lewis nasce ad Abcrgavenny (Galles) nella contea di Monmouth nel 1616 (o 1617) da Morgan Lewis, protestante, e da Margaret Prichard, ferventene cattolica. Era il primo di nove fratelli.
Dopo aver frequentato la Royal grammar school del suo paese, di cui il padre era direttore, entrò, a quanto pare, nel Middle Temple di Londra per seguirvi gli studi legali.
Aveva sedici anni quando andò in Francia, insieme con il figlio del conte Savage, fermandosi a Parigi per circa tre mesi, durante i quali si convertì alla religione cattolica per opera del padre Talbot.
Alla morte dei genitori nel 1638, Lewis decise di diventare sacerdote, per cui, lasciata l’Inghilterra il 22 agosto di quell’anno, con l’aiuto del padre Carlo Gwynne alias Brown, giunse a Roma il 2 novembre per essere ammesso al Collegio inglese, sotto lo pseudonimo di Charles Baker.
Fu ordinato sacerdote il 20 luglio del 1642 ed entrò in seguito nella Compagnia di Gesù, dove venne accolto il 19 agosto 1645.
L’anno seguente tornò in patria, svolgendo attività missionaria nella sua contea natale di Monmouth, ma nel 1647 fu richiamato a Roma dal generale del suo Ordine, che gli affidò la cura spirituale del Collegio inglese.
LEGGI ANCHE: Oggi ricordiamo Santa Monica: vita e preghiera
Rimpatriò di nuovo nel 1648, andandosi a stabilire ancora nel Monmouthshire, dove per oltre trenta anni svolse una infaticabile opera di apostolato, dedicando le sue maggiori cure ed attenzioni agli indigenti ed ai bisognosi, che soccorreva amorevolmente in tutte le maniere, tanto da meritare il titolo di padre dei poveri.
Fu denunciato da due coniugi apostati e arrestato nella parrocchia di San Michele a Llantarnam, nella contea di Monmouth, mentre si apprestava a celebrare la Santa Messa all’alba del 17 novembre 1678. Siamo durante la lunga persecuzione conosciuta come la Riforma Inglese (ci fu lo scisma della Chiesa inglese da Roma e i sacerdoti fedeli al papa, e non al re, venivano perseguitati).
Processato
Fu condotto a Lanfoist e in seguito ad Abergavenny, dove subì un primo interrogatorio; poi rinchiuso nelle prigioni di Monmouth, dove rimase sino al 13 gennaio 1679 ed infine fu trasferito in quelle di Usk.
Il 28 marzo fu ricondotto a Monmouth per esservi processato sotto la solita imputazione di alto tradimento essendo un prete cattolico, ordinato sul continente e ritornato in patria ad esercitare le funzioni del suo ministero contro le leggi inglesi entrate in vigore sotto la regina Elisabetta.
Fu condannato a morte per alto tradimento ma la sua esecuzione venne rinviata per ordine del re Carlo II e fu nuovamente rinchiuso nelle prigioni di Usk.
In maggio venne portato a Londra per essere interrogato dal consiglio privato, che, pur riconoscendolo innocente, lo rinviò nel carcere Usk, dove rimase per oltre tre mesi, con grande profitto dei cattolici del luogo, che avevano il permesso di visitarlo.
La morte
Prima di essere impiccato il 27 agosto 1679 in Usk, Lewis poté rivolgere un lungo discorso alla folla riunita intorno al patibolo, che ne rimase profondamente impressionata:
“Sono Cattolico Romano; sono un prete Cattolico Romano; un prete Cattolico Romano di quell’Ordine religioso chiamato la Compagnia di Gesù; e benedico il momento in cui fui chiamato sia alla fede che al mio ministero. Vi prego ora di constatare che fui condannato per aver detto Messa, ascoltato confessioni, amministrato i sacramenti“.